28 marzo ore 17,47: don Roberto della Caritas telefona chiedendo che una ventina di migranti siano ospitati da noi per alcuni giorni.
Riapriamo stanze chiuse in vista della ristrutturazione, installiamo i letti, troviamo materassi, coperte, cuscini, lenzuola e alle 20,30 tutti sono sistemati: l’emergenza è almeno tamponata.
29 marzo ore 8,30 un nostro prete, tornando a casa dopo aver celebrato la Messa, inciampa e cade, ferendosi: soccorso, trascorre un giorno al S. Chiara per controlli.
Ore 11: i 20 nuovi arrivati, visitati dal medico, hanno la scabbia: doccia (la prima dopo mesi per chi viene dalla Libia), cambio vestiti, pomata anti-scabbia, verifica documenti …e alle 12,30 tutti pranzano.
Ore 15,30: un ex-ospite del Patronato, padre di 5 figli e in crisi con la moglie, tenta il suicidio in casa nostra ingurgitando dei medicinali. La Croce Rossa accorsa prontamente, scongiura la tragedia.
Ore 17: un appartamento dove vivono i nostri ospiti italiani è inondato per la rottura dei tubi causata dai lavori in atto. Interviene l’idraulico e alle 18,30 il danno è riparato.
Ore 20,30 a Verdello (dove la parrocchia ha accolto più di 20 nostri ospiti) la luce è saltata perché per il Ramadan gli ospiti islamici cucinano tutti insieme. Alle 22 il guasto è risolto.
Questa è la cronaca di una giornata di ordinaria emergenza al Patronato. E poi ci dicono che: «dovreste riposarvi…».
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