Sabato 23 luglio 2022

     

    XVIA settimana tempo ordinario

     

    Aforisma del giorno di M. Teresa di Calcutta

    Il vero amore deve sempre fare male. Dev’essere doloroso amare qualcuno, doloroso lasciare qualcuno. Solo allora si ama sinceramente.

     

    Preghiera del giorno dai canti liturgici

    Noi canteremo gloria a te, Padre che dai la vita, Dio d’immensa carità, Trinità infinita. Tutto il creato vive in te, segno della tua gloria; tutta la storia ti darà onore e vittoria. Manda Signore in mezzo a noi, manda il Consolatore, lo Spirito di santità, Spirito dell’amore. Amen.

     

    Santo del giorno

    S. Brigida di Svezia

    Compatrona d’Europa e venerata per le sue «Rivelazioni», nacque nel 1303 nel castello di Finsta, nell’Upplandi (Svezia), dove visse con i genitori fino a 12 anni. Sposò Ulf Gudmarson, governatore dell’Östergötland, dal quale ebbe otto figli.

    Secondo la tradizione devozionale, nel corso delle prime rivelazioni, Cristo le avrebbe affidato il compito di fondare un nuovo ordine monastico. Nel 1349 Brigida lasciò la Svezia per recarsi a Roma, per ottenere un anno giubilare e l’approvazione per il suo ordine, che avrebbe avuto come prima sede il castello reale di Vastena, donatole dal re Magnus Erikson.

    Salvo alcuni pellegrinaggi, rimase a Roma fino alla sua morte avvenuta il 23 luglio 1373. La sua canonizzazione avvenne nel 1391 ad opera di Bonifacio IX.

     

    Parola di Dio del giorno Giovanni 15,1-8

    Gesù disse ai suoi discepoli: «Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto.

    Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato. Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da sé stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla.

    Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli».

     

    Riflessione del giorno – Frammenti di vita

    Tra i ricordi che il tempo non sbiadisce ci sono quelli legati all’infanzia, che riguardano il rapporto con i genitori, la maestra, il parroco ecc.

    A distanza di tanti anni, stupisce che sulle realtà che contano, essi trattassero noi bambini da persone adulte, insegnandoci che bene e male non sono punti di vista differenti, ma realtà opposte; punendoci se sbagliavamo, ma senza umiliarci; non cedendo ai nostri capricci, ma obbligandoci con paziente tenacia a chiarire a noi stessi il perché e il per come delle nostre pur piccole scelte.

    Non ci mettevano sul piedistallo né facevano di noi il centro del mondo; ci insegnavano a tener conto degli altri come di noi stessi, a far prevalere il bene comune su quello privato e a rispettare adulti e autorità. Non ci evitavano la fatica; non ci nascondevano il dolore; ci chiedevano molto, ma per farci capire che valevamo molto.

    Insistevano perché facessimo bene il nostro dovere, perché i guai grossi sono provocati da superficialità e approssimazione. È vero che i tempi son cambiati e può darsi che certe modalità non siano più attuali, ma una cosa è sicura: quel tipo di educazione ci avrebbe almeno evitato la vergognosa figuraccia che in questi giorni alcuni rampanti e capricciosi attori della politica nostrana ci hanno fatto fare davanti al mondo intero. 

     

    Intenzione di preghiera per il giorno

    Preghiamo per i ragazzi impegnati nei Cre parrocchiali, per gli adolescenti e giovani che li seguono e per i responsabili di quest’importante attività formativa.  

     

    Don’t Forget! Santi della carità

    S. Pompilio Maria (Domenico) Pirrotti 1710 – 1766

    Domenico Pirrotti nacque nel 1710 a Montecalvo Irpino (Avellino), da famiglia benestante e ricevette educazione adeguata. Riguardo l’obiezione del padre alla sua decisione di farsi religioso, Domenico scrisse: «Sono deciso a mantenere la mia decisione di servire Dio, e di non cambiare la mia idea di compiere il volere di Dio, abbandonando il mondo, se è ciò che Egli vuole, e a rassegnarmi alla perdita di parenti e amici».

    Aveva già deciso di dedicarsi all’insegnamento, nel tentativo di rimediare alla mancanza di fondi per l’istruzione, specialmente per i poveri. Lasciò casa sua per entrare nei Chierici Regolari delle Scuole Pie (gli scolopi), fondati da S. Giuseppe Calasanzio, facendo professione solenne nel 1728 prendendo il nome di Pompilio Maria.

    Insegnò per alcuni anni in diverse scuole, facendosi conoscere per santità ed erudizione. Ordinato prete nel 1732, lavorò poi come missionario itinerante in varie zone d’Italia, predicando e confessando soprattutto in Abruzzo.

    Mentre si trovava a Napoli, le calunnie di parte del clero locale, invidioso del suo successo, convinsero l’arcivescovo a revocargli la facoltà di confessione, poiché secondo gli accusatori era troppo pronto ad assolvere i penitenti e troppo tenero nelle penitenze.

    Non solo: fu denunciato anche al re come politicamente pericoloso e quindi fu esiliato dalla città, ma la protesta pubblica costrinse il re a richiamarlo. Pompilio fece il possibile per diffondere la devozione del S. Cuore in Italia. Era anche molto devoto alla Madonna e si dice che abbia salvato una città dagli effetti di un terremoto con le sue preghiere.

    Nelle sue attività missionarie poneva in rilievo la necessità della preghiera costante: «Più vi troverete nel buio, tanto più persistete nella santa preghiera, perché in questa Dio dona la sua luce per le nostre necessità; vi assicuro che il demonio non otterrà nulla, se non interrompete la preghiera, ma se rinunciate, tutto crollerà, ogni virtù andrà in rovina».

    Nel 1765 fu mandato presso la casa a Campi Salentina, vicino a Lecce, dove morì il 15 luglio dell’anno seguente; fu sepolto nella chiesa degli scolopi, dove i suoi resti sono ancora venerati, beatificato nel 1890 e canonizzato nel 1934.

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