XVIII settimana T. Ordinario
Avvenne il 10 agosto…
1500 – L’esploratore portoghese Diogo Dias scopre il Madagascar
1519 – Le cinque navi di Ferdinando Magellano salpano da Siviglia per circumnavigare il globo
1792 – Rivoluzione francese, assalto alle Tuileries: Luigi XVI viene arrestato e imprigionato
1893 – Nasce la Banca d’Italia dalla fusione di quattro precedenti istituti bancari
1990 – La sonda spaziale Magellano raggiunge Venere
2010 – La Pandemia influenzale del 2009-2010 viene dichiarata conclusa dall’O.M.S.
Aforisma di Victor Hugo
“Ci sono più cose naufragate in fondo a un’anima che in fondo al mare.”.
Preghiera
O Dio, l’ardore della tua carità ha reso san Lorenzo fedele nel ministero e glorioso nel martirio: fa’ che amiamo ciò che egli ha amato e viviamo ciò che ha insegnato. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen
Santo del giorno
S. Lorenzo
Fin dai primi secoli del cristianesimo, San Lorenzo viene raffigurato come un giovane diacono rivestito della dalmatica, con il ricorrente attributo della graticola o, in tempi più recenti, della borsa del tesoro della Chiesa romana da lui distribuito, secondo i testi agiografici, ai poveri.
Gli storici sono concordi nel riconoscere in Lorenzo il titolare della necropoli della via Tiburtina a Roma, caratterizzata prima dall’erezione della basilica costantiniana sopra la cripta dove erano state deposte le spoglie del martire, e poi da un’altra sotterranea basilica ‘ad corpus’, realizzata alla fine del sec.VI da papa Pelagio II.
E’ certo che Lorenzo è morto per Cristo forse sotto l’imperatore Valeriano, ma non è così certo il supplizio della graticola su cui sarebbe stato steso e bruciato. Si tratta comunque di uno dei santi più popolari della chiesa cattolica.
Parola di Dio del giorno Giovanni 12,24-26
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto.
Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà».
Riflessione
Le Olimpiadi chiedevano una tregua da guerre e ostilità: e invece non si è parlato che di gender…Nota di Giovanni d’Amico.
Alle Olimpiadi ci sono atleti palestinesi e israeliani, russi e ucraini, iraniani e sauditi, libanesi e iracheni. Ma i politici e i giornalisti al seguito non si interessano di pace, perché è troppo complicato occuparsene. Si sarebbe potuto pensare a una Cerimonia di inaugurazione che dicesse qualcosa di sensato sul desiderio di non rispondere alla violenza con la violenza, che proponesse uno sguardo sulla pace portata da atleti diversi che intendano primeggiare sui campi di gioco, ma che, al di fuori, possano invece abbracciarsi, perché uomini e “fratelli” in umanità. Niente di tutto questo.
Le provocazioni sono state e continuano ad essere sul tema del gender (come la pagliacciata di apertura indegna di ogni paese che si rispetti, ma non per la Francia che innamorata com’è di se stessa, non ha bisogno del rispetto di nessuno). E tutto questo perché è più facile, perché fai polemica e finisci sui media, senza patire eccessivi contraccolpi.
Una sola immagine è parsa contro-corrente: l’atleta afghana che, dopo essere arrivata ultima nella sua batteria dei 100 metri, ha innalzato un cartello con il quale chiedeva istruzione e sport per le donne del proprio paese, ma questo non ha destato eccessivo interesse né presso gli organizzatori, né presso i giornalisti – il timore è che desti invece quello dei politici del suo paese al suo ritorno in patria.
Intenzione di preghiera settimanale
Questa settimana pregheremo per il Sud Sudan dove nel 2018 è stato raggiunto l’accordo di pace, ma che affronta una delle crisi umanitarie più gravi al mondo, con 9 milioni di persone cioè il 75% della popolazione che necessitano di assistenza umanitaria. Tra questi quasi 5 milioni di bambini.
Don’t Forget! Sud Sudan
Il 15 aprile 2023, è iniziato il conflitto in Sudan che ha causato la morte di 15.000 persone. Da quel momento, il Paese sta affrontando una delle più grandi crisi in corso a livello globale. Metà della popolazione, ha bisogno di assistenza e sostegno umanitario. Di questi, oltre 14 milioni sono bambine e bambini. Dallo scoppio dei combattimenti a Khartoum, più di 8.2 milioni di persone, tra cui quasi 4 milioni sono bambini sono stati costretti con la forza a lasciare le proprie case e comunità.
Le condizioni di vita sono disastrose, la produzione alimentare è crollata, le importazioni si sono bloccate e i prezzi degli alimenti di base sono saliti del 45% in meno di un anno. Anche le distribuzioni di cibo nel Paese, in particolare nelle aree rurali e remote dove vive la maggior parte della popolazione, sono stati fortemente limitati a causa della crisi in Sudan, portando oltre il 37% della popolazione a livelli di fame sempre più alti.
Il conflitto sta portando la fame a livelli record, aumentando il rischio di malnutrizione tra bambine e bambini. In Sudan in sei mesi, 3 bambini su 4 sono stati colpiti dalla fame. Secondo l’IPC 355.605 bambini stanno già affrontano livelli di fame catastrofici e rischio di carestia. Le già terribili condizioni umanitarie continueranno a peggiorare, provocando un aumento dei flussi di rifugiati verso i vicini Ciad e Sud Sudan.
Già prima della guerra in Sudan circa 9 milioni di persone, tra cui quasi 5 milioni di bambini, avevano bisogno di assistenza umanitaria. Se non si è piantato l’anno scorso, non c’è cibo oggi. Non piantare oggi significa non avere cibo domani, ed il ciclo della fame si aggrava sempre di più.
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