XXIII settimana T. Ordinario
Avvenne il 10 settembre…
1622 – Carlo Spinola missionario gesuita è martirizzato a Nagasaki con 51 persone fra laici e preti.
1823 – Simón Bolívar viene nominato presidente del Perù
1898 – Elisabetta di Baviera (la Principessa Sissi) è assassinata a Ginevra dall’anarchico L. Lucheni
1943 – Le truppe tedesche iniziano l’occupazione di Roma durante la seconda guerra mondiale
2022 – Carlo III viene proclamato formalmente re del Regno Unito
Aforisma di MILAN BEŠTIĆ (1952-2016)
“Il vecchio regime è morto, ma ha donato gli organi a quello nuovo.”
Preghiera
O Padre, che ci hai liberati dal peccato e ci hai donato la dignità di figli adottivi, guarda con benevolenza la tua famiglia, perché a tutti i credenti in Cristo sia data la vera libertà e l’eredità eterna. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen
Santo del giorno
Nacque nel 1245 a Castel S. Angelo in Pontano, diocesi di Fermo. A 14 anni entrò fra gli eremitani di S. Agostino di Castel S. Angelo come oblato. Più tardi entrò nell’ordine e nel 1274 venne ordinato sacerdote a Cingoli. La comunità di Tolentino diventò la sua «casa madre» e suo campo di lavoro il territorio marchigiano coi conventi dell’Ordine.
Dedicava buona parte della sua giornata a lunghe preghiere e digiuni. Un asceta che diffondeva sorriso, un penitente che metteva allegria. Lo sentivano predicare, lo ascoltavano in confessione o negli incontri occasionali, ed era sempre così: veniva da otto-dieci ore di preghiera, dal digiuno a pane e acqua, ma aveva parole che davano il sorriso.
Molti venivano da lontano a confessargli ogni sorta di misfatti, e andavano via arricchiti dalla sua fiducia gioiosa. Sempre accompagnato da voci di miracoli, nel 1275 si stabilì a Tolentino dove resterà fino alla morte il 10-9-1305.
Parola di Dio del giorno luca 6,12-19
Gesù se ne andò sul monte a pregare e passò tutta la notte pregando Dio. Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede anche il nome di apostoli: Simone, al quale diede anche il nome di Pietro; Andrea, suo fratello; Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso; Giacomo, figlio di Alfeo; Simone, detto Zelota; Giuda, figlio di Giacomo; e Giuda Iscariota, che divenne il traditore.
Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidone, che erano venuti per ascoltarlo ed essere guariti dalle loro malattie; anche quelli che erano tormentati da spiriti impuri venivano guariti. Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che guariva tutti.
Riflessione dal blog di Costanza Miriano
La guerra tra Israele e i Palestinesi è un conflitto tra due popoli che non sono cristiani. Ma è indicativo che essa venga dettagliata, a livello mediatico mondiale, in termini cristiani. I libri sacri delle genti coinvolte, ebrei e musulmani, non sono restii a spiegare cosa si deve fare con i nemici: massacrarli tutti, uomini donne e bambini; radere al suolo le loro città e impossessarsi di tutti i loro beni; se conveniente, prenderli schiavi. Questo col suggello divino; non così differente da quanto sovrani di altre nazioni, con divinità differenti, hanno ritenuto opportuno fare.
Dario, Augusto, Qin Shi Huang, Tamerlano, Chaka e ogni altro costruttore di imperi hanno giustificato il loro operato in termini non troppo diversi. La forza come ragione dell’uso della forza, e la vendetta come ovvia ritorsione a ogni torto reale o percepito. C’è una sola dottrina che non solo proibisce lo sterminio dei nemici, ma chiede di amarli, che elimina la logica della vendetta e chiede di perdonare e persino porgere l’altra guancia: il cristianesimo.
Nonostante queste richieste siano state aggirate lungo la storia in molteplici modi, ciò nonostante hanno finito con l’imbibire questo nostro mondo in maniera pervasiva, persino dove Cristo viene rifiutato. L’accusarsi reciproco di crudeltà e genocidio, il pianto sul dolore innocente, la salvaguardia dei civili, la proibizione di tortura e dell’uso di certe armi sarebbero incomprensibili a uno degli imperatori di cui sopra, convinti che il forte ha il diritto di schiacciare il debole, anzi, ne ha il dovere.
Quanta sincerità nelle accuse che le parti in conflitto si lanciano? Poca, almeno da parte dei rispettivi capi. Ma che esse siano almeno comprensibili ai contendenti dice che in qualche maniera, sia pure tenue e non definitiva, Cristo ha vinto. Ci sono e ci saranno presidenti e capi (anche cristiani) che massacreranno, ma ora sono almeno obbligati a giustificarsi. La forza e la violenza non sono più i dominatori del mondo, perché è stato definito cosa è male e, soprattutto, ciò che è bene.
Intenzione di preghiera settimanale
Preghiamo per coloro che ad ogni età soffrono a causa della malattia mentale, perché ad essi siano offerte le cure necessarie dalle strutture sanitarie e l’amore dei fratelli.
Don’t Forget! 1000 quadri più belli del mondo
MORITZ STIFTER: NEL SUK, 1891 Olio su tavola, 41 x 32 cm
Galleria Berko – Knokke Zoute – Belgio
L’austriaco Moritz Stifter (1857-1905) si guadagnò da vivere dipingendo soggetti del vicino Oriente, un tema molto popolare in Europa durante tutto il XIX secolo. Il gusto per l’esotismo orientaleggiante nacque con l’invasione di Napoleone in Egitto all’inizio del secolo e fu alimentato da letteratura, stampe e dipinti di viaggiatori come Gustave Flaubert, E. W. Lane e l’esploratore Richard Burton. A fine secolo arrivò in Egitto anche il turismo di massa…e così si diffuse in Europa il gusto per le scene orientali.
“Nel suk” ritrae un’elegante dama occidentale che saggia la stoffa di una tovaglia con mani guantate, mentre il mercante a gesti le mostra la squisita fattura dell’oggetto. La scena è quasi fotografica nel suo realismo e nella cura estrema con cui anche il più piccolo dettaglio viene ritratto; ma è certo che il pittore abbia creato la scena nel suo studio in Austria, utilizzando oggetti di scena come il tavolino, il narghilé ecc. che l’artista teneva a portata di mano per la sua pittura di genere.
Il risultato è notevole sebbene abbia attirato su Stifter le critiche di chi (come lo scrittore Usa di origine palestinese Edward Said) affermava che rappresentazioni come queste (la dama europea, perfetta esponente del mondo borghese e il venditore locale fin troppo ossequiente) erano un esempio di razzismo nemmeno troppo velato. Ma opere come queste rimangono molto popolari e ben quotate alle aste.
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