Il suo sogno è da sempre l’America: ma l’american dream si è trasformato in incubo. Ha cominciato con la lotteria per la «green card», cioè il visto di residenza negli Usa: lotteria fallita. Allora ha inviato agli uffici competenti il curriculum di lavoratore straniero, rispedito però al mittente per mancanza di qualifiche.
Non domo, ha cercato di ottenere il visto turistico negli States: ma quando gli han chiesto l’estratto conto della banca mica poteva dire di avere sul c/c mille euro! Poi ha scoperto che avrebbe potuto ottenere dalle università americane la scholarship (borsa di studio) per completare gli studi interrotti in Africa e ha presentato il diploma universitario.
Il documento era in regola, meno per due piccoli ma decisivi dettagli: il nome sul diploma non era il suo e secondo la data lui avrebbe frequentato l’ateneo africano all’età di 12 anni. Messo alle strette, affermò che bastava la sfocata foto del diploma a certificare che si trattava di lui. A questo punto sparì per riapparire dopo vari mesi: raccontò di essere volato in Brasile determinato a raggiungere gli Usa anche a piedi.
Ma in aeroporto, esaminati i documenti, lo avevano chiuso in carcere per tre mesi e poi lo avevano rispedito in Italia. Un’odissea moderna la sua, ma a differenza di Ulisse, la meta sognata non l’ha raggiunta. Non ancora almeno, ma per il futuro chissà…
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