Mercoledì 11 dicembre 2024

     

    II settimana di Avvento

     

    Avvenne l’11 dicembre…

    1792 – Inizia il processo contro Luigi XVI di Francia, accusato di tradimento

    1901 – Guglielmo Marconi invia il primo segnale radio transatlantico.

    1937 – L’Italia esce dalla Società delle Nazioni.

    1946 – Viene fondato l’UNICEF.

    1979 – Madre Teresa di Calcutta riceve il Premio Nobel per la pace

    1991 – A Maastricht nasce l’Unione europea.

     

    Aforisma di S. Agostino

    “Questa scuola, in cui unico maestro è Dio, richiede buoni discepoli, non scansafatiche, ma laboriosi.”

     

    Preghiera

    Dio onnipotente, che ci comandi di preparare la via a Cristo Signore, donaci, nella tua benevolenza, di non lasciarci abbattere dalle nostre debolezze, mentre attendiamo la consolante presenza del medico celeste. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen

     

    Santo del giorno

    S. Daniele lo Stilita

    Nasce a Maratha, nelle vicinanze di Samosata in Siria nel 409 e a 12 anni chiede d’essere accolto in un vicino monastero. Davanti alla resistenza dell’abate gli risponde che con la sua fede sopporterà la dura vita del cenobio.

    Guadagna subito la fiducia dell’abate, a tal punto che lo accompagna ad Antiochia dove conoscono S. Simone che, da poco, ha iniziato a vivere da asceta in cima ad una colonna (quelli che praticavano questo stile di vita furono chiamati “stiliti” perché in latino stilo vuol dire colonna).

    Tornato a Maratha, alla morte dell’abate Daniele è scelto come suo successore, ma rifiuta l’incarico perché vuol tornare a visitare Simone. A causa delle guerre è costretto a fermarsi a Costantinopoli, ma poi decide di ritirarsi in un tempio abbandonato a Filempora.

    Nel 459 muore Simone e il suo mantello viene dato a Daniele che, cinquantenne, decide di seguire l’esempio del maestro e si stabilisce pure lui su una colonna. Muore nel 490 e viene sepolto ai piedi della colonna sulla quale aveva vissuto trentatré anni e tre mesi.

     

    Parola di Dio del giorno

    Isaia 40,25-31

    Così dice il Signore: «A chi potreste paragonarmi, quasi che io gli sia pari?» dice il Santo. Levate in alto i vostri occhi e guardate: chi ha creato tali cose? Egli fa uscire in numero preciso il loro esercito e le chiama tutte per nome; per la sua onnipotenza e il vigore della sua forza non ne manca alcuna.

    Perché dici, Giacobbe, e tu, Israele, ripeti: «La mia via è nascosta al Signore e il mio diritto è trascurato dal mio Dio»? Non lo sai forse? Non l’hai udito? Dio eterno è il Signore, che ha creato i confini della terra. Egli non si affatica né si stanca, la sua intelligenza è inscrutabile.

    Egli dà forza allo stanco e moltiplica il vigore allo spossato. Anche i giovani faticano e si stancano, gli adulti inciampano e cadono; ma quanti sperano nel Signore riacquistano forza, mettono ali come aquile, corrono senza affannarsi, camminano senza stancarsi.

     

    Matteo 11,28-30

    Gesù disse: «Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».

     

    Riflessione di Antonio Alcaro: “La salute mentale è una questione collettiva”

    «Assecondando il culto dell’individuo autonomo e performante, che vuole liberarsi da ogni legame naturale, affettivo, culturale e spirituale (salvo poi ritrovarsi sempre più solo, fragile e vuoto), la sofferenza viene interpretata come un difetto di funzionamento, un deficit organico.

    Pertanto, la cura viene concepita come intervento tecnico atto a riparare il difetto. Senza un riferimento più ampio, la psicoterapia rischia di trasformarsi in una alcova protettiva che culla e rassicura il paziente senza mai metterlo davvero in discussione.

    Egli è esortato a pensare sempre di più a sé stesso, a proseguire nella sua corsa individualistica, mentre il terapeuta fornisce, a pagamento, quel sostegno affettivo che il paziente non è più in grado di dare e ricevere dagli altri.

    L’incapacità di iscrivere la vita del singolo all’interno di un orizzonte sociale più ampio e la perdita della fiducia nel mondo esterno ed il rifiuto di donarsi agli altri rivelano una chiusura affettiva profonda, che è madre dell’angoscia, del controllo esasperato».

     

    Intenzione di preghiera per la settimana

    Dopo la guerra Russo-Ucraina, dopo il conflitto in Terrasanta, un’altra guerra è iniziata in Siria: intensifichiamo di conseguenza le nostre preghiere per la pace.

     

    Don’t Forget! Storia dei Martiri Cristiani

    Irene Mc Cormack nacque a Kununoppin piccola comunità rurale dell’Australia. Vivace, determinata e appassionata tifosa del football australiano, a 15 anni volle diventare religiosa e presso le Suore di S. Giuseppe a Perth trovò modo di sviluppare i suoi due grandi amori: servire Dio e istruire i giovani. Nel 1957 professò i suoi primi voti religiosi e l’anno successivo quelli perpetui.

    Dopo decenni di insegnamento nelle scuole australiane, nel 1987 suor Irene chiese di essere inviata come missionaria in Perù: lavorò prima a «el Pacifico» sobborgo di Lima e poi a Santa de Perola nel Distrito S. Martín de Porres. Il 26-6-1989, prese la decisione di trasferirsi a Huasahuasi un villaggio fra le Ande, a circa 200 km da Lima, dove McCormack e la sua compagna, Dorothy Stevenson furono incaricate della distribuzione dei beni di emergenza da parte di Caritas Perù.

    1991/05/21: nel villaggio irrompono i terroristi di Sendero Luminoso che catturano 4 uomini del posto: Noe Palacios Blancos, Agustín Vento Morales, Pedro Pando Llanos e Alfredo Morales Torres. Anche Sr Irene Mc Cormack (la sua compagna Dorothy si trovava a Lima per cure) fu obbligata a seguire i terroristi che in un processo sommario condannarono a morte i cinque innocenti con l’accusa di «nutrire i poveri» (alimenti della Caritas) e «diffondere idee straniere» (libri per l’alfabetizzazione).

    Portati in piazza, i quattro uomini e la suora furono costretti a sdraiarsi per terra e i terroristi spararono a ciascuno di loro alla testa. Fu proibito alla popolazione di toccare i cadaveri che furono vegliati tutta la notte dalle persone del villaggio e solo quando i terroristi se ne andarono, furono sepolti nel piccolo cimitero del pueblo.

     

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