IV Settimana Tempo ordinario
Festa della Presentazione del Signore
Accadde il 2 febbraio…
1309 – Papa Clemente V, è trattenuto ad Avignone dal re di Francia Filippo il Bello: inizia la Cattività avignonese
1536 – Lo spagnolo Pedro de Mendoza fonda la città di Buenos Aires
1709 – Il naufrago Alexander Selkirk è salvato: ciò ispirerà il libro Robinson Crusoe di D. Defoe.
1943 – 2.a guerra mondiale: si conclude la battaglia di Stalingrado con la vittoria dell’Armata Rossa
1989 – L’ultima colonna blindata dell’URSS lascia Kabul, ponendo fine a 9 anni di occupazione.
Aforismi di don Bosco
I ragazzi, se non li occupiamo noi, si occuperanno da soli e certamente in idee e cose non buone.
Preghiera
Dio onnipotente ed eterno, guarda i tuoi fedeli riuniti nella festa della Presentazione al tempio del tuo unico Figlio fatto uomo, e concedi anche a noi di essere presentati a te purificati nello spirito. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
Santo del giorno
La scena della Presentazione di Gesù al Tempio contiene un carattere “epico”: in essa le generazioni s’incontrano e si esprime la grandezza del messaggio portato dal Figlio di Dio in mezzo agli uomini. Un gesto storico che trascende la storia e illumina il cuore del tempo degli uomini.
In questo frammento di Vangelo scorgiamo le vette verso cui è chiamato ogni battezzato e comprendiamo il vero senso della santità cristiana: saper condurre e offrire a Dio il mondo. Proprio come fu per la Presentazione del Signore, anche la via della santità è fatta d’impegno, di ossequio alla tradizione ma anche di novità, di stravolgimento radicale della vita.
Vivere così significa esprimere la trascendenza e quindi diventare testimoni in grado di affascinare e “convertire”: perché il Vangelo non è solo “mito” è eroicità vissuta nel quotidiano.
Parola di Dio del giorno Luca 2,22-40
Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» – e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore.
Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo: «Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele».
Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima –, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori». C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere.
Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme. Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nazareth. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.
Riflessione sulla festa della candelora
Simeone pronuncia una profezia su Maria, tre parole che attraversano i secoli e raggiungono ciascuno di noi: il bambino è qui come caduta e risurrezione, come segno di contraddizione perché siano svelati i cuori. Caduta, è la prima parola. «Cristo, mia dolce rovina» canta padre Turoldo, che rovini non l’uomo ma le sue ombre, la vita insufficiente, la vita morente, il mio mondo di maschere e di bugie, che rovini la vita illusa.
Segno di contraddizione, la seconda. Lui che contraddice le nostre vie con le sue vie, i nostri pensieri con i suoi pensieri, la falsa immagine che nutriamo di Dio con il volto inedito di un abbà dalle grandi braccia e dal cuore di luce, contraddizione di tutto ciò che contraddice l’amore. Egli è qui per la risurrezione, è la terza parola: per lui nessuno è dato per perduto, nessuno finito per sempre, è possibile ricominciare ed essere nuovi. Sarà una mano che ti prende per mano, che ripeterà a ogni alba ciò che ha detto alla figlia di Giairo: talità kum, bambina alzati! Giovane vita, alzati, levati, sorgi, risplendi, riprendi la strada e la lotta.
Tre parole che danno respiro alla vita. Festa della presentazione. Il bimbo Gesù è portato al tempio, davanti a Dio, perché non è solo il figlio di Giuseppe e Maria: «i figli non sono nostri» (Kalil Gibran), appartengono a Dio, al mondo, al futuro, alla loro vocazione e ai loro sogni, sono la freschezza di una profezia “biologica”. A noi spetta salvare, come Simeone ed Anna, almeno lo stupore.
Intenzione di Preghiera
Oggi si celebra la 28.a giornata della vita consacrata: preghiamo per tutti i religiosi e le religiose che hanno consegnato la loro vita a Dio perché rimangano saldi nella fedeltà alla sua parola.
Don’t Forget!
LUNEDÌ 29 GENNAIO MELBOURNE, AUSTRALIA Il tennista Jannik Sinner in posa con la coppa degli Australian Open: è il primo tennista italiano a vincere un torneo del Grande Slam dopo 48 anni AP PHOTO / ANDY WONG
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