XIX Settimana tempo ordinario
Aforisma del giorno di Chesterton
L’intelligenza moderna non accetta nulla che venga dall’autorità. Ma accetta invece qualsiasi cosa che non sia autorevole.
Preghiera del girono Canti Liturgici
Come un fiume in piena che la sabbia non può arrestare, come l’onda che dal mare si distende sulla riva, ti preghiamo Padre che così si sciolga il nostro amore e l’amore dove arriva sciolga il dubbio e la paura.
Come un pesce che risale a nuoto fino alla sorgente, va a scoprire dove nasce e si diffonde la sua vita, ti preghiamo Padre che noi risaliamo la corrente fino ad arrivare alla vita nell’amore. Come l’erba che germoglia cresce senza far rumore, ama il giorno della pioggia, si addormenta sotto il sole, ti preghiamo Padre che in un giorno di silenzio, anche in noi germogli questa vita nell’amore. Amen.
Santo del giorno
Edith Stein nasce a Breslavia, Slesia, il 12-10-1891, da famiglia ebrea di ceppo tedesco. A 14 anni abbandona la fede ebraica divenendo agnostica. Studia filosofia a Gottinga ed è discepola di Edmund Husserl, fondatore della scuola fenomenologica. Ha fama di brillante filosofa. Nel 1921 si converte al cattolicesimo, ricevendo il battesimo nel 1922. Insegna per otto anni a Speyer (dal 1923 al 1931).
Nel 1932 è chiamata a insegnare all’Istituto pedagogico di Münster, ma la sua attività viene sospesa dopo un anno per le leggi razziali. Nel 1933 entra come postulante al Carmelo di Colonia con il nome di Sr. Teresa Benedetta della Croce. Il 2-9-1942 è deportata nel campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau dove il 9.8 muore nella camera a gas. Nel 1987 è proclamata Beata, è canonizzata da Giovanni Paolo II l’11 ottobre 1998. Nel 1999 viene dichiarata, con S. Brigida di Svezia e S. Caterina da Siena, Compatrona d’Europa.
Parola di Dio del giorno
Gesù disse ai discepoli una parabola: «Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi.
Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono. A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”.
Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità vi dico: non vi conosco”. Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora».
Riflessione del giorno di Edith Stein
«Esiste uno stato di riposo in Dio, di totale rilassamento di ogni attività spirituale, in cui non si fanno piani, non si prendono decisioni, e non solo non si fa nulla, ma si rimette tutto il futuro alla volontà divina, ci si “abbandona” completamente “al destino”.
Questo stato, un poco io l’ho provato, dopoché un’esperienza, che oltrepassava le mie forze, consumò totalmente le mie energie spirituali e mi tolse ogni possibilità di azione. Paragonato all’arresto di attività per mancanza di slancio vitale, il riposo in Dio è qualcosa di completamente nuovo e irriducibile. Quello, era silenzio di morte. Al suo posto subentra ora un sentirsi custoditi, liberati da tutto ciò che è preoccupazione, obbligo e responsabilità riguardo all’agire.
E mentre mi abbandono a questo sentimento, a poco a poco una vita nuova comincia a colmarmi e, senza alcuno sforzo della mia volontà, a spingermi verso nuove realizzazioni. Questo afflusso vitale sembra essere qualcosa che promana da un’attività e una forza che non è la mia e che, senza nulla pretendere dalla mia, diventa attiva in me. Il solo presupposto necessario a questa rinascita spirituale sembra essere una certa capacità di accoglienza, come essa poggia sulla struttura della persona, che è sottratta al meccanismo psichico».
Intenzione di preghiera per il giorno
Perché S. Teresa Benedetta della Croce benedica e protegga l’Europa di cui è patrona dalle derive materialistiche ed edonistiche.
Don’t forget! 1000 quadri più belli del mondo
WILLIAM TURNER: TEMPESTA DI NEVE
BATTELLO A VAPORE AL LARGO DI HARBOUR’S MOUTH
1842 – olio su tela – 91 x 122 cm – Tate Collection Londra UK
Il pittore inglese WILLIAM TURNER (1775 -1851) fu il principale interprete dell’idea romantica di natura. Viaggiò in tutta Europa e fu celebrato dai contemporanei, ma quest’opera gli attirò non poche critiche e fu stroncata, eppure piacque moltissimo a John Ruskin influente critico d’arte. Vi è rappresentato il vaporetto Ariel sballottato nella tempesta che sconvolge cielo e mare a tal punto che non si capisce dove inizia l’uno e finisce l’altro. Turner vi rappresenta una natura imponente, legata a fenomeni grandiosi, a eventi dai risvolti eroici o drammatici. Come si nota nel quadro, il pittore arriva ad abolire il disegno, per privilegiare gli effetti di luce e colore: le forme si fanno sfocate, fino a dissolversi, confondendosi con gli stessi elementi naturali; gli spazi non sono più misurabili, ma intuiti attraverso le suggestioni evocate dal colore e dagli effetti atmosferici. Chi guarda, è come risucchiato nella composizione a forma di vortice le cui linee creano disorientamento e vertigine. Pare che Turner abbia detto di quest’opera: “Non l’ho dipinta perché fosse capita…volevo solo mostrare come è una scena del genere”. Turner anche in questo caso applica la sua concezione simbolica del colore, associando le tinte calde e luminose alla positività (il vaporetto si salverà dalla tormenta), la gamma del blu-violetto-nero al dramma e alla disillusione (le forze distruttive in atto del cielo e del mare). Questo quadro è la bellezza del terribile, è il desiderio di combattere l’inevitabile e il più forte, è la speranza dove non può esistere altro che mancanza di speranza.
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