XXI settimana Tempo Ordinario
Aforisma del giorno
Porrò sulla spalla di Lui (il Re Messia) la chiave della casa di Davide: se egli apre, nessuno chiuderà; se egli chiude, nessuno potrà aprire. Lo conficcherò come un piolo in luogo solido e sarà un trono di gloria per la casa di suo padre.
Preghiera del giorno
O Padre, fonte di sapienza, che nell’umile testimonianza dell’apostolo Pietro hai posto il fondamento della nostra fede, dona a tutti gli uomini la luce del tuo Spirito, perché riconoscendo in Gesù di Nazareth il Figlio del Dio vivente, diventino pietre vive per l’edificazione della tua Chiesa.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli. Amen.
Parola di Dio del giorno
Isaia 22,19-23; Salmo 137; Romani 11,33-36; Matteo 16,13-20
Gesù, giunto nella regione di Cesarea di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti». Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?».
Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa.
A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli». Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo.
Riflessione commento al Vangelo
Che il dialogo fra Gesù e Pietro non sia uno scambio di reciproci complimenti, lo conferma il motivo della beatitudine che il Maestro riserva al suo discepolo: “Simone sei beato perché la tua risposta non ti è stata suggerita né dalla carne né dal sangue, ma il Padre mio che sta nei cieli”. Gesù in questo modo chiarisce a tutti che la fede non è cosa di cui si possa menar vanto: non tarderà ad accorgersene lo stesso Pietro il quale tenterà di distogliere il Maestro dalla sua missione ricevendo in cambio un durissimo rimprovero.
Come a quei tempi, l’opinione pubblica del mondo post-cristiano continua a vedere in Gesù il profeta, il grand’uomo, il modello da imitare, persino il benefattore dell’umanità: ma scorgere il volto di Dio nella persona, la vita e le parole del Nazareno è anche oggi possibile solo grazie a un dono dall’alto che rende “beato” chi si fida più dello Spirito che della propria carne e sangue.
Questo dono immeritato provoca la beatitudine della trasformazione della propria identità: il pescatore galileo che la paura fa sprofondare tra i flutti dell’esistenza, è costituito roccia stabile sulla quale Dio getta le basi del suo edificio. Il presuntuoso Simone figlio di Giovanni, che Satana ha vagliato come grano, diventa la porta del Regno contro cui il potere degli inferi si accanisce invano.
Il discepolo che, messo a prova, fallisce miseramente, è nominato sovrintendente da Dio che non teme di affidargli le chiavi di casa. L’uomo che vuole mettere limiti al perdono –sette volte, non di più- è chiamato da Dio al ministero dell’incondizionato perdono divino, dopo avere sperimentato in sé (“mi ami tu più di questi?”) i suoi sconvolgenti effetti.
Intenzione di preghiera
Preghiamo oggi per Papa Francesco e per il nostro Vescovo di Bergamo ai quali il Signore ha affidato insieme al potere delle chiavi, anche il servizio della croce.
Don’t Forget! Santo del giorno
Madre di S. Agostino, Monica nasce a Tagaste (Algeria) nel 331 da agiata famiglia cristiana. Saggia e virtuosa, studia la Bibbia. Data in sposa a Patrizio, pagano, sopporta per anni il suo carattere collerico e autoritario. Hanno tre figli, Agostino è il maggiore. Il marito si ammala e nell’ora della morte si converte e ed è battezzato. Monica rimane vedova a 39 anni e alleva i figli da sola.
Agostino è un giovane ribelle che rifiuta le raccomandazioni di sua madre. Nel 383 Agostino vuole raggiungere l’Italia per insegnare retorica. La madre pensa di partire con lui ma il figlio parte con la compagna, lasciandola a Cartagine. Monica, dopo aver versato tante lacrime, lo perdona e, decisa a ritrovarlo, lo segue imbarcandosi per l’Italia. Nel 385 Agostino è a Milano dove S. Ambrogio lo convince a frequentare la sua scuola.
Monica incontra il figlio e sa che, dopo 20 anni, le sue preghiere sono ascoltate; felice lo sostiene, lo guida, fino alla conversione. Dopo il Battesimo, Agostino vuol tornare in Africa e con la madre si ferma a Ostia e le dice: «Tu madre mi hai generato due volte». Ma Monica si ammala e dopo nove giorni si spegne a Ostia il 27 agosto 387. Protegge tipografi, donne sposate, madri e vedove.
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