XVII settimana Tempo Ordinario
Aforisma di S. Francesco
Cominciate col fare ciò che è necessario, poi ciò che è possibile. E all’improvviso vi sorprenderete a fare l’impossibile.
Preghiera di S. Francesco
Signore, fa di me uno strumento della Tua Pace: Dove è odio, fa ch’io porti l’Amore, Dove è offesa, ch’io porti il Perdono, Dove è discordia, ch’io porti l’Unione, Dove è dubbio, ch’io porti la Fede, Dove è errore, ch’io porti la Verità, Dove è disperazione, ch’io porti la Speranza, Dove è tristezza, ch’io porti la Gioia, Dove sono le tenebre, ch’io porti la Luce.
Maestro, fa che io non cerchi tanto d’esser consolato, quanto di consolare; d’essere compreso, quanto di comprendere; d’essere amato, quanto di amare. Poiché è dando, che si riceve; Perdonando, che si è perdonati; Morendo, che si risuscita a Vita Eterna. Amen
Santo del giorno
S. Pietro Giuliano Eymard
Nasce a La Mure d’Isère (Grenoble) nel 1811. Dopo aver frequentato il seminario è ordinato prete nel 1834. Nel 1839 entra nella neonata congregazione dei Padri Maristi a Lione, dove ben diventa collaboratore del fondatore, P. Colin.
Deciso a coltivare la devozione all’Eucaristia, nel 1856 fonda la Congregazione del SS. Sacramento che riceve l’approvazione del vescovo e in seguito (1863) del papa Pio IX. Accanto all’adorazione del SS. Sacramento i preti della congregazione si occupano dei poveri di Parigi e dei preti in difficoltà.
Pietro Giuliano Eymard morirà nella terra natale nel 1868. Viene canonizzato nel 1962 e nel 1995 entra nel calendario romano come «Apostolo dell’Eucaristia».
Parola di Dio del giorno Matteo 13,44-46
In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo. Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra».
Riflessione Dietrich Bonhoeffer
«Ogni giorno la comunità cristiana canta: “Ho ricevuto misericordia”. Ho avuto questo dono anche quando ho chiuso il mio cuore a Dio; quando ho intrapreso la via del peccato; quando ho amato le mie colpe più di Lui; quando ho incontrato miseria e sofferenza in cambio di quello che ho commesso; quando mi sono smarrito e non ho trovato la via del ritorno.
Allora è stata la parola del Signore a venirmi incontro. Allora ho capito: egli mi ama. Gesù mi ha trovato: mi è stato vicino, soltanto Lui. Mi ha dato conforto, ha perdonato tutti i miei errori e non mi ha incolpato del male. Quando ero suo nemico e non rispettavo i suoi comandamenti, mi ha trattato come un amico. Quando gli ho fatto del male, mi ha ricambiato solo con il bene.
Non mi ha condannato per i misfatti compiuti, ma mi ha cercato incessantemente e senza rancore. Ha sofferto per me ed è morto per me. Ha sopportato tutto per me. Mi ha vinto. Il Padre ha ritrovato suo figlio. Pensiamo a tutto questo quando intoniamo quel canto.
Fatico a comprendere perché il Signore mi ami così, perché io gli sia così caro. Non posso capire come egli sia riuscito e abbia voluto vincere il mio cuore con il suo amore, posso soltanto dire: “Ho ricevuto misericordia”».
Intenzione di Preghiera
Perché riceviamo con devozione il perdono d’ Assisi e lo applichiamo ai nostri defunti per il bene della loro anima.
Don’t Forget! Perdono d’Assisi
Il 2 agosto si ricorda S. Maria degli Angeli e del Perdono: a lei è dedicata una Basilica in Assisi dove apparve a S. Francesco nella cosiddetta Porziuncola, la chiesetta avuta in dono dai Benedettini del monte Subasio, da lui rimodernata e sistemata e presso cui si ritirava in preghiera e meditazione.
Si narra che nel luglio del 1216 S. Francesco stesse pregando quando gli apparve la Madonna seduta alla destra di Gesù e circondata da angeli la quale gli chiese in che modo poter esaudire il suo desiderio di mandare tutti in paradiso. S. Francesco: “Signore, benché io sia misero e peccatore, ti prego che a tutti quanti, pentiti e confessati, verranno a visitare questa chiesa, conceda ampio e generoso perdono, con una completa remissione di tutte le colpe”.
È da questa richiesta che ha origine quello che è conosciuto come il Perdono di Assisi. Gli fu infatti risposto di recarsi dal Papa Onorio III che dopo avergli concessa l’indulgenza gli chiese se volesse un documento, ma Francesco rispose: “Santo Padre, a me basta la vostra parola! Se questa indulgenza è opera di Dio, Egli penserà a manifestare l’opera sua; io non ho bisogno di alcun documento, questa carta deve essere la Santissima Vergine Maria, Cristo il notaio e gli Angeli i testimoni”.
Così il 2 agosto di quell’anno Francesco promulgò il Grande Perdono ogni anno in quella data a coloro che fossero andati nella chiesetta della Porziuncola, oggi all’interno della Basilica di S. Maria degli Angeli.
PER OTTENERE L’INDULGENZA PLENARIA DEL PERDONO DI ASSISI
(Si può applicare per sé o per i defunti)
Dal mezzogiorno del 1° agosto alla mezzanotte del giorno seguente (2 agosto) si può lucrare una volta sola l’indulgenza plenaria.
CONDIZIONI RICHIESTE:
1. Visita a una chiesa francescana, cattedrale o parrocchiale e recita di “Padre Nostro” e “Credo”.
2. Confessione Sacramentale per essere in Grazia di Dio (negli 8 giorni precedenti o seguenti).
3. Partecipazione alla S. Messa e Comunione Eucaristica (negli otto giorni precedenti o seguenti).
4. Preghiera secondo le intenzioni del Papa (“Padre Nostro, Ave Maria” e altre preghiere a scelta), per riaffermare l’appartenenza alla Chiesa.
5. Disposizione d’animo che escluda ogni affetto al peccato, anche veniale.
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