VI Settimana di Pasqua
Aforisma di Jules Renard
Ci si fida tanto della posterità. Ma perché gli uomini di domani dovrebbero essere meno stupidi di quelli di oggi?
Preghiera del giorno
O Padre, che ci doni la grazia di celebrare nel mistero la risurrezione del tuo Figlio, fa’ che possiamo rallegrarci con tutti i santi nel giorno della sua venuta nella gloria. Egli è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
Santo del giorno
S. Pasquale Baylon
Nacque il 16-5-1540, nel giorno di Pentecoste, a Torre Hermosa, Aragona e sin da piccolo fu avviato al pascolo delle greggi, ma durante il lavoro si isolava per pregare. A 18 anni chiese di essere ammesso nel convento dei francescani Alcantarini di S. Maria di Loreto, ma fu respinto per la giovane età.
Verrà ammesso al noviziato il 2-2-1564 e l’anno dopo emise la professione come «fratello laico» non sentendosi degno del sacerdozio. Nel 1576 il provinciale gli affidò il compito, molto pericoloso, di portare documenti importanti a Parigi, rischiando di essere ucciso dai calvinisti. L’impegno venne comunque assolto in modo proficuo.
La sua vita fu caratterizzata da vero amore all’Eucaristia e fu anche autore di un libro sulla reale presenza di Cristo nel pane e nel vino. Morì nel convento di Villa Real, Valencia il 17-5-1592, domenica di Pentecoste. Fu canonizzato da Alessandro VIII nel 1690. Leone XIII lo proclamò patrono dei Congressi eucaristici.
Parola di Dio del giorno Giovanni 16,12-15
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future.
Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».
Riflessione di don Davide Rota
La nostra memoria è corta e noi facciamo in fretta a dimenticare…Dimentichiamo soprattutto il dolore, quello degli altri certamente; a volte anche il nostro nel caso sia stato così grande da diventare insopportabile anche solo da ricordare. Ma c’è un dolore che non deve essere dimenticato, perché se lo fa si diventa complici di chi questo dolore l’ha provocato.
Parliamo del dolore delle vittime: milioni di povere vittime dei massacri, nei lager nazisti, nei gulag staliniani, nei laogai cinesi, nelle pulizie etniche, nelle stragi di stato, delle guerre, delle migrazioni ecc. Non si tratta solo di eventi passati, perché la strage continua anche oggi, anche adesso: giorni fa un ristoratore della riviera ligure raccomandava a un amico bergamasco di non comprare pesce del mediterraneo perché –diceva- i pescatori nelle loro reti trovano sempre più spesso resti umani e i pesci di questi resti si nutrono.
Per questo a partire da questo blog proporremo ogni mese il titolo di un libro da leggere e da meditare con cura fino a sentire nella nostra carne un po’ del dolore di milioni di uomini e donne trattati come rifiuti ed eliminati dalla vicenda storica con una brutalità che fa orrore. Non chiudere gli occhi di fronte al male è obbligarci ad assumere un comportamento responsabile e a prendere posizione…Il silenzio di fronte a certi drammi è sicuramente colpevole.
Intenzione di preghiera
Per le vittime innocenti della ferocia umana più bestiale che ha prodotto i lager, i gulag e i campi di sterminio, perché questi orrori non tornino più a ripetersi.
Don’t forget! Il Libro del Mese
I RACCONTI DELLA KOLYMA di VARLAM TICHONOVIČ ŠALAMOV
VARLAM TICHONOVIČ ŠALAMOV (18-6-1907–17-1-1982) scrittore, poeta e giornalista russo. Prigioniero politico per anni, sopravvisse all’esperienza del gulag. Fu scrittore eccelso a cui toccò la terribile sorte di vivere e raccontare uno degli orrori più intensi e più vasti che l’umanità abbia mai visto ed escogitato.
“I racconti di Kolyma” sono tra le più importanti opere letterarie sul mondo dei Gulag e uno dei vertici della prosa russa del Novecento. In alternarsi cronologico tra le varie fasi della detenzione Salamov dipinge un affresco dei gulag sovietici, delle meschinità e piccole bontà dell’uomo, riuscendo sempre a coniugare la crudezza del dato storico e degli eventi vissuti con una straordinaria padronanza della scrittura.
Circolati inizialmente in modo clandestino (la 1.a edizione completa in lingua originale uscì a Londra nel 1978 e in Russia solo dopo la morte dell’autore), con la perestrojka hanno visto la loro fama crescere a dismisura di pari passo con il numero delle traduzioni.
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