XIV settimana T. Ordinario (A. pari)
Avvenne l’11 luglio…
1533 – Enrico VIII d’Inghilterra viene scomunicato.
1708 – La Grande Alleanza sconfigge il Regno di Francia e l’Elettorato di Baviera a Oudenaarde
1979 – Giorgio Ambrosoli, commissario liquidatore di Banca Privata Italiana, per aver testimoniato ai giudici USA sui traffici di Michele Sindona, è assassinato a Milano mentre rientra a casa.
1987 – La popolazione mondiale, secondo l’ONU, oltrepassa i 5 miliardi.
1995 – I serbi bosniaci catturano la città di Srebrenica: molti degli abitanti sono assassinati
Aforisma di Albert Einstein
Il valore di una realizzazione sta più nella ricerca che non nel risultato.
Preghiera
O Dio, che hai costituito il santo abate Benedetto maestro insigne di coloro che dedicano la vita alla scuola del servizio divino, concedi a noi di nulla anteporre al tuo amore, per correre con cuore libero e ardente nella via dei tuoi precetti. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
Santo del giorno
È il patriarca del monachesimo occidentale. Dopo un periodo di solitudine presso il sacro Speco di Subiaco, passò alla forma cenobitica (=comunitaria) prima a Subiaco, poi a Montecassino. La sua Regola, che riassume la tradizione monastica orientale adattandola con saggezza al mondo latino, apre una via nuova alla civiltà europea dopo il declino di quella romana.
In questa scuola di servizio del Signore hanno un ruolo determinante la lettura meditata della parola di Dio e la lode liturgica, alternata ai ritmi del lavoro in un clima di carità fraterna e servizio reciproco.
Nel solco di San Benedetto sorsero nel continente europeo e nelle isole centri di preghiera, di cultura, di promozione umana, di ospitalità per i poveri e i pellegrini. Due secoli dopo la sua morte, saranno più di mille i monasteri guidati dalla sua Regola. Paolo VI lo proclamò patrono d’Europa (24 ottobre 1964).
Parola di Dio del giorno Matteo 19,27-29
Pietro, disse a Gesù: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?».
Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele.
Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna».
Riflessione dalla regola di S. Benedetto
“Prima di tutto amare il Signore Dio con tutto il cuore, tutta l’anima, tutte le forze; poi il prossimo come sé stesso. Quindi non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non avere desideri illeciti, non mentire; onorare tutti gli uomini, e non fare agli altri ciò che non vorremmo fosse fatto a noi.
Rinnegare sé stessi per seguire Cristo; mortificare il proprio corpo, non cercare le comodità, amare il digiuno. Soccorrere i poveri, vestire gli ignudi, visitare gli infermi, seppellire i morti; alleviare tutte le sofferenze, consolare quelli che sono nell’afflizione. Rendersi estraneo alla mentalità del mondo; non anteporre nulla all’amore di Cristo. Non dare sfogo all’ira, non serbare rancore, non covare inganni nel cuore, non dare un falso saluto di pace, non abbandonare la carità.
Non giurare per evitare spergiuri, dire la verità con il cuore e con la bocca, non rendere male per male, non fare torti a nessuno, ma sopportare pazientemente quelli che vengono fatti a noi; amare i nemici, non ricambiare ingiurie e calunnie, ma rispondere con la benevolenza verso i nostri offensori, sopportare persecuzioni per la giustizia. Non essere superbo, non dedito al vino, né vorace, non dormiglione, né pigro; non mormoratore, né maldicente. Riporre in Dio la propria speranza, attribuire a Lui e non a sé quanto di buono scopriamo in noi, ma essere consapevoli che il male viene da noi e accettarne la responsabilità.
Temere il giorno del giudizio, tremare al pensiero dell’inferno. Anelare con tutta l’anima alla vita eterna, prospettarsi sempre la possibilità della morte. Vigilare continuamente sulle proprie azioni, essere convinti che Dio ci guarda dovunque. Spezzare subito in Cristo tutti i cattivi pensieri che ci sorgono in cuore e manifestarli al padre spirituale. Guardarsi dai discorsi cattivi o sconvenienti, non amare di parlar molto, non dire parole leggere o ridicole, non ridere spesso e smodatamente. Ascoltare volentieri la lettura della parola di Dio, dedicarsi con frequenza alla preghiera; in questa confessare ogni giorno a Dio con profondo dolore le colpe passate e cercare di emendarsene per l’avvenire.
Non appagare i desideri della natura corrotta, odiare la volontà propria, non voler esser detto santo prima di esserlo, ma diventare veramente tale. Adempiere quotidianamente i comandamenti di Dio. Amare la castità, non odiare nessuno, non essere geloso, non coltivare l’invidia, non amare le contese, fuggire l’alterigia e rispettare gli anziani, amare i giovani, pregare per i nemici nell’amore di Cristo, nell’eventualità di un contrasto con un fratello, stabilire la pace prima del tramonto del sole. E non disperare mai della misericordia di Dio. Ecco, questi sono gli strumenti dell’arte spirituale!
Intenzione di preghiera
Per tutte le persone che ogni anno muoiono sul posto di lavoro e per le vittime degli incidenti stradali.
PRINCIPALI MONASTERI BENEDETTINI MASCHILI BERGAMASCHI
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