Sabato 21 dicembre 2024

     

    III settimana di Avvento

     

    Avvenne il 21 dicembre…

    164 a.C. – Giuda Maccabeo restaura il Tempio di Gerusalemme.

    69 – Tito Flavio Vespasiano viene riconosciuto imperatore romano dal Senato

    1898 – Marie e Pierre Curie scoprono il radio

    2012 – Questo giorno è la data di fine di un ciclo di 5.126 anni nel calendario maya, che prospetta eventi catastrofici

    2023 – Università Carolina di Praga: ha luogo la sparatoria più letale nella storia della Repubblica Ceca con 15 morti uccisi e 25 feriti

     

    Aforisma Antifone dell’Avvento – Novena di Natale  

    “O astro Sorgente, splendore di luce eterna, e sole di giustizia: vieni ed illumina chi è nelle tenebre, e nell’ombra della morte.”

     

    Preghiera

    Esaudisci con bontà le preghiere del tuo popolo, Padre, perché coloro che si rallegrano per la venuta del tuo Figlio unigenito nella carne possano giungere al premio della vita eterna quando verrà nella gloria. Egli è Dio e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per i secoli dei secoli. Amen

     

    Santo del giorno

    Pietro Kanijs (Canisio) nasce a Nimega, Olanda, nel 1521: figlio del borgomastro, ha la possibilità di studiare diritto canonico a Lovanio e diritto civile a Colonia dove trascorre il tempo libero nel monastero dei certosini e la lettura degli Esercizi spirituali di S. Ignazio provoca la svolta decisiva della vita: entra nella compagnia di Gesù ed è l’ottavo gesuita a emettere i voti solenni.

    A lui si deve la pubblicazione delle opere di S. Cirillo di Alessandria, S. Leone Magno, S. Girolamo e Osio di Cordova. Prende parte attiva al concilio di Trento, come consigliere del papa. Sant’Ignazio lo chiama in Italia, mandandolo prima in Sicilia, poi a Bologna, per rimandarlo quindi in Germania, dove resta per trent’anni, in qualità di superiore provinciale.

    Pio V gli offrì il cardinalato, ma Pietro Canisio pregò il papa di lasciarlo al servizio della comunità. Morì a Friburgo, in Svizzera, il 21 dicembre 1597.

     

    Parola di Dio del giorno Luca 1,39-45

    In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo.

    Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo!

    A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».

     

    Riflessione del giorno Monsignor Ravasi: Mattutino

    Mio Signore! In cielo brillano le stelle, gli occhi degli innamorati si chiudono. Ogni donna innamorata è sola col suo amato. E io sono sola qui con te! Ricordo una notte stellata a Bassora, molti anni fa: in questa città dell’Iraq meridionale, sul delta del Tigri e dell’Eufrate, attorno al 713-14, era nata Rabi’a, una musulmana venduta poi come schiava. Riscattata, visse in verginità nel deserto, divenendo un segno di luce a cui molti si rivolgevano chiedendo consigli, preghiere, conforto.

    I suoi “detti” furono raccolti dai discepoli dopo la morte avvenuta a Bassora nell’801. In una notte simile a quelle gelide e ventose del nostro inverno, quando le stelle scintillano in cielo, questa donna si rivolgeva a Dio col linguaggio degli innamorati, tipico di ogni autentica esperienza mistica. È una preghiera pura, in cui — per citare S. Agostino — si chiede a Dio solo Dio (Nolite quaerere a Deo nisi Deum).

    È un invito anche per noi cristiani a riscoprire la contemplazione, il silenzio, l’invocazione di lode, come Rabi’a che continuava a confessare in quell’oscurità notturna trapuntata di stelle: «O Amato del mio cuore, non ho che te! O mia speranza, mio riposo, mia gioia, il mio cuore non vuole amare altri che te!». È, questa, una via per conoscere un islam più genuino e spirituale rispetto a certe sue manifestazioni esasperate e ai nostri giudizi sommari.

    Un giorno a Rabi’a si presentò un uomo che le chiese: «Se mi pento, Dio perdonerà il mio delitto?». «No, rispose la donna, se Dio ti perdonerà, tu ti pentirai». È il primato della grazia divina. E concludeva: «Quando nel giorno della risurrezione saremo chiamati, la prima a guidare la fila delle creature sarà Maria, la madre di Gesù!».

     

    Intenzione di preghiera per la settimana

    Preghiamo perché ci prepariamo al Natale attraverso la preghiera, la meditazione, la confessione, la carità e una vita segnata dalla speranza.

     

    Don’t Forget! Le più belle natività della storia dell’arte

    JACOPO TINTORETTO: STORIE DAL NUOVO TESTAMENTO: ADORAZIONE DEI PASTORI, 1578-1561

    SCUOLA GRANDE DI S. ROCCO VENEZIA.

    NATALE = “DIO SI È FATTO UOMO, PERCHÉ L’UOMO SI FACESSE DIO”.

     

    Jacopo Robusti detto il “Tintoretto” (Venezia 1518 – Venezia 1595) era soprannominato “furioso”, per l’uso violento dei colori e le iperboliche prospettive che colpiscono lo spettatore, fino a dargli l’impressione di precipitare dentro il dipinto.

    Anche in quest’opera la prima cosa che colpisce è la profondità della scena, che si sviluppa su diversi piani: al piano terra si trovano i pastori in adorazione con i loro animali, mentre al piano superiore c’è la Sacra Famiglia con Maria, Giuseppe e il Bambino; sopra ancora attraverso le travi del soffitto si intravedono gli angeli in festa.

    Il quadro ci dice che la nascita di Gesù è l’evento centrale del mondo e del tempo che unisce il piano inferiore della storia dell’umanità e della natura bisognosa di redenzione con il piano superiore della gloria divina nel Paradiso.

    In altre parole Gesù nascendo riempie la misera condizione dell’umanità della gloria e della grazia di Dio e illumina ogni persona e cosa trasfigurandola e restaurando nell’uomo l’immagine divina sfigurata dal peccato e dal male.

     

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