II Settimana del Tempo Pasquale
Domenica “in Albis” e della Divina Misericordia
Frase del giorno 1 Pietro 1,3…
Sia benedetto Dio e Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che nella sua grande misericordia ci ha rigenerati, mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti, per una speranza viva, per un’eredità che non si corrompe, non si macchia e non marcisce.
Preghiera del giorno colletta
Signore Dio nostro, che nella tua grande misericordia ci hai rigenerati a una speranza viva mediante la risurrezione del tuo Figlio, accresci in noi, sulla testimonianza degli Apostoli, la fede pasquale, perché aderendo a lui pur senza averlo visto riceviamo il frutto della vita nuova.
Per il nostro Signore Gesù Cristo tuo Figlio che è Dio e vive e regna con Te nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
Parola di Dio del giorno
Atti Ap.li 2,42-47; Salmo 117; 1 Pietro 1, 3-9; Giovanni 20, 19-31
La sera del primo giorno della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. I discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi».
Detto questo soffiò e disse: «Ricevete lo Spirito Santo. A chi perdonerete i peccati, saranno perdonati; a chi non perdonerete, non saranno perdonati». Tommaso, uno dei 12, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!».
Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo». Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era anche Tommaso. Venne Gesù, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!».
Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!». Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio e, credendo, abbiate la vita nel suo nome.
Riflessione del giorno
Forse è il caso di rivalutare la figura di Tommaso da sempre considerato campione di incredulità: di lui scriveva don Mazzolari “Il Signore mostra di non offendersi dell’incredulità di Tommaso, anzi ne fa un argomento per la nostra fede. Non è vero che al Signore dispiacciono certe resistenze se sono resistenze ragionevoli, se l’uomo è leale, onesto”.
Magari si moltiplicassero quelli come lui così determinati a servire e ad amare la verità, da esigerne le prove, disposti però a consegnarsi totalmente ad essa non appena la incontrano! Ma c’è dell’altro: l’ostinazione di Tommaso nel voler toccare il corpo del Risorto -“se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il dito nel posto dei chiodi e non metto la mia mano nel suo costato…”- costituisce per i credenti un’ ulteriore, preziosa conferma della risurrezione di Gesù come fatto storico, concreto e verificabile.
Perché non esiste al mondo nulla di più concreto della fede cristiana, di più profondamente e intimamente legato alla vita dell’uomo. Il Risorto che cammina al fianco dei discepoli e siede a mensa per mangiare insieme a loro, non teme di esibire le sue piaghe, anzi invita persino a toccarle: in questo modo è come se Gesù esortasse l’intera comunità cristiana a una fede solida e concreta che non scansi le prove della vita, che non abbia paura della realtà e non si rifugi nel grembo rassicurante di una religiosità che si difende dalla storia.
Oggi come agli inizi non sono i peccati e le debolezze dei suoi uomini a rovinare la Chiesa, ma la mancanza di fede nella potenza di Dio che fa risorgere i morti e trasforma i tipi alla S. Tommaso in persone su cui si può contare perché “quando si inginocchiano, si inginocchiano davvero e quando amano, amano davvero il loro Signore e il loro Dio”.
Intenzione di preghiera
Perché in questa domenica della divina Misericordia rinnoviamo la fiducia in un Dio che ha a cuore la nostra salvezza e fa prevalere sempre nei nostri confronti la misericordia rispetto al giudizio.
Don’t Forget! Santo del giorno
La festa della Divina Misericordia è stata istituita in modo ufficiale da Giovanni Paolo II nel 1992 che la fissò per tutta la Chiesa nella 1.a domenica dopo Pasqua, la “domenica in albis”.
Gesù, secondo le visioni avute dalla suora polacca Faustina Kowalska, parlò per la prima volta del desiderio di istituire questa festa a suor Faustina a Płock nel 1931, quando le trasmise la sua volontà per quanto riguardava il quadro: “Io desidero che vi sia una festa della Misericordia.
Voglio che l’immagine, che dipingerai col pennello, venga solennemente benedetta nella 1.a domenica dopo Pasqua; questa domenica deve essere la festa della Misericordia”. Suor Faustina è morta a soli 33 anni in Cracovia. Beatificata nel 1993, è proclamata santa nel 2000 da Giovanni Paolo II.
Nessun commento
È possibile postare il commento di prima risposta.