Martedì 31 ottobre 2023

     

    XXX Settimana Tempo Ordinario

     

    Aforisma di Metastasio

    Voce dal sen fuggita poi richiamar non vale: non si trattien lo strale, quando dall’arco uscì.

     

    Preghiera salmo 125

    Quando il Signore ristabilì la sorte di Sion, ci sembrava di sognare. Allora la nostra bocca si riempì di sorriso, la nostra lingua di gioia. Allora si diceva tra le genti: «Il Signore ha fatto grandi cose per loro». Grandi cose ha fatto il Signore per noi: eravamo pieni di gioia.

    Ristabilisci, Signore, la nostra sorte, come i torrenti del Negheb. Chi semina nelle lacrime mieterà nella gioia. Nell’andare, se ne va e piange, portando la semente da gettare, ma nel tornare, viene con gioia, portando i suoi covoni.

     

    Santo del giorno

    S. Lucilla di Roma

    Lucilla è una santa poco conosciuta, dal nome antico e familiare che era attribuito dai romani alle bambine nate alle prime luci dell’alba. Lucilla, diminutivo di Lucia, vuol dire appunto ”nata all’alba”. Di Lucilla martire non sappiamo nulla di certo, se non la leggenda di lei che fatta battezzare dal Papa da suo padre Nemesio, avrebbe riacquistato la vista.

    La fede e il miracolo resero non bastarono ad assicurare la salvezza ai due che, per il reiterato rifiuto a tornare al paganesimo, padre e figlia furono condannati a morte e martirizzati sotto l’imperatore Valeriano l’uno tra la via Appia e la via Latina e l’altra sulla via Appia nei pressi del tempio di Marte.

    La piccola martire cieca, riportata più volte alla luce da vari Papi si presenta, come simbolo della forza della fede, una fiaccola di carità, accesa sul mondo pagano, illuminando con una nuova alba le vie di Roma.

     

    Parola di Dio Luca 13,18-21

    In quel tempo, diceva Gesù: «A che cosa è simile il regno di Dio, e a che cosa lo posso paragonare? È simile a un granello di senape, che un uomo prese e gettò nel suo giardino; crebbe, divenne un albero e gli uccelli del cielo vennero a fare il nido fra i suoi rami».

    E disse ancora: «A che cosa posso paragonare il regno di Dio? È simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata».

     

    Riflessione del giorno

    Le 12 parole del percorso educativo – 6.a Parola – di don D. rota

    I genitori e gli educatori in generale ci hanno abituati fin da piccoli a far precedere le nostre richieste dall’espressione “per favore, per piacere”. Così come è formulata l’espressione sembra voler dire che ti chiedo il FAVORE di concedermi ciò che mi interessa e mi sta a cuore: se mi dai quel che ti chiedo, mi farà piacere. Ma se prendiamo la corrispondente espressione francese S’IL VOUS PLAÎT (che tradotta alla lettera è “se a te piace”) il senso cambia completamente: cioè non ti chiedo di fare un favore a me, ma chiedo a te di farmi capire se quel che domando è buono per me, se va o non va bene.

    Nel primo caso si tratta del tentativo di ottenere con bei modi e belle parole quel che mi interessa. Nel secondo caso chiedo di essere aiutato a capire se la mia richiesta è o non è conveniente. Insomma dire “per favore” prima di fare una qualsiasi richiesta ha vari significati:

    1) è un modo di ammettere che per ottenere ciò che mi sta a cuore ho bisogno del permesso, dell’aiuto di un altro, rinunciando ai capricci ricattatori dei bambini nei confronti dei loro genitori o alle pretese arroganti di certi adulti e imparando la più difficile e insieme la più indispensabile di tutte le virtù: l’umiltà. Per capire quanto essa sia necessaria basti ricordare che in inglese superbia, orgoglio si dice “PRIDE” un termine oggi sbandierato da movimenti che rivendicano ogni genere di diritti.

    2) Oltre al “per favore” sono molte le formule che si utilizzano ogni giorno: “permesso” per entrare in casa d’altri; “prego” per compiere un gesto di cortesia; “non c’è di che” per rispondere al grazie; “si accomodi” ecc. insomma tutte le espressioni dettate dalla “buona educazione”. La quale però oggi non gode di buona fama: è giudicata infatti noiosa, formale, ipocrita da parte di chi fa dell’anticonformismo una bandiera ed è convinto che la maleducazione sia segno di sincerità e autenticità!

    3) “S’il vous plaît”: la versione francese è quella che interpreta meglio il senso della 6.a parola del nostro percorso educativo. Il “per favore” in questo caso equivale a chiedere consiglio a chi è più esperto di noi riguardo alla qualità e alla bontà dell’oggetto o del favore da noi richiesto, alla sua opportunità e utilità. Il consiglio, oltre a essere dote umana di grande rilievo, è anche uno dei sette doni dello Spirito Santo.

    Ma per poter essere esercitato, deve prima essere richiesto: a Dio anzitutto (“benedico il Signore che mi ha dato consiglio, anche di notte il mio cuore mi istruisce” Salmo 16,7). Ma anche al prossimo (“se trovi una persona sapiente, corri da lei fin dal primo mattino, fino a consumare i gradini della sua porta” Siracide 6). E alla propria coscienza (“guarda alla tua coscienza e capirai qual è la cosa giusta da fare”).

    Chiedere consiglio è segno di maturità, è un modo intelligente per non fare scelte avventate e dannose per noi e il prossimo. Insomma questa paroletta che sembra solo una questione di galateo in realtà dischiude molti orizzonti di significato. Noi ne indichiamo tre: l’UMILTA’. S. Agostino: “Se mi chiedi qual è la virtù più importante, rispondo l’umiltà. La seconda? L’umiltà. E la terza? L’umiltà”. La BUONA EDUCAZIONE: Papa Francesco: “S. Francesco di Sales, soleva dire che “la buona educazione è già mezza santità… Però, attenzione, perché “dietro tante buone maniere possono nascondersi cattive abitudini”.

    Il CONSIGLIO: da adulti si è chiamati a dare buoni consigli agli altri, ma se non abbiamo imparato fin da piccoli a chiedere e ad accettare i consigli degli altri, non andremo molto lontano…

     

    Intenzione di preghiera

    Preghiamo perché mettiamo in pratica la raccomandazione di S. Paolo ai cristiani di Filippi: “la vostra affabilità sia nota a tutti gli uomini” (Fil 4,7)

     

    Don’t Forget! Accadde il 31 – ottobre – …

    475 – Romolo Augustolo è proclamato imperatore: sarà l’ultimo imperatore romano d’Occidente

    1512 – Michelangelo Buonarroti finisce la decorazione della volta della Cappella Sistina a Roma

    1517 – Martin Lutero affigge le sue 95 tesi sulla porta della cattedrale di Wittenberg.

    1922 – Benito Mussolini forma il suo primo governo.

    1956 – Regno Unito e Francia bombardano l’Egitto per costringerlo a riaprire il Canale di Suez.

    1984 – Il primo ministro indiano Indira Gandhi viene assassinata.

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