IV Settimana di Pasqua
Aforisma di Georg Christoph Lichtenberg 1742-1799
“Abitua il tuo intelletto al dubbio e il tuo cuore alla tolleranza.”
Preghiera
O Dio, autore della nostra libertà e della nostra salvezza, esaudisci le preghiere di chi ti invoca, e fa’ che i redenti dal Sangue del tuo Figlio vivano per te e godano della beatitudine eterna. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen
Santo del giorno
B. Caterina Cittadini
Caterina Cittadini nacque a Bergamo il 28 settembre 1801. Dopo aver conseguito il diploma di maestra elementare venne assunta come maestra nella scuola femminile di Somasca, e maturò il desiderio di entrare in una congregazione religiosa: scelse di accompagnarsi a quella dei somaschi di S. Gerolamo Emiliani.
Partecipò attivamente alla vita parrocchiale: maestra di dottrina cristiana, aprì la propria casa alla gioventù femminile, per animarla secondo lo stile oratoriano. L’attenzione ai poveri la condusse a porre attenzione alle orfane e alle ragazze impossibilitate a frequentare le scuole cittadine. Morì il 5 maggio 1857, dopo un giorno di agonia. È stata beatificata da Giovanni Paolo II il 29 aprile 2001.
Parola di Dio del giorno Giovanni 14,1-6
Disse Gesù ai suoi discepoli: «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi.
E del luogo dove io vado, conoscete la via». Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me».
Riflessione di don Davide Rota
Sta crescendo negli anni la moltitudine di quelli che definiscono sé stessi non in riferimento a qualcosa di positivo che fonda e struttura la loro identità (io credo in questi principi; mi ispiro a questi ideali; sostengo questi valori…) ma in opposizione a qualcosa di negativo che motiva la loro lotta (io sono contro, ma loro preferiscono dire “anti” questo o quello…) Il prefisso “anti” nella sua perentorietà dovrebbe chiarire una volta per tutte quello che non vogliono essere (anti-fascismo, anti-caccia; anti-consumo di carne; anti tunnel, strade, pale eoliche, centrali di ogni tipo…ce n’è per tutti i gusti), ma in realtà non chiarisce niente, anzi confonde tutto.
In primo luogo perché gli “antagonisti” sembrano a certi film americani dove il vendicatore, il giustiziere, il punitore di turno per riparare i torti fatti, ne commette di più gravi facendo strage di avversari. Si chiedano gli anti di professione se il loro impegno nel combattere il male non diventi presto ossessione nel combattere fino a distruggere chi il male lo fa, finendo per diventare uguali a quei malvagi che vogliono combattere (i filosofi questa la chiamano “eterogenesi dei fini”).
Così succede poco a poco che per gli antifascisti duri e puri non sia più il fascismo il male, ma i fascisti per cui “l’unico fascista buono è il fascista morto” e da qui alla violenza contro le persone il passo è breve. O gli animalisti che per difendere l’orso che ha ucciso un uomo minacciano di morte il presidente della provincia di Trento con moglie e figli inclusi…Essere anti non dice niente di te: dice solo che hai un nemico e che lo odi così tanto da assomigliargli.
Intenzione di preghiera
Preghiamo perché viviamo la nostra vita, sviluppiamo il nostro impegno, motiviamo i nostri desideri sempre e solo a partire da qualcosa di positivo e non contro qualcuno…
Don’t Forget! Santi e beati della carità
Beato Edoardo Giuseppe Rosaz – VESCOVO 1830-1903
Edoardo Giuseppe Rosaz nacque a Susa (Torino) il 15 febbraio 1830, penultimo di sette figli di una famiglia benestante. Entrato in seminario quindicenne, fu ordinato sacerdote nel 1854. Canonico del Capitolo della Cattedrale, si fece presto conoscere per la sua attenzione verso i più poveri: si occupò di giovani in difficoltà, carcerati, ammalati, anziani. Nel 1877, Pio IX lo chiamò alla guida della diocesi, ma non cessò di usare tutti i suoi beni per prendersi cura dei poveri e dei loro bisogni.
Egli visse da povero per i poveri, e tutti i fedeli accorrevano al suo confessionale, attratti da quella pace e serenità che trasmetteva con la sua predicazione. Si prodigò per assistere numerose giovani, che per problemi familiari o per povertà, vagavano chiedendo aiuto, raccomandandole ad amici sacerdoti, tra cui don Bosco e il canonico Anglesio. Le ragazze bisognose erano molte e la fama della sua generosità si sparse, tanto che ebbe inizio, con l’aiuto della divina Provvidenza “il Ritiro” delle giovani orfane.
E fu proprio questo grande attenzione per la carità che lo portò a entrare in contatto, a Torino, con don Bosco e il canonico Anglesio, successore del Cottolengo alla Piccola Casa della Divina Provvidenza. Per dare risposte alle tante ragazze che chiedevano aiuto promosse la nascita delle Suore francescane missionarie di Susa. Morì il 3 maggio 1903 dopo un episcopato segnato dalle sue visite, compiute anche a piedi, alle più sperdute parrocchie di montagna. Giovanni Paolo II l’ha proclamato beato a Susa il 14 luglio 1991.
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