Come a molti altri in questo periodo, anche a me è capitato di essere stato messo fuori combattimento dall’influenza stagionale: febbre, tosse, dolori, inappetenza… e una stanchezza invincibile mi hanno costretto a letto e chiuso in stanza per una settimana.
Quando finalmente mi riprendo ed esco in cortile tornando al lavoro, sono accolto da giovani neri che salutano sorridenti: «Io non visto te in questi giorni… io ora contento!».
Fra i tanti, ne cerco uno al quale avevo promesso un aiuto per la famiglia (moglie e due figli) che vive nel Sud del nostro Paese in una comunità di accoglienza; lui è venuto su al Nord per lavorare e ha un contratto part time, ma i soldi non bastano mai.
«Scusa se ho tardato, ma non stavo bene… ecco la somma che ti ho promesso» gli faccio. Lui mi chiude i soldi in mano e ripete deciso: «Non li voglio».
Temendo di aver fatto una gaffe, mi scuso e insisto, ma lui niente, non c’è verso che accetti e spiega: «Io e mia famiglia troppo contenti che tu stai bene e this is already our reward (questa è già la nostra ricompensa).
I soldi usali per le medicine che hai comprato». Non mi permette neanche di spiegare che il suo gesto è la più efficace delle medicine e per di più a costo zero…
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