XI Settimana T. Ordinario anno B
Avvenne il 20 – 6 …
451 – L’esercito di Attila viene sconfitto dall’esercito romano guidato dal generale Flavio Ezio
1789 – I deputati del Terzo Stato francese effettuano il Giuramento della Pallacorda
1791 – Il re di Francia Luigi XVI tenta la fuga dalla Francia, ma è riconosciuto e fermato
1979 – Nilde Iotti eletta presidente della Camera dei deputati, prima donna a ricoprire questo ruolo
1991 – Il parlamento tedesco decide di spostare la capitale da Bonn a Berlino
Aforisma S. Agostino
Bisogna conoscere (almeno un poco) per amare. E quando si ama, si conosce l’altro.
Preghiera
O Padre, che in ogni istante ci rinnovi il dono della vita e della fede, mantienici nella tua grazia, affinché con le parole e le opere sappiamo trasmettere al mondo intero la grandezza della tua misericordia. Per Cristo nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio che è Dio e vive e regna con Te nell’unità dello Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli. Amen.
Santo del giorno
La Madonna Consolatrice degli Afflitti è molto venerata nella città di Torino. Secondo la tradizione, l’immagine originale della Vergine, andata perduta, fu sostituita nel XII secolo con un quadro attribuito ad Antoniazzo Romano, ancora oggi venerato.
Nel corso dei secoli, la Consolata è stata invocata in momenti di crisi e di gioia dalla popolazione torinese, dai sovrani sabaudi ai santi che hanno visitato il Santuario. Numerosi ex voto e testimonianze narrano le grazie ricevute per intercessione della Vergine.
Tra i momenti salienti della storia devozionale ricordiamo l’assedio francese del 1706, durante il quale la città fu salvata per intercessione della Consolata, e l’epidemia di colera del 1835, quando il numero limitato di vittime fu attribuito alla protezione della Vergine. La devozione alla Consolata si è diffusa anche oltre i confini torinesi, grazie all’opera dei Missionari e delle Missionarie della Consolata, fondati da San Giuseppe Allamano.
Parola di Dio del giorno Matteo 6,7-15
Gesù disse ai suoi discepoli: «Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate.
Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal male.
Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe».
Riflessione di Franco Nembrini
Tutta la mia “cultura cattolica” è quella che ho ricevuto da mio padre e da mia madre, che avevano fatto a malapena le scuole elementari e che non ho mai visto con un libro in mano. Questo per dire, in primo luogo, che nella mia esperienza, e in quel poco che so di storia della Chiesa, la cultura non è anzitutto una questione da intellettuali, un problema di istruzione e di studio.
La cultura cristiana è, come ho imparato da un grande maestro, don Luigi Giussani, la “coscienza del nesso fra il particolare e l’universale”. Quante volte gli ho sentito raccontare questo fatto: «Ero sulla strada e mi ero fermato a prendere una ciotola di latte in un cascinale. Mentre stavo parlando, arriva una donna dal campo. Io ero vestito da prete, e da lontano questa donna agitava un’enorme carota e diceva: “Guardi, reverendo, come è grande Dio!”.
Sono rimasto lì, di stucco e ho detto: questa è una posizione culturale! Questa connessione stabilita tra la banalità di un fatto quotidiano, di un avvenimento assolutamente terra-terra, la carota, e il destino del mondo, questa è una posizione culturale». A sottolineare che una posizione culturale non è fatta per prima cosa di libri e di studio, ma è un atteggiamento della persona, uno sguardo che cerca e riconosce in ogni aspetto della vita il nesso con ciò che alla vita dà senso.
Intenzione di preghiera
Perché i cristiani non abbiano paura di nessuno e siano coraggiosamente aperti al dialogo con tutti, nella consapevolezza che hanno una “Parola Nuova” per tutti e per tutto.
Don’t Forget! Storia dei martiri cristiani: Argentina 3.a parte
La vicenda di questi beati risale al 1683, quando nella valle del Zenta, 3 Km da Pichanal, (regione di Salta) nella chiesa di S. Maria, si consumò il loro martirio. Erano il prete PEDRO ORTIZ DE ZÁRATE, argentino, vicario di Jujuy, il sacerdote gesuita italiano ANTONIO SOLINAS, tutti e due missionari, e i loro compagni creoli e aborigeni (2 spagnoli, 1 mulatto, 1 nero, 1 donna indigena, 2 ragazze, 16 aborigeni). Sono stati proclamati Beati dal card. Semeraro in rappresentanza di Papa Francesco: “In questi martiri noi celebriamo la primavera della Chiesa”.
La cerimonia di beatificazione è avvenuta in Argentina, a S. Ramón de la Nueva Orán a Salta. Il richiamo a Tertulliano, scrittore cristiano del III secolo è sempre un conforto: “Il sangue dei cristiani è un seme!” mentre S. Agostino precisa che «dal seme di pochi è derivata l’abbondante messe che siamo noi tutti».
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