Mercoledì 23 aprile 2025

     

    Ottava di Pasqua

     

    Avvenne il 23 aprile…

    1616 – William Shakespeare, Miguel de Cervantes e Garcilaso de la Vega muoiono il 23-4-1616: per questo motivo l’UNESCO ha proclamato questo giorno Giornata mondiale del libro e diritto d’autore

    1915 – Ha inizio il genocidio Armeno con la deportazione di scrittori, intellettuali, uomini politici

    1985 – Si apre a Buenos Aires il processo sulla fine dei Desaparecidos in Argentina

    1993 – Si svolge in Eritrea il referendum per l’indipendenza dall’Etiopia

    1994 – Si pubblica la scoperta sperimentale del quark top, particella subatomica, la cui esistenza era stata da tempo prevista dal Modello standard.

     

    Aforisma di Madre Teresa di Calcutta

    “La gente è affamata d’amore perché siamo troppo indaffarati, aprite i vostri cuori oggi, nel giorno del Signore risorto, e amate come non avete mai fatto”.

     

    Preghiera Colletta

    O Dio, che ci dai la gioia di rivivere ogni anno la risurrezione del Signore, fa’ che mediante la liturgia pasquale che celebriamo nel tempo possiamo giungere alla gioia eterna. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen

     

    Parola di Dio del mercoledì dell’ottava di Pasqua

    Atti 3,1-10; Salmo 104; Luca 21,13-35

    Ed ecco, in quello stesso giorno, [il primo della settimana], due [dei discepoli] erano in cammino per un villaggio di nome Emmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo.

    Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò loro: «Che cosa?».

    Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute.

    Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto».

    Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui. Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto».

    Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?».

    Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.

     

    Riflessione commento al Vangelo di Ermes Ronchi

    Gesù si avvicinò e camminava con loro. Dio si avvicina sempre, viandante dei secoli e dei giorni, e muove tutta la storia. Cammina con noi, non per correggere il nostro passo o dettare il ritmo. Non comanda il passo, prende il nostro. Nulla di obbligato: ogni modo di camminare gli va, purché si cammini. Gesù raggiunge i due viandanti, li vede tristi, rallenta: che cosa sono questi discorsi? Ed essi gli raccontano la sua storia: una illusione naufragata nel sangue sulla collina.

    Lo hanno seguito, lo hanno amato: noi speravamo fosse lui…Unica volta che nei Vangeli ricorre il termine speranza, ma come rimpianto e nostalgia, mentre essa è «il presente del futuro» (S. Tommaso); come rammarico per le attese di potere tramontate. Per questo «non possono riconoscere» Gesù che aveva capovolto al sole e all’aria le radici del potere.

    Ed è, come agli inizi in Galilea, tutto un parlare, confrontarsi, insegnare, imparare, discutere, lungo ore di strada. Giunti a Emmaus Gesù mostra di voler «andare più lontano». Come un senza fissa dimora, un Dio migratore per spazi che appartengono a tutti. Allora nascono parole che sono diventate canto, una delle nostre preghiere più belle: resta con noi, perché si fa sera. Hanno fame di parola, di compagnia, di casa.

    Lo invitano a restare, in un modo così delicato che pare siano loro a chiedere ospitalità. Resta. E il viandante si ferma, era a suo agio sulla strada, dove tutti sono più liberi; è a suo agio nella casa, dove tutti sono più veri. Il racconto ora si raccoglie attorno al profumo del pane e alla tavola, fatta per essere circondata da ogni lato di commensali, per collegarli tra loro: gli sguardi si cercano, si incrociano, si fondono, ci si nutre gli uni degli altri.

    Lo riconobbero allo spezzare il pane. Lo riconobbero non perché fosse un gesto inconfondibile di Gesù – ogni padre spezzava il pane ai propri figli – chissà quante volte l’avevano fatto anche loro, magari in quella stessa stanza, ogni volta che la sera scendeva su Emmaus.

    Ma tre giorni prima, il giovedì sera, Gesù aveva fatto una cosa inaudita, si era dato un corpo di pane: prendete e mangiate, questo è il mio corpo. Lo riconobbero perché spezzare, rompere e consegnarsi contiene il segreto del Vangelo: Dio è pane che si consegna alla fame dell’uomo. Si dona, nutre e scompare: prendete, è per voi! Il miracolo grande: non siamo noi ad esistere per Dio, è Dio che vive per noi.

     

    Intenzione di preghiera

    Preghiamo per Papa Francesco perché il Signore lo accolga nel suo Regno e gli doni la ricompensa per tutto il bene compiuto e la speranza che ha saputo mantenere viva in tanti poveri ed emarginati.

     

    Don’t Forget! MARTEDÌ 22 APRILE CITTÀ DEL VATICANO

    Giornalisti davanti alla basilica di San Pietro

    AP PHOTO ANDREW MEDICHINI

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