Sabato 8 febbraio 2025

     

    IV Settimana Tempo Ordinario

     

    Avvenne l’8 febbraio…

    421 – Costanzo III diventa co-imperatore dell’Impero romano d’Occidente.

    1587 – Maria Stuarda viene giustiziata.

    1807 – Napoleone Bonaparte sconfigge i russi del generale Benigssen nella battaglia di Eylau.

    1865 – L’abate naturalista Gregor Mendel formula la teoria dell’ereditarietà;

    1904 – I giapponesi con l’attacco su Port Arthur danno il via alla guerra russo-giapponese.

     

    Aforisma dal libro del Siracide 4

    “Fatti amare dalla comunità, davanti a un grande abbassa il capo. Porgi l’orecchio al povero e rispondigli al saluto con affabilità.”

     

    Preghiera

    Signore Dio nostro, concedi a noi tuoi fedeli di adorarti con tutta l’anima e di amare tutti gli uomini con la carità di Cristo che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen

     

    Santo del giorno

    Fondatore della Società dei Servi dei poveri (Somaschi), Girolamo Emiliani si dedicò a malati, giovani abbandonati e al riscatto delle prostitute. Era nato a Venezia nel 1486 da famiglia nobile e intraprese la carriera militare, finché nel 1511, in prigionia, maturò la vocazione, come capitò a S. Ignazio di Loyola quando venne ferito in battaglia a Pamplona.

    Si consacrò a Dio nel 1518, si prodigò in una carestia e in un’epidemia di peste a Verona, Brescia, Como e Bergamo. Qui, nel paesino di Somasca decise di fermarsi e diede origine all’ordine di chierici regolari, sebbene egli non fu mai sacerdote e rimase laico fino alla fine.

    Essi intuirono il ruolo di promozione sociale delle scuole e ne aprirono di gratuite con un metodo pedagogico innovativo. Il fondatore morì di peste nel 1537, mentre assisteva dei malati. Santo dal 1767, dal 1928 è patrono della gioventù abbandonata.

     

    Parola di Dio del giorno Marco 6,30-34

    In quel tempo, gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. Ed egli disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’». Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare.

    Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte. Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero. Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.

     

    Riflessione

    Chesterton a proposito della virtù scrisse qualcosa di sorprendente: “I vizi –se non sono controllati- dilagano e danneggiano. Ma anche le virtù, lasciate in balia di sé stesse, si diffondono più selvaggiamente e fanno anche più terribili danni. Il mondo moderno è pieno di antiche virtù cristiane impazzite. Le virtù sono impazzite perché sono state isolate l’una dall’altra e stanno vagando sole.

    Così ad alcuni scienziati sta a cuore la verità, e solo la verità, così che la loro verità è spietata. Così ad alcuni umanitari interessa solo la pietà, e la loro pietà (spiace dirlo) è spesso falsa. Lo studioso inglese Robert Peel Glanville Blatchford (1851–1943) ateo, razionalista e socialista attacca il cristianesimo perché egli è fissato su una sola delle virtù cristiane. La virtù della carità puramente mistica e quasi irrazionale. Egli ha la strana idea di rendere più facile il perdono dei peccati dicendo che non esistono peccati da perdonare”.

    Si badi bene: Chesterton parla di «virtù impazzite» e non di «verità impazzite» (spesso le due cose vengono confuse ma è errato: la verità è sempre tutta intera, altrimenti non è verità). Le virtù, dice Chesterton, impazziscono se separate le une dalle altre e vagano da sole, e vagando da sole creano errori e peccati. Ricordate cosa succedeva per l’eresia e la verità? La verità mia, quella che è prodotta da me, alla fine è un’eresia perché è una «mezza verità», cioè una verità non intera, cioè una non verità. Nel medesimo tempo separare le virtù significa renderle virtù «impazzite» e perciò false.

    Chesterton parla dell’ex maestro Robert Blatchford, socialista utopistico, che per forza sfocia in qualcosa di errato, cioè (problema molto attuale) facilita il perdono dei peccati abolendo il concetto di peccato. Credo che il paragone sia calzante e rende bene la portata dell’errore che afferma. Ma Chesterton ci dice ancora qualcos’altro: “La verità intera è in genere alleata della virtù, una mezza verità è sempre alleata di un vizio”.  In altre parole, la verità «vera», cioè quella intera e comprensiva del tutto, va a braccetto con la virtù, mentre la mezza verità genera solo vizi, cioè fonti ulteriori di peccato.

    Ci dice poi che la menzogna non è mai tanto falsa come quando si avvicina molto alla verità. È quando la pugnalata sfiora il nervo delle verità che la coscienza cristiana urla di dolore. Qui capiamo quale fosse l’amore di Chesterton per la verità. Posporre la verità è sempre un errore grave, per Chesterton. La dottrina e la virtù non possono che andare a braccetto, altrimenti la virtù non può fiorire.

    La virtù fuori della verità è impossibile. In quest’altra citazione tutto ciò è espresso chiaramente: La prima confessione di fede o comandamento, è che nulla può insieme essere e non essere. Per cui, in parole povere, il vero e il falso esistono. Contrapporre adesione alla verità e misericordia, per esempio, è una cosa che Chesterton non ha fatto e non farebbe mai.

     

    Intenzione di preghiera

    Preghiamo in questa settimana dedicata a don Bosco e a don Bepo perché Dio protegga il Patronato S. Vincenzo e tutte le persone che ne fanno parte.

     

    Don’t Forget!

    MERCOLEDÌ 5 FEBBRAIO RIOHACHA, COLOMBIA

    Un bambino, che fa parte del gruppo indigeno Wayuu, con il suo pollo nel quartiere di Belen a Riohacha in Colombia
    AP PHOTO/IVAN VALENCIA

     

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