Giovedì 31 agosto 2023

     

    XXI settimana Tempo Ordinario

     

    Aforisma di S. Girolamo

    Un amico si cerca a lungo, si trova a stento, si conserva difficilmente.

     

    Preghiera del giorno

    Salmo 89

    O Signore. insegnaci a contare i nostri giorni e acquisteremo un cuore saggio. Ritorna, Signore: fino a quando? Abbi pietà dei tuoi servi! Saziaci al mattino con il tuo amore: esulteremo e gioiremo per tutti i nostri giorni. Sia su di noi la dolcezza del Signore, nostro Dio: rendi salda per noi l’opera delle nostre mani, l’opera delle nostre mani rendi salda. Amen

     

    Santo del giorno

    Non si sa molto della sua vita. Il soprannome significa non partorito dalla madre viva, «non-nato», ossia estratto dal corpo senza vita di lei, morta prima di darlo alla luce. Forse di nobile famiglia, Raimondo verso il 1224 entrò nell’Ordine religioso dei Mercedari, fondato pochi anni prima con lo scopo di riscattare e di curare la formazione religiosa e morale degli schiavi nelle regioni spagnole occupate dagli Arabi.

    Dopo che gli spagnoli liberarono gran parte del territorio iberico, Raimondo partì per l’Algeria, dove venne fatto prigioniero. Per impedirgli di predicare, gli misero una sorta di morso. Tornato in Catalogna, diventato ormai famoso, venne chiamato a Roma da papa Gregorio IX che nel 1239 lo nominò cardinale. Ma durante il viaggio, morì assalito da violenti febbri. S. Raimondo è considerato anche il patrono delle ostetriche.

     

    Parola di Dio del giorno Matteo 24,42-51

    Gesù disse ai suoi discepoli: «Vegliate, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo.

    Chi è dunque il servo fidato e prudente, che il padrone ha messo a capo dei suoi domestici per dare loro il cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così! Davvero io vi dico: lo metterà a capo di tutti i suoi beni.

    Ma se quel servo malvagio dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda”, e cominciasse a percuotere i suoi compagni e a mangiare e a bere con gli ubriaconi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli ipocriti: là sarà pianto e stridore di denti».

     

    Riflessione Parole sapienti di S. Ignazio di Loyola

    SAPIENZA: Molta sapienza unita a una modesta santità è preferibile a molta santità con poca sapienza.

    SCELTA: Scegli ora ciò che vorresti aver scelto in punta di morte.

    DOMANI: Col proposito di far molto domani, l’insensato trascura il bene di oggi, così non ottiene né il bene di oggi né quello di domani.

    PREGHIERA: Dobbiamo pregare come se tutto dipendesse da Dio e agire come se tutto dipendesse da noi.

    INTERIORITA’: Non l’abbondanza del sapere sazia e solleva l’anima, ma il sentire e gustare le cose interiormente.

    CORPO: E’ necessario che il corpo non sia troppo affaticato, affinché non ne venga soffocato lo spirito, ma è necessario nello stesso tempo che il riposo dell’uno non sia a danno per l’altro.

     

    Intenzione di Preghiera

    Preghiamo perché i nostri ragazzi e giovani riscoprano il gusto della preghiera, del silenzio, della meditazione, della fede in Dio che alimenta la vita buona e l’amore al prossimo

     

    Don’t Forget! Santi della carità

    Beato Ignazio Klopotowski 1866-1931

    L’amore di don Bosco per i giovani, la compassione di Bartolo Longo per gli orfani e gli ultimi, l’intuito di don Alberione nel saper sfruttare i mezzi della comunicazione sociale, si fondono in don Ignacy Kłopotowski che nasce nel 1866 in Polonia, a Korzeniowka, in una famiglia che lo educa all’amore di Dio e della Patria. È sua madre a insegnargli che «fissare lo sguardo sul Santissimo Sacramento significa immaginare con la maggior esattezza possibile di guardare Dio».

    E lui, fino alla fine, sarà un innamorato dell’Eucaristia. Entra in seminario a 17 anni, a 25 è ordinato prete e per 14 anni, oltre ad alcuni incarichi pastorali, insegna Sacra Scrittura, catechetica, omiletica, teologia morale e diritto canonico. L’intelligenza viva e la predisposizione all’insegnamento potrebbero fare di lui un uomo di cultura, invece sceglie i poveri.

    Sconvolto dalla miseria morale e materiale della Polonia, attanagliata tra disoccupazione, ignoranza e sottosviluppo, scopre di avere la stoffa del fondatore e così fa sorgere dal nulla una Casa di lavoro, una scuola professionale, un Ricovero per le donne sottratte al mercato della prostituzione, orfanotrofi, ricoveri per anziani, dormitori, mense. Ma più ancora che dalla miseria materiale, il giovane prete sente l’urgenza di riscattare il suo popolo dalla miseria morale e dall’ignoranza religiosa.

    Si mette allora a scrivere libri, opuscoli e giornali per promuovere la fede, la pietà e la cultura: un’attività vorticosa, guardata con sospetto e osteggiata dalle autorità russe che in quegli anni dominano su quella parte della Polonia. Diventa redattore ed editore di un quotidiano, di un settimanale e di due mensili, oltre a un periodico per bambini e a un mensile per i sacerdoti.

    Questo giornalista-prete, che a buon diritto potrebbe essere proclamato patrono dei giornalisti cattolici, è davvero convinto che la parola stampata è il prolungamento dell’omelia domenicale e il mezzo migliore per diffondere il Regno di Dio e ripete spesso che la stampa cattolica fa il lavoro di un missionario. Ha intanto trasferito la sua attività editoriale a Varsavia e qui, nel 1920, fonda le suore della Beata Vergine Maria di Loreto (dette anche Suore Loretane), alle quali chiede di dare continuità alla sua ansia evangelizzatrice attraverso la carta stampata, senza dimenticare i poveri, gli orfani e i bisognosi.

    Proprio quello che le suore Loretane fanno ancora oggi, sia attraverso la Casa editrice Mimep-Docete, sia nei vari orfanotrofi, asili infantili e ricoveri che continuano a gestire nello spirito del fondatore. Don Ignacy muore il 7 settembre 1931, consumato dalla sua attività vorticosa e dalle energie bruciate per i tanti poveri incontrati sul suo cammino. È stato beatificato a Varsavia il 19 giugno 2005.

     

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