Mercoledì 7 agosto 2024

     

    XVIII settimana T. Ordinario

     

    Avvenne il 7 agosto…

    1420 – Inizia la costruzione della cupola del Brunelleschi a Firenze.

    1908 – A Milano viene annunciata la nascita del Giro d’Italia.

    1967 – La Cina concede al Vietnam del Nord un’imprecisata quantità di aiuti in forma di sussidi.

     

    Aforisma di Thomas Merton

    Riempici d’amore, o Signore e fa’ che l’amore ci leghi mentre percorriamo i nostri differenti cammini.

     

    Preghiera antica preghiera su papiro

    Se ti vediamo, o Signore non morremo. Se confessiamo il tuo nome, non corriamo il rischio di perderti. Se ti preghiamo, saremo ascoltati. Rendici, o Signore, il vigore della nostra forza primitiva, degnati di mantenerci in esso senza interruzione sino alla fine. Dacci la grazia di esser confermati, fortificati, fino alla piena statura e fino al compimento perfetto. Amen

     

    Santo del giorno

    Nacque a Vicenza dalla nobile famiglia dei Thiene nel 1480, e fu battezzato con il nome di Gaetano, in ricordo di un suo celebre zio. Protonotario apostolico di Giulio II, lasciò sotto Leone X la corte pontificia maturando, specie nell’Oratorio del Divino Amore, l’esperienza congiunta di preghiera e di servizio ai poveri e agli esclusi.

    È restauratore della vita sacerdotale e religiosa, ispirata al discorso della montagna e al modello della Chiesa apostolica. Devoto del presepe e della passione del signore, fondò (1524) con Gian Pietro Carafa, vescovo di Chieti (Teate), poi Paolo IV (1555-1559), i Chierici Regolari Teatini.

    A Napoli si dedicò a opere di carità per i malati incurabili e alla formazione religiosa dei laici e istituì i Chierici regolari per il rinnovamento della Chiesa. Per la sua illimitata fiducia in Dio è venerato come il santo della provvidenza.

     

    Parola di Dio del giorno Matteo 15,21-28

    In quel tempo, Gesù si ritirò verso la zona di Tiro e di Sidone. Ed ecco una donna Cananea, che veniva da quella regione, si mise a gridare: «Pietà di me, Signore, figlio di Davide! Mia figlia è molto tormentata da un demonio». Ma egli non le rivolse neppure una parola.

    Allora i suoi discepoli gli si avvicinarono e lo implorarono: «Esaudiscila, perché ci viene dietro gridando!». Egli rispose: «Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa d’Israele». Ma quella si avvicinò e si prostrò dinanzi a lui, dicendo: «Signore, aiutami!».

    Ed egli rispose: «Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». «È vero, Signore, – disse la donna – eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni». Allora Gesù le replicò: «Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri». E da quell’istante sua figlia fu guarita.

     

    Riflessione Pensieri dei Padri del deserto

    • Un fratello visitò l’abate Pastor e gli disse: «Mi vengono molti pensieri e mi mettono in pericolo». L’anziano uscì con lui all’aria aperta e gli disse: «Stendi il tuo mantello e chiudici dentro il vento!». Il fratello gli rispose: «Questo non lo posso fare!». «Dunque», rispose l’anziano, «se non puoi far questo, ancor meno potrai impedire il sorgere dei pensieri; ma ciò che puoi fare è resistere loro».
    • Un fratello interrogò un anziano: «Una moltitudine di pensieri mi fa guerra e non so come resistere». Disse l’anziano: «Non lottare contro tutti, ma contro uno solo. Poiché tutti i pensieri hanno una testa sola. Bisogna dunque esaminare quale sia realmente quell’unico pensiero e quale la sua natura, poi lottare contro di esso. Allora tutti gli altri pensieri perderanno la loro forza».
    • Un fratello assillato dai cattivi pensieri era molto addolorato e diceva: «Io, con tali pensieri, non potrò ottenere salvezza». Se ne andò dunque presso un anziano e gli raccomandò di pregare perché questi pensieri gli fossero tolti. L’anziano gli disse: «Questo non ti è utile, figlio mio». Ma lui insisteva. E come ebbe pregato, Dio tolse la lotta al fratello; e subito egli cadde nella presunzione e nell’orgoglio. E tornò a pregare l’anziano che gli ritornassero i pensieri e l’umiltà che aveva.

     

    Intenzione di preghiera

    Nel ricordo del Curato d’Ars patrono e modello dei parroci preghiamo per tutti i sacerdoti impegnati nel ministero sacerdotale parrocchiale perché trovino nel loro patrono il loro modello di riferimento.

     

    Don’t Forget! Martiri della chiesa argentina

    don Carlos Mugica

    + 11-5-1974

    CARLITOS MUGICA veniva da famiglia benestante dei quartieri ricchi di Buenos Aires: era cresciuto con cuoche e domestiche, praticando tennis, calcio e rugby. La vocazione sacerdotale era emersa a 20 anni, in un viaggio a Roma per il giubileo del 1950. Intelligenza vivida, cuore appassionato, temperamento risoluto, dopo l’ordinazione era stato tra i collaboratori del cardinale Antonio Caggiano, ma fu l’esperienza pastorale tra le cabecitas negras di Villa Retiro, i poveri e gli immigrati di una delle più antiche baraccopoli porteñe a cambiargli la vita.

    Sull’onda del Concilio, Mugica fu tra i primi preti argentini ad aderire al Movimento dei sacerdoti per il Terzo Mondo, che come il vescovo brasiliano Helder Càmara si coinvolsero nelle lotte popolari in nome dell’opzione per i poveri. In Mugica, tale partecipazione assume la forma della militanza politica nei movimenti della sinistra peronista, dopo il golpe che nel 1955 aveva rovesciato il governo di Juan Domingo Peròn e lo aveva costretto all’esilio. «Sono un convertito al peronismo, e dicono che i convertiti sono più fanatici» diceva di sé padre Mugica.

    Nel 1972 ci sarà anche lui e l’altro prete Jorge Vernazza nell’aereo che dall’Europa riporta Peròn in Argentina per l’ultimo, effimero ritorno al potere. In quegli anni, Mugica convive con il timore di dover lasciare la tonaca per il suo impegno politico. Quella militanza che vive come conseguenza concreta della sua opzione per i poveri: «Niente e nessuno mi impedirà di servire Gesù Cristo e la sua Chiesa lottando insieme ai poveri per la liberazione» La sera dell’11-5-1974, la sua ultima giornata fu quella ordinaria di un prete della Villa: aveva giocato a pallone con alcuni ragazzi, aveva incontrato le coppie di giovani fidanzati nella parrocchia di S. Francisco Solano e infine aveva celebrato la Messa prefestiva.

    Il suo assassino lo freddò fuori dalla chiesa. Al suo funerale parteciparono più di 20mila persone. «Quelli che militavano in formazioni politiche lo consideravano un leader politico» ha spiegato p. Guillermo Torre «ma per la gente della Villa lui era semplicemente “el padrecito”». Jorge Mario Bergoglio non conosceva bene Mugica. Lo aveva incontrato all’Università del Salvador, dove Carlos aveva tenuto dei corsi di teologia negli anni ‘60. Ma da arcivescovo di Buenos Aires, il 9-4-1999, fu Bergoglio a presiedere la cerimonia di traslazione delle spoglie di Mugica nella cappella di Villa Retiro dove aveva speso buona parte del suo sacerdozio.

    Così pregò l’attuale Papa in quell’occasione: «Per la morte di padre Carlos, per i suoi assassini materiali, per quelli che furono gli ideologi della sua morte, per i silenzi complici di gran parte della società e per le volte che, come membri della Chiesa, non avemmo il coraggio di denunciare il suo assassinio, Signore abbi pietà».  E P. Torre di lui dice: «Il tempo che scorre rende più chiare le cose: adesso si vede meglio che anche per i primi l’unico criterio era il Vangelo. Amare i poveri vivendo in mezzo a loro, come ha fatto Gesù».

    Condividi questa!

    Informazioni sull'autore

    Potrebbe piacerti anche

    Nessun commento

    È possibile postare il commento di prima risposta.

    Lascia un commento

    Please enter your name. Please enter an valid email address. Please enter a message.

    WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com