XXVI settimana T. Ordinario
Avvenne il 26 settembre…
1582 – Papa Gregorio XIII introduce il calendario gregoriano; in Italia, Polonia, Portogallo e Spagna, il 4 ottobre 1582 verrà seguito direttamente dal 15 ottobre, saltando dieci giorni.
1824 – Il Messico diventa una repubblica
1830 – Creazione dello Stato del Belgio, dopo la separazione dai Paesi Bassi
1964 – Il presidente del Consiglio Aldo Moro inaugura l’Autostrada del Sole
1965 – Papa Paolo VI è il primo papa a visitare ufficialmente gli Stati Uniti d’America
Aforisma di Albert Einstein
«Le tre regole del lavoro: 1. Esci dalla confusione, trova la semplicità. 2. Dalla discordia, trova armonia. 3. Nel pieno delle difficoltà risiede l’opportunità».
Preghiera
O Padre, che hai concesso a san Francesco d’Assisi di essere immagine viva di Cristo povero e umile, fa’ che, camminando sulle sue orme, possiamo seguire il tuo Figlio e unirci a te in carità e letizia. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen
Santo del giorno
S. FRANCESCO D’ASSISI PATRONO D’ITALIA
Francesco nacque ad Assisi nel 1182, in piena età comunale. Figlio di un mercante, da giovane aspirava a entrare nella cerchia della piccola nobiltà cittadina: per questo cercò la gloria tramite le imprese militari, finché comprese di dover servire solo il Signore.
Si diede quindi a una vita di penitenza e solitudine in povertà, dopo aver abbandonato la famiglia e i beni terreni. Nel 1209 iniziò a predicare il Vangelo nelle città, mentre si univano a lui i primi discepoli. Con loro si recò a Roma per avere dal papa Innocenzo III l’approvazione della sua scelta di vita.
Dal 1210 al 1224 peregrinò per le strade e le piazze d’Italia: dovunque accorrevano a lui folle numerose e schiere di discepoli che egli chiamava “frati”, cioè “fratelli”.
Accolse Chiara che diede inizio al 2° Ordine francescano, e fondò un 3° Ordine con regole adatte ai laici. Morì il 3-10- 1226 presso la chiesa di Santa Maria degli Angeli ad Assisi. È stato canonizzato da papa Gregorio IX il 16 luglio 1228.
Parola di Dio Matteo 11,25-30
Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza.
Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo. Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro.
Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
Riflessione dagli scritti di S. Francesco
Fra Leonardo riferì che un giorno il beato Francesco, presso Santa Maria [degli Angeli], chiamò frate Leone e gli disse: “Frate Leone, scrivi”. Questi rispose: “Eccomi, sono pronto”. “Scrivi – disse – quale è la vera letizia”. “Viene un messo e dice che tutti i maestri di Parigi sono entrati nell’Ordine, scrivi: non è vera letizia. Così pure che sono entrati nell’Ordine tutti i prelati d’Oltralpe, arcivescovi e vescovi, non solo, ma perfino il Re di Francia e il Re di Inghilterra; scrivi: non è vera letizia.
E se ti giunge ancora notizia che i miei frati sono andati tra gli infedeli e li hanno convertiti tutti alla fede, oppure che io ho ricevuto da Dio tanta grazia da sanar gli infermi e da fare molti miracoli; ebbene io ti dico: in tutte queste cose non è la vera letizia”. “Ma qual è la vera letizia?”. “Ecco, io torno da Perugia e, a notte profonda, giungo qui, ed è un inverno fangoso e così rigido che, all’estremità della tonaca, si formano dei ghiaccioli d’acqua congelata, che mi percuotono continuamente le gambe fino a far uscire il sangue da siffatte ferite.
E io tutto nel fango, nel freddo e nel ghiaccio, giungo alla porta e, dopo aver a lungo bussato e chiamato, viene un frate e chiede: “Chi è?”. Io rispondo: “Frate Francesco”. E quegli dice: “Vattene, non è ora decente questa, di andare in giro, non entrerai”. E poiché io insisto ancora, l’altro risponde: “Vattene, tu sei un semplice ed un idiota, qui non ci puoi venire ormai; noi siamo tanti e tali che non abbiamo bisogno di te”.
E io sempre resto davanti alla porta e dico: “Per amor di Dio, accoglietemi per questa notte”. E quegli risponde: “Non lo farò. Vattene al luogo dei Crociferi e chiedi lì”. Ebbene, se io avrò avuto pazienza e non mi sarò conturbato, io ti dico che qui è la vera letizia e qui è la vera virtù e la salvezza dell’anima”.
Intenzione di Preghiera mensile
Il mese di ottobre è legato alla recita quotidiana del S. Rosario e alle Missioni di cui S. Teresa di Lisieux è patrona con S. Francesco Saverio: è quanto ci impegniamo a fare nel mese di ottobre.
Don’t Forget!
Il ciclo di affreschi più noto sulla vita di S. Francesco è quello di Giotto nella Basilica superiore di Assisi. Ma non è l’unico: un altro ciclo di affreschi di non minore importanza si trova nella cappella maggiore della chiesa francescana di Montefalco in provincia di Perugia – Umbria, che fu costruita tra il 1336 e il 1340 e fu decorata da Benozzo Gozzoli tra il 1450 e il 1452.
Quest’altro ciclo raffigura i più importanti episodi della vita di S. Francesco – fondatore dell’ordine che da lui prende nome- secondo un programma elaborato forse dallo stesso committente, fra’ Jacopo di Mattiolo. La fonte individuata dalla critica è il De Conformitate Vitae B. Francisci ad vitam D.ni Jesu, un testo composto tra il 1385 e il 1390 dal colto fra’ Bartolomeo da Pisa.
Fra i tanti riquadri scegliamo uno (vedi sopra) intitolato: Predica agli uccelli e benedizione di Montefalco. L’evento è ambientato in un paesaggio reale raffigurato con minuzia di dettagli. A sinistra, ai piedi della montagna, c’è Assisi col suo castello e la chiesa conventuale di S. Francesco, costruita solo dopo la morte del Santo.
A sinistra Francesco sta parlando agli uccelli rappresentati da 13 diverse specie, mentre con la mano indica il cielo. Sulla destra è rappresentata Montefalco, cinta dalle mura, che fa da sfondo al gruppo in primo piano. Francesco, accompagnato dal suo discepolo, benedice quattro uomini in preghiera tra i quali si riconoscono il francescano Jacopo, committente dell’opera e due membri della famiglia Calvi, che nel XV sec. si distinsero per varie donazioni alla chiesa di S. Francesco a Montefalco. L’episodio di questa benedizione si riferisce ad una tradizione locale e non è citato in nessuna leggenda della vita francescana.
Sopra: il riquadro del ciclo di affreschi della chiesa di Montefalco intitolato “Francesco predica agli uccelli e benedice la città di Montefalco”
Sotto: La cappella affrescata da Benozzo Gozzoli (1420-1497) con il ciclo dedicato a S. Francesco all’interno della chiesa di Montefalco.
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