XXX Settimana tempo ordinario
Aforisma del giorno Siracide 35,21-22
La preghiera del povero attraversa le nubi né si quieta finché non sia arrivata.
Preghiera del giorno colletta
O Dio, tu non fai preferenze di persone e ci dai la certezza che la preghiera dell’umile penetra le nubi; guarda anche a noi come al pubblicano pentito, e fa’ che ci apriamo alla confidenza nella tua misericordia per essere giustificati nel tuo nome.
Per il nostro Signore Gesù Cristo tuo Figlio che è Dio e vive e regna con Te nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
Parola di Dio del giorno
Siracide 35, 15-17.20-22 Salmo 33; 2 Timoteo 4,6-8.16-18; Luca 18, 9-14
Gesù disse una parabola per alcuni che avevano l’intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri: «Due uomini salirono al tempio a pregare: l’uno era fariseo, l’altro pubblicano.
Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: “O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo”.
Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: “O Dio, abbi pietà di me peccatore”. Io vi dico: questi, a differenza dell’altro, tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato».
Riflessione del giorno – Commento al Vangelo
Questa parabola ha un evidente intento provocatorio, espresso dal rovesciamento finale di condizione, ma non vuole certo svalutare il comportamento buono, liquidando come inesistenti le malefatte del pubblicano, anzi! Semmai l’intenzione di Gesù è quella di salvare a ogni costo il bene, smascherando le forme ambigue o addirittura false dietro alle quali persino il più religioso degli uomini è tentato di camuffarlo.
Questo brano di Vangelo infatti vuol farci capire che il fariseo, in apparenza così religioso e rispettabile, è l’immagine del rapporto rovesciato con Dio, col prossimo e con sé stessi. Egli infatti si reca al tempio non a fare memoria delle grandi opere di Dio e rendergli grazie, ma a elencare a Dio i propri titoli di merito ed esigerne la ricompensa.
Si presenta a Dio non per sentirsi dire la verità sulla sua vita, ma per trovare la conferma che è nel giusto. Si incontra davanti a Dio Padre di tutti non per riscoprirsi fratello anche dei peccatori, ma per distinguersi da loro. Il fariseo è la dimostrazione di come anche il comportamento più irreprensibile possa diventare imperdonabile.
La sola preghiera autentica davanti a Dio infatti è quella di chi rinuncia a giudicare sé stesso come buono o cattivo, ma lascia che sia l’amore di Dio a definire il bene o il male e insieme accetta con umiltà che siano proprio i fratelli peccatori a rivelare la sua miseria nascosta.
Oggi, domenica 23 ottobre 2022 si celebra la
96.A GIORNATA MISSIONARIA MONDIALE
«DI ME SARETE TESTIMONI» (At 1,8)
Cari fratelli e sorelle, continuo a sognare la Chiesa tutta missionaria e una nuova stagione dell’azione missionaria delle comunità cristiane. E ripeto l’auspicio di Mosè per il popolo di Dio in cammino: «Fossero tutti profeti nel popolo del Signore!» (Nm 11,29). Sì, fossimo tutti noi nella Chiesa ciò che già siamo in virtù del battesimo: profeti, testimoni, missionari del Signore! Con la forza dello Spirito Santo e fino agli estremi confini della terra. Maria, Regina delle missioni, prega per noi! Papa Francesco.
Intenzione di preghiera per il giorno
Preghiamo per le missioni cattoliche nel mondo e per i missionari sacerdoti, religiosi e religiose e per i laici che dedicano la loro vita all’annuncio del Vangelo e alla testimonianza della carità.
Don’t Forget! Santo del giorno
S. Giovanni da Capestrano
Nato a Capestrano, l’Aquila, nel 1386, da barone tedesco e madre abruzzese, studia a Perugia, si laurea e diviene ottimo giurista, tanto che Ladislao di Durazzo lo fa governatore della città. Ma caduto prigioniero, decide di farsi francescano, diventando amico di san Bernardino e prende come emblema il monogramma di Cristo Re.
Il Papa lo invia suo legato in Austria, Baviera, Polonia, dove si allarga l’eresia degli Ussiti. In Terra Santa promosse l’unione degli Armeni con Roma. A 70 anni, nel 1456, si trova alla battaglia di Belgrado investita dai Turchi e per 11 giorni e notti non abbandona il campo.
Ma 3 mesi dopo, il 23 ottobre, Giovanni muore a Villach (oggi Ilok, in Croazia). È stato canonizzato da papa Alessandro VII il 16-10- 1690. Nel 1984 il Papa Giovanni Paolo II lo ha proclamato patrono dei cappellani militari di tutto il mondo.
Nessun commento
È possibile postare il commento di prima risposta.