Mercoledì 6 marzo 2024

     

    III Settimana di Quaresima

     

    Avvenne il 6 marzo…

    113 – Innalzata a Roma la Colonna Traiana per celebrare la conquista della Dacia da parte di Traiano

    1575 – Nasce Michelangelo Buonarroti a Caprese (Arezzo)

    1479 – Il Regno del Portogallo, col trattato di Alcáçovas, cede le Isole Canarie al Regno di Castiglia

    1521 – Ferdinando Magellano scopre l’isola di Guam.

    1869 – Dmitri Mendeleev presenta la prima tavola periodica degli elementi.

    1984 – Inizia lo sciopero dell’industria britannica del carbone, che durerà per dodici mesi.

     

    Aforisma di Ennio Flaiano

    Mai epoca fu come questa tanto favorevole ai narcisi e agli esibizionisti. Dove sono i santi? Dovremo purtroppo accontentarci di morire in odore di pubblicità.

     

    Preghiera

    Concedi a noi, o Signore, che, nutriti dalla tua parola e formati nell’impegno quaresimale, ti serviamo con purezza di cuore e siamo sempre concordi nella preghiera. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli. Amen.

     

    Santo del giorno

    S. Rosa da Viterbo

    Rosa nasce nel 1233 a Viterbo (Lazio) in una famiglia di poveri contadini e fin da piccola dimostra di avere doti eccezionali, sia per quanto riguarda le sue capacità di compiere prodigi, sia per la sua carità verso i poveri e i derelitti, sia per lo spirito di preghiera. A 17 anni entra nell’ordine delle terziarie dopo aver avuto una visione. In questo periodo fece diversi pellegrinaggi e soprattutto una dura penitenza.

    Mentre si faceva intensa la guerra tra Guelfi e Ghibellini insieme alla famiglia viene esiliata: torna in patria dopo la morte di Federico II, ma la sua vita fu assai breve. Sulla sua morte non si sa praticamente nulla solo che alcuni anni più tardi il suo corpo è stato ritrovato intatto. Mai proclamata canonicamente, ma considerata Santa dalla gente, e così venerata anche dai Pontefici.

     

    Parola di Dio del giorno Matteo 5,17-19

    Gesù disse ai suoi discepoli: «Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto.

    Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli».

     

    Riflessione Giovanni d’Amico: il pensiero binario 2.a parte

    Sempre riguardo al pensiero “binario” 2) l’intellettuale ritiene che qualsiasi richiesta venga proposta in merito al gender sia da elogiare, anzi è l’intellettuale stesso a inventare richieste di “diritti” per far vedere che è moderno, per così inneggiare alla parità, all’indifferenziazione, all’omologazione di ogni tipo di “famiglia” come equivalente a un’altra. Anche qui non è più possibile alcun tipo di sfumatura: o sei carnefice o sei vittima e l’intellettuale si schiera dalla parte del gender per essere schierato con le “vittime” Ma possibile che, invece, non si possa, al tempo stesso, essere contro le offese ai transessuali e a favore della difesa della loro dignità e, al tempo stesso essere fermamente contrari a che una coppia di cui uno dei due è transessuale, adotti un bambino?

    Possibile che non si possa essere al tempo stesso contrari agli insulti a un transessuale e contrari alla sua equiparazione con una donna? Se il transessuale ha diritto a non essere fatto oggetto di violenza o disprezzo, anche un bimbo ha diritto ad avere un padre e una madre e una femminista ha il diritto di dire che un transessuale non è una donna: verità che possono, anzi devono coesistere. Ma oggi sono solo le femministe ad affermare che un transessuale non è donna e sono per questo accusate dagli intellettuali di essere “terf” (Trans Exclusionary Radical Feminism), dove è evidente il pensiero binario: una donna che affermi che un trans non è una donna, è “radicale” ed “escludente”, anche se difende con tutte le forze la dignità dei transessuali.

    In un recente intervento Papa Francesco (che è molto attento alla difesa dei diritti e della dignità di ogni persona) ha usato parole molto dure contro la teoria gender definendola pericolosa perché annulla le differenze e rende uguale una cosa e il suo contrario. Il Papa cioè ha dimostrato di non adottare il pensiero binario che va per la maggiore…e non si può non essere d’accordo con lui!   

     

    Intenzione di preghiera

    Ieri 4-3 il governo francese a larga maggioranza ha decretato l’aborto come diritto costituzionale, primo governo del mondo a prendere questa decisione. Preghiamo perché almeno la chiesa non si stanchi di difendere la vita dall’inizio alla fine.  

     

    Don’t Forget! Santi della carità

    Beato Geremia da Valacchia al secolo Ion Kostist

    Nato a Tatzo (Romania) Il 29-6-1556

    Morto a Napoli (Italia) Il 5-3-1625

    Sognava di raggiungere l’Italia, convinto che nel nostro Paese si trovassero i migliori cristiani del mondo e i genitori – Stoika Kostist e Margherita Barbat, agricoltori benestanti – a 19 anni lo lasciano partire. Arriva a Bari che ne ha 22, dopo un lento viaggio e un soggiorno ad Alba Iulia (Romania) come servo di un medico. Nella Quaresima 1578 è a Napoli tra i cappuccini, accolto come “fratello laico”, senza ricevere gli Ordini. Prende il nome di fra Geremia da Valacchia, passa per vari conventi dell’Ordine e nel 1584 eccolo di nuovo a Napoli in quello di Sant’Eframio Nuovo, dove resterà fino alla morte. Nella Napoli spagnola, fra Geremia è una sorta di patrono della gente più derelitta, servendo la sua comunità nei compiti meno gradevoli; un numero crescente di diseredati fa appello alla sua straordinaria capacità di compatire, nel senso di “soffrire insieme”.

    Fa anche il mendicante: raccoglie cibo e vestiti, e non si sa bene che cosa mangi, perché la sua razione di pane e verdure sfama sempre qualcun altro. Accompagna tutto questo con lunghe preghiere. Quando non va in giro per i poveri, è nelle celle e nelle stanze dei malati: quelli senza speranza, con piaghe ripugnanti, o paralitici, o pazzi. L’effluvio delle sue erbe aromatiche combatte la puzza dei corpi disfatti, le sue braccia sostituiscono quelle bloccate dalla paralisi. Sorride agli insulti dei dementi. Gli affidano un religioso, fra Martino, che nessuno avvicina più per le troppe piaghe. Ci pensa lui, lavandolo ogni giorno anche dieci volte, finché a sua volta crolla: stanchezza, disgusto; non ne può più, cambia convento. Ma dopo qualche tempo, rieccolo accanto a fra Martino. Dice che il Signore lo vuole lì; che gliel’ha fatto capire mentre pregava.

    E lì rimane per 4 anni e mezzo; fino alla morte di Martino, che per molti è un sollievo. Lui piange, invece. Al convento, ormai, viene a cercarlo anche gente importante. Dotti teologi chiedono consiglio al “fratello laico” analfabeta, la cui parlata è un miscuglio pittoresco, una sorta di italo-rumeno-napoletano. Quando fra Geremia muore, bisogna chiamare i soldati e poi seppellirlo in segreto, di notte, dopo un assalto popolare al convento per vederlo, toccarlo, tagliare pezzetti del saio, che sarà cambiato sei volte. Giovanni Paolo II lo ha beatificato nel 1983. I suoi resti mortali si trovano ora a Napoli, nella chiesa dell’Immacolata Concezione.

     

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