Lunedì 11 dicembre 2023

     

    2a Domenica di Avvento anno b

     

    Avvenne l’11-12-…

    1792 – Inizia il processo contro il re Luigi XVI di Francia, accusato di tradimento

    1901 – Guglielmo Marconi invia il primo segnale radio transatlantico.

    1937 – L’Italia fascista esce dalla Società delle Nazioni.

    1946 – Viene fondato l’UNICEF.

    1991 – A Maastricht nasce l’Unione europea.

     

    Aforisma d’africa

    “Dio non discute con l’uomo; quando parla, ha ragione”.

     

    Preghiera del giorno

    Salga a te, o Padre, la voce della nostra preghiera, perché il desiderio di servirti ci conduca a celebrare con cuore puro il grande mistero dell’incarnazione del tuo Figlio unigenito. Egli è Dio, e vive e rena on Te nell’unità dello Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli. Amen

     

    Santo del giorno

    Daniel nacque a Maratha, nelle vicinanze di Samosata in Siria nel 409 da pii genitori che lo consacrarono subito al Signore. A dodici anni chiese di essere accolto in un vicino monastero e davanti alla resistenza dell’abate gli rispose che con la sua fede sopporterà la dura vita del cenobio.

    Guadagnò subito la fiducia dell’abate, a tal punto che lo accompagnò ad Antiochia dove conobbero san Simone che, da poco, aveva iniziato a vivere da asceta in cima a una colonna. Tornato a Maratha, alla morte dell’abate Daniele venne scelto come suo successore, ma rifiutò l’incarico perché voleva tornare a visitare Simone.

    A causa delle guerre fu costretto a fermarsi a Costantinopoli, quindi si ritirò in un tempio abbandonato a Filempora. Nel 459 morì Simone e il suo mantello venne dato a Daniele che, ormai cinquantenne, decise di seguire l’esempio del maestro e si stabilì su una colonna.

    Daniele morì nel 490 (o 493) dopo aver incontrato il Patriarca Eufemio e aver celebrato la Messa e venne sepolto ai piedi della colonna sulla quale aveva vissuto 33 anni e tre mesi.

     

    Parola di Dio del giorno Matteo 8,5-11

    Un giorno Gesù stava insegnando. Sedevano là anche dei farisei e maestri della Legge, venuti da ogni villaggio della Galilea e della Giudea, e da Gerusalemme. E la potenza del Signore gli faceva operare guarigioni. Ed ecco, alcuni uomini, portando su un letto un uomo che era paralizzato, cercavano di farlo entrare e di metterlo davanti a lui.

    Non trovando da quale parte farlo entrare a causa della folla, salirono sul tetto e, attraverso le tegole, lo calarono con il lettuccio davanti a Gesù nel mezzo della stanza. Vedendo la loro fede, disse: «Uomo, ti sono perdonati i tuoi peccati».

    Gli scribi e i farisei cominciarono a discutere, dicendo: «Chi è costui che dice bestemmie? Chi può perdonare i peccati, se non Dio soltanto?». Ma Gesù, conosciuti i loro ragionamenti, rispose: «Perché pensate così nel vostro cuore? Che cosa è più facile: dire “Ti sono perdonati i tuoi peccati”, oppure dire “Alzati e cammina”? Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di perdonare i peccati, dico a te – disse al paralitico –: alzati, prendi il tuo lettuccio e torna a casa tua».

    Subito egli si alzò davanti a loro, prese il lettuccio su cui era disteso e andò a casa sua, glorificando Dio. Tutti furono colti da stupore e davano gloria a Dio; pieni di timore dicevano: «Oggi abbiam visto cose prodigiose».

     

    Riflessione Frammenti di vita

    Giovanni, un padre di famiglia della Val Seriana, a gennaio si recherà per l’ennesima volta in Africa, per la precisione in Congo Kinshasa, nella città di Isiro, provincia di Alto Uele. Nel continente nero lui arrivò la prima volta nel 1979 e da allora non ha più smesso di viaggiare (anche tre volte all’anno) in vari paesi africani: Ruanda, Congo, Kenya, Burundi, Mozambico…dovunque fosse richiesta la sua opera che consisteva nell’istallare pannelli fotovoltaici, aprire centrali idroelettriche e scavare pozzi per l’acqua e aiutare le missioni.

    Siccome l’Africa gli andava stretta, ha fatto qualche capatina anche in Bolivia dove ha aiutato l’ospedale del dott. Pietro Gamba (pure bergamasco), realizzando un pozzo ad Anzaldo nella zona di Cochabamba. All’inizio si è appoggiato agli “Amici del Rwanda”, Treviglio; poi col fratello Franco si è messo in proprio fondando l’associazione “I Gabbiani”, ma ha sempre collaborato col centro missionario di Bergamo.

    Il biglietto per il prossimo viaggio è già preso e Giovanni non vede l’ora di partire. A proposito: ho dimenticato di dire che il nostro nel 1979 andò in pensione e che nel 2020 il covid19 si portò via sua moglie. E che lui ora ha 96 anni compiuti. Il suo cognome? È Galbiati, Giovanni Galbiati.

     

    Intenzione di preghiera

    Preghiamo per tutti i volontari che mettono quotidianamente in pratica la parola di Gesù “Gratis avete ricevuto, gratis date”.  

     

    Don’t forget! Illustri personaggi cristiani

    GIANBATTISTA PERGOLESI (1710–1736)

    GRANDE COMPOSITORE, ORGANISTA, VIOLINISTA ITALIANO

    Giovanni Battista Pergolesi nacque a Jesi nelle Marche nel 1710, fin da piccolo fu di salute delicata, minato dalla tisi e colpito da poliomielite che gli offese una gamba. Iniziati gli studi musicali nella città natale (ebbe fama di fanciullo prodigio), li proseguì a Napoli nel Conservatorio dei Poveri di Gesù Cristo (1725) dove continuò lo studio del violino, «contrappunto e suono di tasti» e dove si segnalò come valido violinista e compositore: il dramma sacro “Li prodigi della Divina Grazia nella conversione e morte di S. Guglielmo duca d’Aquitania” (1731) fu il suo «saggio» finale nel quale inserì un’irresistibile vena comica.

    Nel 1733 musicò “Il prigioniero superbo” e nello stesso anno fu replicata al S. Bartolomeo la «commedja pe’ mmusecà» “Lo frate ‘nnamurato”, su libretto di G. A. Federico, che aveva ottenuto un notevole successo al Teatro dei Fiorentini l’anno prima. Considerato musicista di prestigio, fu assunto come maestro di cappella del principe di Stigliano Colonna, uno tra i nobili più in vista, visse e lavorò sempre a Napoli, salvo una breve parentesi romana (1734) dove compose e rappresentò la “Messa in fa maggiore”.

    Nel 1735 ricevette un posto ufficiale nella cappella regia, come organista soprannumerario e forse per essa, compose l’ultimo dei suoi due “Salve Regina” in do minore. Le caratteristiche originali della sua musica sono dolcezza e malinconia. Compose opere serie e buffe, intermezzi, oratori, cantate, musica sacra, musica strumentale, ma furono ” La serva padrona” e lo “Stabat Mater” che gli assicurarono fama imperitura. “La serva padrona” è il capolavoro che divenne in seguito il modello del genere musicale teatrale comico, seguito da musicisti come Mozart e Rossini.

    Nel 1735 sentendo venir meno le forze, si ritirò a Pozzuoli nel convento dei Cappuccini ove finì, pochi giorni prima di morire, l’inarrivabile “Stabat mater” per 2 voci femminili e archi. Morì a soli 26 anni nel 1736 di tubercolosi e fu sepolto in una fossa comune come più tardi accadrà a Vivaldi ed a Mozart.

     

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