XVII settimana T. Ordinario
Avvenne il 1° agosto…
30 a.C. – Con la conquista di Alessandria, l’Egitto diventa provincia romana
1519 – Carlo V eletto imperatore del Sacro Romano Impero
1834 – La schiavitù viene abolita nell’Impero britannico
1914 – Prima guerra mondiale: la Germania dichiara guerra alla Russia
1917 – Papa Benedetto XV emana la Nota ai belligeranti in cui definisce la guerra «inutile strage»
1967 – Israele si annette Gerusalemme Est
Aforisma di Seneca
Vivi per il prossimo se vuoi vivere per te.
Preghiera
O Dio, che fai sorgere nella tua Chiesa forme sempre nuove di santità, fa’ che imitiamo l’ardore apostolico del santo vescovo Alfonso Maria de’ Liguori, per ricevere la sua stessa ricompensa nei cieli. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen
Santo del giorno
Nasce a Napoli il 27-9-1696 da famiglia della nobiltà cittadina. Studia filosofia e diritto. Dopo alcuni anni di avvocatura, decide di dedicarsi al Signore. Ordinato prete nel 1726, dedica tutto il suo tempo e il suo ministero ai più poveri della Napoli settecentesca.
Mentre si prepara per un futuro impegno missionario in Oriente, prosegue l’attività di predicatore e confessore e prende parte alle missioni nei paesi all’interno del regno. Nel maggio del 1730, in un momento di forzato riposo, incontra i pastori delle montagne di Amalfi e lascia Napoli e con alcuni compagni, sotto la guida del vescovo di Castellammare di Stabia, fonda la Congregazione del SS. Salvatore. Intorno al 1760 è nominato vescovo di S. Agata dei Goti e governa la diocesi con dedizione, fino alla morte, avvenuta il 1 agosto 1787.
Parola di Dio del giorno Mt 13,47-53
Gesù disse ai suoi discepoli: «Ancora, il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi.
Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Avete compreso tutte queste cose?».
Gli risposero: «Sì». Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche». Terminate queste parabole, Gesù partì di là.
Riflessione
Ogni tanto (recentemente anche in un noto programma Rai) riemerge lo scandalo dei bambini indiani abusati e seppelliti nelle scuole cattoliche canadesi: il caso fu montato in modo da provocare uno scandalo a livello planetario, ma come al solito, bastava aspettare e la verità vera sarebbe venuta a galla. Tutto partì da voci anonime ma subito i media spararono che «centinaia di bambini» erano stati «sepolti segretamente» in «fosse comuni» nei terreni di scuole cattoliche in tutto il Canada. Alcuni addirittura «uccisi».
Il giornalista Rouillard si documentò con scrupolo e da subito restrinse il cerchio: non si trattava dell’intero Canada ma solo della Scuola Residenziale Indigena Kamloops. I documenti (non le voci) attestano che in detta scuola tra il 1915 e il 1964 – mezzo secolo – sono morti in tutto 51 bambini -cioè uno all’anno- i più di malattia e alcuni per incidente. Ma allora dove sta il caso? Un semplice sentito dire. La leader indigenista Rosanne Casimir parlò di 215 bambini «scomparsi», alcuni di appena tre anni, nei terreni di quella scuola.
Le prospezioni radar confermarono la presenza di «anomalie» nel terreno. Ma nessuno scavo è mai stato fatto, né allora né poi. Il premier canadese J. Trudeau dichiarò che «resti mortali erano stati trovati nell’ex scuola residenziale di Kamploops», una fake news vergognosa da parte di un politico che ha trasformato il Canada nella patria del politically correct più estremo. La Cina –tenetevi forte- nel giugno 2021 ha chiesto al Tribunale dei Diritti Umani dell’Onu di processare i responsabili dei «resti umani» di Kamloops…la stessa Cina che nel 2024 ha sul suo territorio migliaia di Laogai (campi di concentramento cinesi) ancora aperti e funzionanti per centinaia di migliaia di persone.
I vescovi canadesi senza verificare come stavano le cose si sono affrettati a chiedere perdono, ma di che? Ma se proprio qualcuno deve scusarsi è il governo canadese. Infatti, quelle scuole furono create e finanziate dai governi di allora per integrare i figli dei nativi cioè per farli diventare cittadini modello: capelli corti, lavati e pettinati, vestiti come i bianchi e istruiti. Per quest’opera il governo si avvalse delle congregazioni religiose, di cui quelle cattoliche erano le meglio organizzate, le quali non solo non hanno ucciso nessuno, ma hanno tirato su come figli di Dio bambini considerati selvaggi dai politici del tempo.
Intenzione di preghiera
Per gli haitiani da anni vittime delle bande criminali che imperversano nel paese, perché il Signore della pace e della giustizia conceda a questo popolo così tribolato un po’ di serenità e di pace.
Don’t Forget! La Divina Commedia
Inferno cap. 1 versetti 94-136
Abbiamo visto come l’intenzione di Dante per uscire dalla selva oscura sia buona e la meta giusta, ma –gli fa notare Virgilio- è la strada che è sbagliata. Il percorso va fatto fino in fondo, non sono possibili scorciatoie…E Virgilio gli spiega che per vincere la lupa e ricacciarla all’Inferno occorrerà un veltro (=cane da caccia addestrato e veloce) che allegoricamente è un riformatore immune dal peccato di avidità (=la lupa) il quale rinnoverà gli istituti ecclesiastici e civili e ristabilirà fra gli uomini la purezza dei costumi evangelici, la giustizia e la pace. Due le cose necessarie: 1) la capacità (umiltà) di guardare in faccia il male proprio e del mondo 2) qualcuno (il veltro) in grado di fare ciò che promette, di compiere ciò che è buono e giusto, un salvatore insomma…
94-96: ché questa bestia, per la qual tu gride, non lascia altrui passar per la sua via, ma tanto lo ‘mpedisce che l’uccide;
97-99: e ha natura sì malvagia e ria, che mai non empie la bramosa voglia, e dopo ‘l pasto ha più fame che pria.
100-102: Molti son li animali a cui s’ammoglia e più saranno ancora, infin che ‘l veltro verrà, che la farà morir con doglia.
103-105: Questi non ciberà terra né peltro, ma sapienza, amore e virtute, e sua nazion sarà tra feltro e feltro.
106-108: Di quella umile Italia fia salute per cui morì la vergine Cammilla, Eurialo e Turno e Niso di ferute.
109-111: Questi la caccerà per ogne villa, fin che l’avrà rimessa ne lo ‘nferno, là onde ‘nvidia prima dipartilla.
95 non lascia passare nessuno per la sua strada,
96 anzi lo ostacola fino al punto di ucciderlo;
97 E ha una natura così malvagia,
98 che non sazia mai la sua voglia smisurata
99 e dopo aver mangiato ha più fame di prima.
100 Sono molti gli animali con cui si accoppia
101 e saranno ancora di più,
102 fino a quando arriverà il cane da caccia che la farà morire con dolore.
103 Egli non si ciberà di terra, né di denaro falso,
104 ma di sapienza, amore e virtù
105 e la sua nascita sarà tra due feltri.
106 Egli sarà la salvezza di quell’umile Italia
107 per cui morirono, feriti (in battaglia) la vergine Camilla,
108 Eurialo, Turno e Niso.
109 Egli caccerà la lupa da ogni città, 110 finché l’avrà rispedita all’inferno
111 da dove la fece partire la prima invidia (quella di Satana).
A questo punto Virgilio dice a Dante che dovrà seguirlo attraverso i tre regni dell’Oltretomba: Inferno, Purgatorio e Paradiso, perché come si è detto, il viaggio va compiuto tutto, fino in fondo e senza scorciatoie. Lui Virgilio, sarà sua guida nell’Inferno e nel Purgatorio, ma non nel Paradiso, dove non è ammesso in quanto non ha creduto nel Cristianesimo. Là sarà Beatrice ad accompagnarlo. Dante è ansioso di intraprendere il cammino e segue Virgilio appena egli si muove.
112-114: Ond’io per lo tuo me’ penso e discerno che tu mi segui, e io sarò tua guida, e trarrotti di qui per loco etterno,
115-117: ove udirai le disperate strida, vedrai li antichi spiriti dolenti, ch’a la seconda morte ciascun grida;
118-120: e vederai color che son contenti nel foco, perché speran di venire quando che sia a le beate genti.
121-123: A le quai poi se tu vorrai salire, anima fia a ciò più di me degna, con lei ti lascerò nel mio partire;
124-126: ché quello imperador che là sù regna, perch’i’ fu’ ribellante a la sua legge, non vuol che ‘n sua città per me si vegna.
127-129: In tutte parti impera e quivi regge; quivi è la sua città e l’alto seggio: oh felice colui cu’ ivi elegge!”.
130-132: E io a lui: “Poeta, io ti richeggio per quello Dio che tu non conoscesti, acciò ch’io fugga questo male e peggio,
133-135: che tu mi meni là dov’or dicesti, sì ch’io veggia la porta di san Pietro e color cui tu fai cotanto mesti”.
136: Allor si mosse, e io li tenni dietro.
113 sia che tu mi segua: io sarò la tua guida
114 e ti porterò via di qui attraverso un luogo eterno,
115 dove udrai le urla disperate
116 e vedrai gli antichi spiriti dolenti,
117 ciascuno dei quali invoca la seconda morte (il giudizio finale)
118 e vedrai quelli che sono contenti
119 nelle pene (del purgatorio), perché sperano
120 di arrivare un giorno fra le anime beate (del paradiso).
121 E se poi vorrai salire da loro,
122 ci sarà per questo un’anima più degna di me:
123 ti lascerò con lei quando me ne andrò,
124 perché l’imperatore che regna lassù (Dio)
125 dal momento che io mi sono ribellato alla Sua legge,
126 non vuole che io entri nella Sua città.
127 Egli ha potere in ogni luogo e governa il paradiso:
128 quella è la Sua città e la Sua sede;
129 oh, beato chi Egli sceglie per quel luogo!».
130 E io gli dissi: «Poeta io ti chiedo,
131 in nome di quel Dio che non hai conosciuto,
132 affinché io sfugga questo male e un male peggiore,
133 che Tu mi conduca là dove hai detto,
134 così che io veda la porta di San Pietro
135 e quelli che dici che sono così tristi».
136 Allora partì e io lo seguii.
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