Lunedì 14 novembre 2022

     

    XXXIII Settimana tempo ordinario

     

    Aforisma del giorno di Angelus Silesius

    “So che senza di me, Dio non può un istante vivere: se io divento nulla, deve di necessità morire.”.

     

    Preghiera del giorno dal Salmo 119,57-64 (8.a parte)

    La mia sorte, ho detto, Signore, è custodire le tue parole. Con tutto il cuore ti ho supplicato, fammi grazia secondo la tua promessa. Ho scrutato le mie vie, ho rivolto i miei passi verso i tuoi comandamenti. Sono pronto e non voglio tardare a custodire i tuoi decreti.

    I lacci degli empi mi hanno avvinto, ma non ho dimenticato la tua legge. Nel cuore della notte mi alzo a renderti lode per i tuoi giusti decreti. Sono amico di coloro che ti sono fedeli e osservano i tuoi precetti. Del tuo amore, Signore, è piena la terra; insegnami il tuo volere.

     

    Santo del giorno

    S. Stefano T. Cuénot

    Stefano Teodoro nacque a Le Bélieu in Francia nel 1802 da una famiglia di contadini. Missionario francese, della società delle Missioni Estere di Parigi, dal 1829 svolse il suo ministero nella Cocincina ora Vietnam.

    Abbandonata la missione per sfuggire alla persecuzione sferrata dal re Minh Mang (1820-1841), si rifugiò a Singapore dove ricevette l’ordinazione episcopale come coadiutore del vicario apostolico della Cocincina, dove ritornò vivendo di nascosto. Ma nel 1855 fu scoperto e arrestato.

    Morì di languore in Cocincina nel 1861, dopo essere stato rinchiuso per due settimane in una gabbia angusta, esposta al sole e alle intemperie. Beatificato il 2 maggio 1909, con altri compagni di martirio, da Giovanni Paolo II è stato canonizzato il 19 giugno 1988, insieme con gli altri martiri del Vietnam..

     

    Parola di Dio del giorno Luca 15,1-10

    Mentre Gesù si avvicinava a Gerico, un cieco era seduto lungo la strada a mendicare. Sentendo passare la gente, domandò che cosa accadesse. Gli annunciarono: «Passa Gesù, il Nazareno!». Allora gridò dicendo: «Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!».

    Quelli che camminavano avanti lo rimproveravano perché tacesse; ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!». Gesù allora si fermò e ordinò che lo conducessero da lui. Quando fu vicino, gli domandò: «Che cosa vuoi che io faccia per te?».

    Egli rispose: «Signore, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Abbi di nuovo la vista! La tua fede ti ha salvato». Subito ci vide di nuovo e cominciò a seguirlo glorificando Dio. E tutto il popolo, vedendo, diede lode a Dio».

     

    Riflessione del giorno di S. Francesco di Sales

    Bisogna aver pazienza con tutti, e innanzitutto con sé stessi. Bisogna in tutto e dovunque vivere in pace. Bisogna sopportare gli altri, ma bisogna prima sopportare sé stessi.

    Bisogna fare tutto per amore e nulla per forza. Bisogna talvolta indietreggiare per saltare meglio. Bisogna sbrigarsi senza agitarsi, aver cura senza inquietudine. Bisogna aver pazienza di essere della natura umana e non dell’angelica.

    Bisogna combattere il male col bene, l’asprezza con la dolcezza. Bisogna dire risolutamente e schiettamente male al male e biasimare le cose biasimevoli.

     

    Intenzione di preghiera del giorno

    Preghiamo per tutti i defunti dimenticati e per chi non hanno avuto nessuno né in vita né in morte.

     

    Don’t Forget! Personaggi illustri e grandi cristiani

    ANDRÉ-MARIE AMPÈRE (nato il 20-01-1775 e morto il 10-6-1836) scienziato francese, realizzò importanti ricerche in fisica, chimica, matematica e scienze naturali, compiendo fondamentali scoperte nel campo dell’elettrodinamica.

    Apparteneva al Terz’Ordine Francescano e fu per tutta la vita un fervente cattolico. Il padre era un ricco commerciante, la madre una donna caritatevole e religiosa. Quando il giovane Ampère scoprì la sua predisposizione per la matematica, suo padre gli procurò libri più congeniali di quelli della cultura classica a cui voleva iniziarlo: così, a soli 11 anni, prese a studiare (in latino) le opere di Eulero e Bernoulli.

     

    Don’t forget! ANDRÉ-MARIE AMPÈRE

    Fisico 1775-1836

    Nel 1793, dopo lo scoppio della Rivoluzione francese, suo padre si rifugiò a Lione, ma fu arrestato e condannato a morte, un episodio che influì sull’animo del diciottenne Ampère, che per qualche tempo sprofondò nell’apatia.

    Nel 1799 sposò Julie Carron, che gli diede un figlio: per mantenere la famiglia Ampère fu costretto a dare lezioni private; ma più tardi, nel 1801, ottenne la cattedra di fisica presso l’Ecole Centrale di Bourg. Purtroppo nel 1803, dopo soli 4 anni di matrimonio, perse l’amata moglie.

    A Bourg scrisse le “Considerazioni sulla teoria matematica del gioco” in cui dimostrò che le probabilità di vincita del giocatore d’azzardo sono sempre a suo svantaggio, il che gli favorì la nomina a professore di matematica presso il Liceo di Lione.

    Più tardi, nel 1805, ottenne un incarico presso l’Ecole Polytechnique di Parigi. Qui, quattro anni più tardi, ottenne la cattedra di professore di analisi matematica e il titolo onorifico di Cavaliere della Legion d’Onore. In questi anni si dedicò a studi di matematica, fisica e metafisica; pubblicò vari articoli su argomenti di geometria, chimica e zoologia.

    Il suo nome resta però legato ai suoi esperimenti nel campo dell’elettromagnetismo. Il 18-9-1820, Ampère annunciò all’Accademia delle Scienze di Francia la sua scoperta: due conduttori percorsi da una corrente elettrica interagiscono tra loro, un esperimento che pose le basi dell’elettrodinamica.

    Ampère continuò le sue sperimentazioni, pubblicandone i risultati nel 1822 e nel 1830 e divenendo membro dell’Accademia di Francia, delle Royal Societies di Londra ed Edimburgo, delle Accademie di Belino, Stoccolma, Bruxelles e Lisbona e di altre società scientifiche. Nel 1881, in suo onore, fu assegnato il nome di “ampere” all’unità di misura dell’intensità elettrica.

    Ampère morì di polmonite a Marsiglia nel 1836, a 61 anni, ed è sepolto nel cimitero di Montmartre a Parigi. Il giudizio sulla sua vita è bene espresso dall’epitaffio che scelse per la sua tomba: Tandem felix, (“Finalmente felice”). Da cristiano convinto e praticante affermò: “Scrivi con una mano sola; con l’altra tieniti aggrappato alla veste di Dio, come un bimbo si tiene alla veste del padre! Senza questa precauzione ti sfracelleresti immancabilmente contro una roccia”.

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