Sono stato raggiunto dalla notizia della formazione del nuovo governo italiano, in Bolivia dove mi trovo in visita alla Ciudad de los Niños del Patronato S. Vincenzo di Bergamo.
Non ho potuto fare a meno di pensare al modo in cui venivano eletti i nuovi capi (“Jilakata”) nei villaggi delle regioni Andine più profonde.
Al prescelto che aveva accettato l’incarico, veniva consegnato il “chicote” (frustino) come segno del comando che aveva assunto e del suo dovere di far rispettare le leggi tradizionali del “Ayllu” (il villaggio).
Dopo le congratulazioni di rito però, gli anziani ammonivano così il capo del pueblo: “Questo stesso frustino sarà usato su di te, se non ti dimostrerai all’altezza del compito che ti abbiamo assegnato”.
Ricordando l’espressione seria e preoccupata di quegli antichi capi, colpiscono i sorrisi di soddisfazione dei nostri nuovi governanti.
È vero che i tempi sono cambiati e che l’Italia ha poco da spartire con l’antica regione andina, ma con quello che aspetta il nostro nuovo governo, qualche volto serio al modo degli antichi Jilakata, non sarebbe fuori posto.
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