Mercoledì 15 febbraio 2023

     

    6a settimana tempo ordinario  

     

    Aforisma del giorno di Ennio Flaiano

    “Da quando l’uomo non crede più all’inferno, ha trasformato la sua vita in qualcosa che somiglia all’inferno. Non può farne a meno”.

     

    Preghiera del giorno

    O immenso Creatore, che all’impeto dei flutti segnasti il corso e il limite nell’armonia del cosmo, Tu all’aspre solitudini della terra assetata donasti il refrigerio dei torrenti e dei mari. Irriga, o Padre buono, i deserti dell’anima coi fiumi d’acqua viva che sgorgano dal Cristo. Ascolta, o Padre altissimo, Tu che regni nei secoli con il Cristo tuo Figlio e lo Spirito Santo. Amen.

     

    Santo del giorno

    Sui SS. Faustino e Giovita di storico vi è che i due giovani cavalieri, convertiti al cristianesimo, furono i primi evangelizzatori del Bresciano e sono morti martiri tra il 120 e il 134 al tempo dell’imperatore Adriano. La loro conversione fu opera del vescovo Apollonio che ordinò prete Faustino e diacono Giovita.

    Ma i maggiorenti di Brescia invitarono il governatore Italico a eliminare i due col pretesto dell’ordine pubblico. La morte di Traiano ritardò i piani del governatore, che approfittando della visita del nuovo imperatore Adriano a Milano denunciò i due come nemici della religione pagana.

    Diversi miracoli li risparmiarono dalla morte e spingono numerosi pagani – tra cui anche la moglie di Italico, Afra – a convertirsi. Portati a Milano, Roma e Napoli furono decapitati infine a Brescia che li adottò come patroni della città.

     

    Parola di Dio del giorno Marco 8,22-26

    In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli giunsero a Betsaida, e gli condussero un cieco, pregandolo di toccarlo. Allora prese il cieco per mano, lo condusse fuori dal villaggio e, dopo avergli messo della saliva sugli occhi, gli impose le mani e gli chiese: «Vedi qualcosa?».

    Quello, alzando gli occhi, diceva: «Vedo la gente, perché vedo come degli alberi che camminano». Allora gli impose di nuovo le mani sugli occhi ed egli ci vide chiaramente, fu guarito e da lontano vedeva distintamente ogni cosa. E lo rimandò a casa sua dicendo: «Non entrare nemmeno nel villaggio».

     

    Riflessione del giorno

    Jeff Foster: “Il risveglio spirituale nella vita quotidiana”

    Accettazione non significa dover rinunciare ai nostri tentativi di evitare che le cose vadano male, come se, tra l’altro, questo fosse possibile. E non sto dicendo che in pratica dovremmo stare con le mani in mano e lasciare che accadano cose spiacevoli, se possiamo fare qualcosa al riguardo.

    Nessuno vuole che i propri cari si ammalino. Nessuno vuole perdere tutti i suoi soldi o essere ferito in un incidente d’auto. Nessuno vuole essere lasciato dal partner all’improvviso. Nessuno vuole essere aggredito fisicamente. Ma queste cose accadono.

    La vita non va sempre secondo i nostri piani. Anche quando abbiamo le migliori intenzioni, quando facciamo i progetti più solidi, quando ricorriamo al pensiero positivo o alle preghiere e cerchiamo di manifestare il nostro destino, anche quando seguiamo il nostro cammino spirituale e promuoviamo la nostra evoluzione, accadono cose che, potendo scegliere, non avremmo fatto accadere, e ci mostrano di continuo, che in definitiva non abbiamo il controllo su questa cosa che chiamiamo vita.

    Perfino le cosiddette persone più illuminate sono finite in un letto d’ospedale a chiedere altra morfina per il tremendo dolore causato da un tumore. Intendo dire che, se vogliamo essere davvero liberi, dobbiamo affrontare questa realtà a occhi aperti.

    Dobbiamo smettere di negare la realtà, lasciar perdere velleità e speranze, e dire la verità sulla vita così com’è. Nell’ammettere la verità di questo momento risiede una grande libertà, per quanto questa verità si scontri con le nostre speranze, i nostri sogni e i nostri progetti.

     

    Intenzione di preghiera per il giorno

    Preghiamo per la pace eterna delle vittime del terremoto in Turchia e Siria e per i sopravvissuti perché siano soccorsi e aiutati a riprendere la speranza.

     

    Don’t Forget! 1000 quadri più belli del mondo

    CHRISTIAN KROGH: RAGAZZA MALATA.

    1881 – olio su tela – 120 x 105 cm – Nasjonalgalleriet – Oslo – Norvegia

    Pittore, scrittore, giornalista, Christian Krohg nacque nel 1852 nella capitale norvegese quando ancora si chiamava Christiania. Krogh fu un artista sregolato, intraprendente, straripante di talento, ma quasi dimenticato se lo si paragona ad altri suoi connazionali, tra i quali, più di tutti, il più giovane Edward Munch.

    Esponente in Norvegia del più estremo naturalismo, e a Parigi leader dei bohémien norvegesi, aveva coraggio, sguardo acuto rivolto alla vita dell’uomo, sia esteriore che interiore: il dipinto che presentiamo si inserisce in una tipologia di soggetti diffusa nella pittura nordica della cosiddetta “epoca dei cuscini”, che vide vari maestri cimentarsi nella rappresentazione di bambini malati stesi a letto, accomodati su poltrone, sedie a dondolo, ecc. accomunati dalla presenza di grandi cuscini quadrangolari, come se fossero un moderno nimbo medioevale.

    L’aureola quadrata, infatti, era un simbolo iconografico ben noto nel Medioevo come segno distintivo di persone aventi fama di santità ma ancora in vita, oppure defunte ma non ancora canonizzate. A questi temi drammatici di vita quotidiana Krohg dedicò particolare attenzione, dando vita a soggetti pieni di umanità e dolore, resi ancor più coinvolgenti dal carattere molto realistico dell’immagine, di definizione quasi fotografica. Se c’è un termine che descrive il dipinto, è “ineluttabilità”.

    La malattia avrà un decorso tragico e nulla servirà a mitigare questo triste destino che è molto più di un presentimento. Lo leggiamo nel volto pallido della ragazzina, nei suoi occhi giganti, nella frontale fissità, nell’inquadratura ravvicinata che nulla concede all’ambientazione, nella rosa tra le mani, che simbolicamente perde le foglie. Quello sguardo, al quale è difficile sfuggire, ci impone delle riflessioni e ci pone delle domande, come del resto quel corpo che immobile, ma non fermo, sembra andare oltre i limiti del quadro. (commento di Cristina Casoli).

     

     

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