Venerdì 9 giugno 2023

     

    IX settimana Tempo Ordinario

     

    Aforisma di Lucio A. Seneca 4 a. C – 65 d. C

    “Quello che non ha potuto guarire la ragione, spesso l’ha guarito il tempo.”

     

    Preghiera allo Spirito Santo di Edith Stein

    “Chi sei, dolce Luce che m’inondi e rischiari la notte del mio cuore? Tu mi guidi qual mano di una mamma; ma se mi lasci non più d’un passo solo avanzerei. Tu sei spazio  che l’esser mio circonda e in cui si cela.

    Se m’abbandoni cado nell’abisso del nulla, donde all’esser mi chiamasti. Tu a me vicino più di me stessa, più intimo dell’intimo mio. Eppur nessun ti tocca o ti comprende e d’ogni nome infrangi le catene: Spirito Santo – Eterno Amore!”

     

    Santo del giorno

    S. EFREM IL SIRO

    Nato a Nisibi (oggi Nizip in Turchia) verso il 306 il diacono e dottore della Chiesa S. Efrem è morto a Edessa, Siria (oggi Turchia), il 9 giugno 373. Dei primi anni della sua vita si conoscono racconti molto diversi tra loro: certo, invece, il sacramento del battesimo che fu da lui ricevuto verso i 18 anni.

    Strinse una profonda e spirituale amicizia con il vescovo della città, Giacomo (santo, 15 luglio), con il quale contribuì a costruire e a guidare una scuola di teologia. Ordinato diacono prima del 338 dal vescovo Giacomo (303-338), visse e operò a Nisibi fino alla conquista persiana: Efrem, alternando la vita ascetica all’insegnamento, si ritirò gli ultimi anni presso Edessa dove morì il 9 giugno 373.

    Esercitò il ministero con la parola e gli scritti e rifulse per austerità di vita e dottrina tanto da meritare per l’eleganza dei suoi inni l’appellativo di cetra dello Spirito Santo.

     

    Parola di Dio del giorno Marco 12,35-37

    In quel tempo, insegnando nel tempio, Gesù diceva: «Come mai gli scribi dicono che il Cristo è figlio di Davide? Disse infatti Davide stesso, mosso dallo Spirito Santo: “Disse il Signore al mio Signore: Siedi alla mia destra, finché io ponga i tuoi nemici sotto i tuoi piedi”. Davide stesso lo chiama Signore: da dove risulta che è suo figlio?». E la folla numerosa lo ascoltava volentieri.

     

    Riflessione dal blog di C. Miriano

    Tutti abbiamo visto come i giovani e giovanissimi romagnoli si siano messi a lavorare in ogni modo possibile per dare una mano, e hanno fatto davvero la differenza. E col sorriso in faccia, anche.

    Nella tragedia, enorme, che non vogliamo sminuire, pensiamo che sia stata una grazia per dei giovani l’occasione di potersi occupare di qualcosa di serio, di farsi carico, di deviare il corso – è proprio il caso di dirlo – delle cose, in meglio.

    Staccati dai telefoni, immersi nel mondo reale, realissimo, a volte immersi letteralmente fino al collo, sicuramente molti di loro in questi giorni stanno diventando uomini e donne adulti.

    Perché la tragedia dei giovani, oggi, non è tanto che nessuno si occupi di loro, ma che nessuno chieda loro di occuparsi di qualcosa. I giovani non vanno distratti e intrattenuti: devono avere la possibilità di mettersi alla prova, senza di noi che sbarriamo il passo o mettiamo il telo di sicurezza.

     

    Intenzione di Preghiera

    Per i giovani e le ragazze che in Romagna si sono prestati generosamente a dare una mano alle persone e famiglia rimaste vittime dell’inondazione, perché l’esempio del loro entusiasmo sia contagioso.

     

    Don’t Forget! Africa News

    Inondazioni nell’East Africa

    Nei mesi di febbraio e marzo era toccato al Malawi e al Mozambico, poi ad aprile a Nigeria, Niger e sud Sudan, a maggio a Burundi, Kenya, Tanzania, Ruanda e Repubblica Democratica del Congo, con un aumento esponenziale di sfollati e morti e distruzione di decine di migliaia di case oltre che di interi villaggi.

    Parliamo delle inondazioni che hanno colpito il centro e l’est del continente africano producendo devastazione e morte con cifre impressionanti. In questi giorni è stato nostro ospite qui al Patronato P. Mario Pacifici missionario Monfortano bergamasco che da 47 anni vive e lavora in Malawi: egli ha parlato di 1.500 vittime solo nel suo paese confrontando (senza peraltro sminuirlo) il dramma dei romagnoli -15 morti- con quello degli africani che tra l’altro non godranno di nessun risarcimento rispetto ai danni subiti.

    La cosa paradossale è che le zone dell’Africa così colpite dalle conseguenze dei cambi climatici contribuiscono solo in minima parte a quel “riscaldamento globale” che è provocato dall’inquinamento e dall’immissione nell’atmosfera di gas serra.

    Insomma ancora una volta è l’umanità più povera a dover pagare per le colpe di quella più ricca. Se almeno avessimo il pudore di non incolpare ipocritamente i migranti di tutti i mali del mondo, visto che arrivano da noi anche per colpe che non hanno e vanno piuttosto attribuite al nostro modo di vivere.

     

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