Mercoledì 23 agosto 2023

     

    XX settimana Tempo Ordinario

     

    Aforisma di S. Rosa da Lima

    “Al di fuori della croce non vi è altra scala per salire in cielo”.

     

    Preghiera del giorno

    O Dio, che hai preparato beni invisibili per coloro che ti amano, infondi nei nostri cuori la dolcezza del tuo amore, perché, amandoti in ogni cosa e sopra ogni cosa, otteniamo i beni da te promessi, che superano ogni desiderio. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen

     

    Santo del giorno

    Nacque a Lima il 20-4-1586, decima di 13 figli, da nobile famiglia di origine spagnola. Il suo nome di battesimo era Isabella. Quando la famiglia subì un tracollo finanziario, lei si rimboccò le maniche e aiutò in casa.

    Sin da piccola aspirava a consacrarsi a Dio nella vita claustrale, ma rimase «vergine nel mondo». Il suo modello di vita fu S. Caterina da Siena e come lei, a 20 anni vestì l’abito del terz’ordine domenicano. Allestì nella casa materna una sorta di ricovero per i bisognosi e prestò assistenza a bambini e anziani abbandonati di origine india.

    Dal 1609 si richiuse in una cella di due metri quadrati, costruita nel giardino di casa dove trascorreva gran parte delle sue giornate a pregare ed in stretta unione con il Signore. Ebbe visioni mistiche. Nel 1614 fu obbligata a trasferirsi nella casa della nobile Maria de Ezategui, dove morì tre anni dopo. Era il 24 agosto 1617.

     

    Parola di Dio del giorno Matteo 20,1-16

    Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro: “Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò”. Ed essi andarono.

    Uscì di nuovo verso mezzogiorno, e verso le tre, e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: “Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?”. Gli risposero: “Perché nessuno ci ha presi a giornata”. Ed egli disse loro: “Andate anche voi nella vigna”. Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: “Chiama i lavoratori e dai loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi”. Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro.

    Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch’essi ricevettero ciascuno un denaro. Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone dicendo: “Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo”.

    Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: “Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?”. Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi».

     

    Riflessione Detti e fatti dei padri del nuovo deserto

    Ad abba Lino si è piantata nella mente la domanda di Gesù a Pietro nel Getsemani: «Non sei riuscito a vegliare una sola ora?» (Mc 14,37). Diceva tra sé: “Dovrei rispondere anch’io a questa domanda. Che posso fare? Dove andare?”. E continuava a rimuginare questo pensiero. Iniziò a pregare: “Dimmi Gesù, come devo fare”.

    Non attendeva risposta, ma mentre zappava nel suo orto, ecco dal di dentro una domanda: “Lino, hai mai visto una luce accesa in chiesa?”. Ricordò che in chiesa, c’è il Pane di cui Gesù ha detto «Questo è il mio Corpo». Detto fatto, lasciò la zappa, si pulì le scarpe, e si recò in chiesa. Sedette nel banco. “Ora che faccio?” disse tra sé. “«Vegliare una sola ora», aveva detto Gesù a Pietro. “Starò qui a vegliare davanti al Corpo di Gesù”.

    Dopo sei minuti di silenzio, ecco ancora la voce, ma diversa stavolta: “Che fai qui mentre tutti lavorano? Non senti il rumore del contadino e del fabbro e dello stradino? E tu perdi tempo?”. I rumori che si distinguevano bene, mai li aveva uditi così distinti. “Io sono qui a vegliare” rispose Lino. Ma che fatica continuare, quanti pensieri, quante sollecitazioni ad uscire, a tornare al lavoro! E non mancava qualche colpo di sonno tremendo.

    Fissava la lucetta che vegliava giorno e notte; fissò il grande crocifisso sopra l’altare: “Sono qui per te e con te, Gesù. Voglio vegliare, ma non so cosa fare”. Nessuno gli rispose né udì alcuna voce. Guardò l’orologio: mancava un minuto a completare l’ora. “Gesù, ho vegliato con te un’ora”.

    Nessuna gioia particolare, ma uscendo di chiesa Lino si sentiva leggero come un fringuello, forte come un leone, alto come l’aquila, mite come il come il bue del presepio, contento come un angelo, deciso come mai in vita sua, e pronto a vincere ancora sé stesso.

     

    Intenzione di preghiera

    Preghiamo per i nostri ragazzi perché dedichino qualche tempo della giornata alla preghiera.

     

    Don’t Forget! Storia dei Martiri cristiani

    Martiri Messicani

    P. MIGUEL AGUSTÌ PRO JUÀREZ

    Nasce a Guadalupe il 13-1-1891. Il padre è ingegnere minerario e Miguel, che lo accompagna a volte in miniera, sviluppa un’acuta sensibilità ai problemi sociali. Le due sorelle maggiori pronunciano i voti religiosi e anche Miguel, nel 1911, entra come novizio nella Compagnia di Gesù.

    Il 30-8-1925 è ordinato sacerdote a Enghien, in Belgio, e l’anno successivo torna in Messico, dove è in corso la persecuzione anticlericale. Senza tener conto dei rischi, svolge clandestinamente un’intensa attività assistenziale e pastorale, giungendo a distribuire 1500 comunioni quotidiane. Accompagnandosi con la chitarra, grazie alle canzoni e all’umorismo conquista l’attenzione della gente. Nel 1927 viene arrestato con la falsa accusa di aver partecipato a un attentato contro il generale Álvaro Obregón, candidato alla presidenza repubblicana, mentre in realtà Miguel è sempre stato contrario all’uso della violenza.

    Senza processo, e ignorando le testimonianze in favore della sua innocenza, il 23-11-1927 è portato davanti al plotone di esecuzione: ultime parole prima di essere fucilato sono «Viva Cristo Re». Con lui è ucciso anche il fratello Humberto, mentre l’altro fratello Roberto si salva all’ultimo momento. Al suo funerale, a Città del Messico, sfilano ventimila persone, nonostante il divieto delle autorità. Dichiarato martire il 10-11-1986 è stato beatificato da Giovanni Paolo II il 25-9-1988.

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