«Non sto bene e dormo in stazione: avrei bisogno di un posto» ci chiede un giovane africano. Ma la casa è piena! Telefoniamo a tutti, ma niente da fare.
Uno suggerisce: «Perché non chiedi a N. N. che ha la casa grande». N. N. è un poco di buono, ma tentiamo. «Mandatelo pure» risponde. «Quanto ti devo?» chiedo. «Niente: lo devo io a voi».
Questo fatto mi ricorda una storia dei padri del deserto. Il novizio di un monaco era tentato di impurità e l’anziano gli diceva: «Resisti, figlio mio».
Ma l’altro: «Non posso più reggere se non soddisfo l’impulso». L’anziano allora finse: «Visto che anche io sono tentato, andiamo insieme a sfogarci».
Giunti a destinazione, l’anziano entrò per primo dalla meretrice, le diede la sua unica moneta d’argento, supplicandola di non contaminare né lui né il fratello. Lei glielo promise.
Poi uscì e disse al giovane: «È il tuo turno». Quando entrò, la donna gli disse: «Sono una peccatrice, ma ho le mie leggi». E ordinò al novizio di fare 50 volte la metanìa (genuflessione, segno di croce e preghiera) mentre lei faceva altrettanto.
Dopo 20 metanìe, il giovane fu preso da rimorso: «Come posso pregare Dio mentre sto per fare un abominio?». E uscì senza peccare. Il Signore gli tolse la tentazione e i due tornarono a casa lodando Dio.
La vita è sorprendente: se infatti un tempo anche le prostitute credevano in Dio, oggi ci sono balordi che non esitano ad accogliere un senzatetto in casa loro.
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