XI settimana Tempo Ordinario
Aforisma di Lucio A. Seneca 4 a. C – 65 d. C
“Che cosa misera è l’umanità se non si sa elevare oltre l’umano!”
Preghiera del giorno
O Dio, fortezza di chi spera in te, ascolta benigno le nostre invocazioni, e poiché nella nostra debolezza nulla possiamo senza il tuo aiuto, soccorrici sempre con la tua grazia, perché fedeli ai tuoi comandamenti possiamo piacerti nelle intenzioni e nelle opere. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per i secoli dei secoli. Amen
Santo del giorno
La Consolata è la patrona della diocesi di Torino e il suo nome deriva dal titolo Consolatrix afflictorum. Il suo culto è antico e a lei è dedicato il santuario più importante della città di Torino.
L’attuale santuario sorge sui resti antichi, ancora visibili, di una delle torri facente parte della muraglia di cinta costruita intorno alle prime colonie romane. Nel V secolo, il vescovo S. Massimo fece costruire una chiesetta dedicata a S. Andrea con una cappella dove fu esposto un dipinto rappresentante la Vergine Maria.
Uno dei primi ampliamenti di questa piccola chiesa, nel 1014, si deve al Re Arduino di Ivrea che ebbe la visita della Vergine in sogno che gli assegnò la costruzione di una chiesa a lei dedicata. E in questa chiesa un cieco ebbe il dono della vista e riportò a luce il dipinto che fu collocato nelle chiesetta poi trasformata in basilica.
Parola di dio del giorno Matteo 5,43-48
Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo” e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti.
Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste».
Riflessione di Pippo Corigliano
Napoli, estate 1728: saponari, muratori, barbieri, falegnami, scaricatori di porto e disoccupati confluivano la sera nella chiesa di S. Teresa degli Scalzi, presso la casa di Alfonso Maria de’ Liguori detto il più napoletano dei santi e il più santo dei napoletani, nato nel 1696 e morto nel 1787.
Egli li confessava, li istruiva e li mandava a formare i loro compagni. Pietro Barbarese, capo scugnizzo del Mercato, catechizzava e preparava ai sacramenti i monelli dei bassifondi. Luca Nardone, soldato dissoluto espulso dall’esercito, si convertì e divenne animatore di un altro gruppo. Il venditore di uova Antonio Pennino acquistò fama di santità e gli si attribuirono miracoli.
Questi laici formati da Alfonso diventano, ognuno nel suo quartiere, organizzatori di gruppi di meditazione, preghiera, formazione. Questi circoli presero il nome di “cappelle serotine”: Alfonso faceva il giro delle stesse, stimolando i convertiti e guadagnandone altri all’amore di Cristo. Assieme ai suoi amici sacerdoti il sabato sera riusciva a mala pena a far fronte alle confessioni.
Il cardinal Pignatelli era sbalordito: “Dei laici che fanno tanto bene!”. A più di un secolo dalla morte di Alfonso, nel 1894 le cappelle serotine saranno 300 nella sola Napoli e conteranno trentamila frequentatori. Che l’animo gentile dei napoletani sia stato influenzato anche da questo stare insieme con Gesù?
Intenzione di preghiera per il giorno
Per il popolo di Dio, perché non persegua le ricchezze terrene, ma la ricchezza della grazia divina.
Don’t forget! 1000 quadri più belli del mondo
Che VITTORIO MATTEO CORCOS (1859-1933) fosse maestro del ritratto mondano, lo attestano le innumerevoli tele che ritraggono facoltose signore dell’alta società e della nobiltà le quali, immerse in un’atmosfera raffinata, sembrano rispondere allo sguardo dell’osservatore, in un gioco di seduzione di cui fa parte l’attenzione agli abiti e ai tessuti, ai ricami preziosi, alle superfici di mobili e oggetti.
VITTORIO MATTEO CORCOS:
STELLA E PIERO 1889, olio su tela, 112 x 86,5 cm, Galleria d’Arte Moderna Palazzo Pitti, Firenze
La pittura e lo stile di Corcos sono stati fonte di ispirazione per un modello di femminilità che avrà straordinaria fortuna nella pubblicità della prima metà del ‘900. Il pittore livornese però amava anche fermarsi nel dolce paesaggio toscano a dipingere le occupazioni campestri, incuriosito dal mondo operoso delle donne che, una volta libere dal lavoro dei campi, ricavavano un umile guadagno intrecciando fuscelli secchi di grano per la produzione dei cappelli di paglia che si andava affermando a Firenze e a Prato ed era nata già nel XVIII secolo.
Il dipinto “Stella e Piero” è proprio ambientato nella campagna di Lastra a Signa a pochi Km da Firenze e in esso emerge tutta la bravura dell’artista che sembra aver stabilito con la modella un rapporto diretto, restituendoci il mondo agreste nella sua autenticità: il pittore infatti dedica alle sbreccature del muro sullo sfondo, alla ruvida tela del corsetto, al grembiule di cotonina a fiori rossi, la stessa cura che nei ritratti di donne famose dedicava ai ricchi vestiti e oggetti.
Stella, bella ragazza dalla pelle arrossata dall’aria e dal sole, ci guarda con i profondi occhi azzurri: la sua malinconica ritrosia è lontanissima dalla malizia delle provocanti signore che Corcos era solito ritrarre e rivela una maturità che contrasta con il suo uomo Piero che è ancora ragazzino giocoso il quale, steso sul muro di contenimento, si diverte a infastidirla con i fili di paglia. Una bellissima, commovente istantanea della vita, del lavoro e degli affetti della povera gente della quale il pittore ci restituisce l’intima bellezza e dignità.
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