Mercoledì 28 settembre 2022

     

    XXVI Settimana T. Ordinario

     

    Aforisma del giorno di Alessandro Manzoni

    “Non sempre ciò che vien dopo è progresso”.

     

    Preghiera del giorno

    Ti ringrazio, Signore, per avermi donato la vita, le altre creature, l’affetto dei miei cari e il necessario per ogni giorno. Ti lodo per i sensi corporali, per il respiro che mi fa vivere, per ogni battito del cuore. Riconosco, o Signore, che ti sei reso solidale con noi peccatori per portarci alle vette della tua divinità.

    Ti lodo, Signore, per il tuo Spirito sempre sollecito con noi. Ti lodo, Signore, perché non ci abbandoni anche quando noi abbandoniamo Te che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen.

     

    Santo del giorno

    S. Venceslao

    Vissuto nel X secolo, principe di Boemia, fu educato cristianamente dalla nonna S. Ludmilla. Giovanissimo, successe al padre dopo un periodo di emergenza della madre che gli preferiva il secondogenito Boleslao. Ella fomentò a tal punto la rivalità fra i due fratelli che Boleslao assalì Venceslao mentre si recava da solo, come era solito fare, in chiesa per la preghiera del mattino.

    Difesosi dalla spada di Boleslao, a cui il risparmio alla vita, venne ucciso dai suoi seguaci. Venceslao visse nel periodo in cui, in Boemia, il Cristianesimo era agli albori e l’attività apostolica e missionaria erano molto difficili e pericolose. Egli, pio e religioso, contribuì alla diffusione del vangelo  promuovendo religiosamente e culturalmente il suo popolo e, per la sua bontà e per la sua rettitudine, divenne il santo più popolare della Boemia.

     

    Parola di Dio del giorno Luca 9,57-62

    In quel tempo, mentre camminavano per strada, un tale disse a Gesù: «Ti seguirò dovunque tu vada». E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo». A un altro disse: «Seguimi».

    E costui rispose: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Gli replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va’ e annuncia il regno di Dio». Un altro disse: «Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia». Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro è adatto per il regno di Dio».

     

    Riflessione del giorno di Nuove lettere di Berlicche

    Nei dipinti raffiguranti S. Girolamo si vede spesso un teschio. Anche Amleto è raffigurato sovente col teschio in mano. Nella tragedia però ciò non avviene in coincidenza con il famoso monologo dell’essere o non essere, ma quando incappa in due becchini che casualmente dissotterrano una sua antica conoscenza, il povero Yorick, e scherza con loro in modo un po’ macabro.

    Nelle barocche non è inconsueto vedere teschi a mo’ di decorazione, quale memento mori. Il nostro cranio, con le sue buie occhiaie, ha sempre simboleggiato la morte, e ricordato la nostra fragilità umana. Dietro quella calotta tonda e bianca un tempo erano ospitati ricordi, affetti, un’intelligenza. Una persona che sapeva e amava, che aveva visto cose e fatto esperienze che mai conosceremo e che è ora un guscio vuoto.

    Davvero è tutto lì? Davvero anche noi sotto sotto siamo così e non importa quanto la carne che copre l’osso sia bella, la pelle curata, i capelli pettinati; un giorno spariranno, e non rimarrà che un perenne ghigno. Sì, il teschio ci ricorda cosa non è importante e, nello stesso tempo, cosa lo è.

     

    Intenzione di preghiera per il giorno

    Preghiamo per le donne iraniane uccise e per quelle che rischiano la vita per difendere la loro libertà e dignità e per la povera Saman uccisa e fatta sparire in Italia dai suoi stessi genitori.

     

    Don’t Forget! Storia dei martiri cristiani

    Martiri della rivoluzione francese – I martiri dei pontoni di Rochefort

    † LA ROCHELLE, ROCHEFORT – FRANCIA, 1794/1795

    La Rivoluzione Francese ebbe meriti nella formazione politica, morale e sociale dell’epoca moderna, ma come tutte le rivoluzioni, lasciò dietro di sé un lago di sangue, morti ingiuste, delitti e violenze e la Chiesa Cattolica ebbe innumerevoli martiri, uccisi per il solo fatto di essere religiosi. L’Assemblea Costituente nel 1789 aveva decretato la Costituzione Civile del Clero al quale fu imposto il giuramento di adesione: ci fu chi aderì (=clero giurato) e chi no (=clero “refrattario”).

    La successiva Assemblea Legislativa al potere infierì contro i ‘refrattari’ giungendo nel 1792 a massacrare 300, fra vescovi e preti. La Convenzione Nazionale emise contro i ‘refrattari’ decreti di deportazione, per cui bisognava presentarsi spontaneamente. pena la morte. Furono così colpiti 2.412 sacerdoti e religiosi, deportati in tre zone della Francia: 829 a La Rochelle (Rochefort); 76 a Nantes-Brest e 1494 a Bandeau-Blayc. Nella primavera 1794, gli 829 sacerdoti e religiosi deportati a La Rochelle furono imbarcati su due vecchie navi (pontoni) ancorate nella foce del fiume Charente, di fronte all’isola di Aix.

    Ammucchiati di notte in uno strettissimo interponte, vissero un inferno di sofferenza, appesantita dalla cattiveria dell’equipaggio che “affumicava” i prigionieri con fumo di catrame. I miseri subirono stenti indicibili, senza assistenza sanitaria e molti erano anziani. In 5 mesi morirono in 547, fra cui il canonico Jean-Baptiste Souzy, che aveva ricevuto dal vescovo di La Rochelle l’incarico di assistere i deportati.

    Grazie alla testimonianza dei 282 superstiti, liberati nel febbraio 1795, si raccolsero notizie sul martirio di preti diocesani e religiosi e nel 1932 fu istruito a La Rochelle il processo per la beatificazione di 64 di loro celebrata a Roma il 1-10-1995, da Giovanni Paolo II che nella cerimonia commemorò tutti i 547 deportati morti a Rochefort, gli eroici “Martiri dei Pontoni”. Sulla spiaggia dell’Isola Madame, nell’estuario del fiume Charente, i pellegrini hanno deposto una croce di ciottoli, sul luogo ove furono sepolti i martiri, indicando simbolicamente la loro tomba.

     

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