Quei poveri in cerca di un nascondiglio

     

    All’arrivo del freddo, si moltiplicano le richieste di ospitalità nel Patronato, per proteggersi non solo dai rigori invernali, ma anche dall’insicurezza della vita in strada.

    Per uno che viene accolto, tre sono messi in lista di attesa, ma non tutti si rassegnano e anche quest’anno, nonostante i controlli, non è mancato chi, protetto dal buio, è riuscito a intrufolarsi nel tendone che fa da deposito o a rifugiarsi sotto una tettoia o in un angolo protetto dove si è ricavato una rudimentale protezione fatta di cartoni e stracci.

    Una volta scoperti, rimarrebbe solo l’espulsione, ma in questi giorni in cui il freddo punge, non ce la siamo sentita… Grazie all’aiuto di un benefattore si sono acquistati due «container» (di quelli che fanno da casa nei cantieri) che, posizionati nel cortile del Patronato e dotati di luce e di impianto radiante per il riscaldamento, sono diventati dormitorio di notte e casa di giorno non solo per gli ospiti «abusivi», ma anche per tre in lista di attesa.

    Ora 12 persone in più dormono tranquille e sono contente. Solo due hanno rifiutato la sistemazione, perché «preferiamo stare da soli» si sono giustificati. Ma si sa che nel popolo della strada c’è anche chi cerca non un rifugio, ma un nascondiglio, perché non si veda né chi è, né cosa fa.

     

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