2.a settimana di Pasqua
Avvenne il 28 aprile…
1738 – Roma, Clemente XII condanna la Massoneria, con la bolla In eminenti apostolatus specula.
1789 – Ammutinamento del Bounty: gli ufficiali contro il capitano William Bligh
1939 – Adolf Hitler annulla unilateralmente il patto di non aggressione con la Polonia
1940 – Papa Pio XII chiede a Mussolini di non entrare in guerra; la reazione del Duce è fredda, scettica, sarcastica.
1952 – Gli Stati Uniti d’America pongono termine all’Occupazione militare del Giappone
1963 – Italia: le elezioni politiche confermano la Democrazia Cristiana come primo partito
1994 – Ruanda, centinaia di migliaia di profughi abbandonano il paese per i massacri tra avversari
Aforisma dal vangelo di Giovanni
“Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito.”
Preghiera Colletta
Dio onnipotente, a noi che, rinnovati dai sacramenti pasquali, abbiamo abbandonato la somiglianza con il primo uomo, concedi di essere conformati alla tua immagine di creatore. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen
Santo del giorno

Nato a Montfort-sur-Meu, Bretagna, nella Francia di nord ovest il 31-1-1673 è il secondo dei 18 figli di Jean-Baptiste, avvocato, e di Jeanne Robert de la Vizeule. La sua breve vita si svolge nell’epoca dei razionalisti e libertini, del deismo e giansenismo, dell’attacco contro le credenze tradizionali, tutto questo soprattutto in Francia.
Per questo Luigi Maria percorse le regioni occidentali del paese predicando il mistero della Sapienza eterna, Cristo incarnato e crocifisso, e insegnando ad andare a Gesù per mezzo di Maria. Associò sacerdoti e fratelli alla propria attività apostolica, e scrisse le regole dei Missionari della Compagnia di Maria (detti anche Monfortani).
Tra i suoi scritti si ricordano il “Trattato della vera devozione alla Santa Vergine” e “L’amore dell’eterna Sapienza”. Morì a soli 43 anni St. Laurent-sur-Sèvre, Francia, il 28 aprile 1716. Fu proclamato santo da Pio XII il 20 luglio 1947.
Parola di Dio Giovanni 3,1-8
Vi era tra i farisei un uomo di nome Nicodemo, uno dei capi dei Giudei. Costui andò da Gesù, di notte, e gli disse: «Rabbi, sappiamo che sei venuto da Dio come maestro; nessuno infatti può compiere questi segni che tu compi, se Dio non è con lui». Gli rispose Gesù: «In verità, in verità io ti dico, se uno non nasce dall’alto, non può vedere il regno di Dio».
Gli disse Nicodemo: «Come può nascere un uomo quando è vecchio? Può forse entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e rinascere?». Rispose Gesù: «In verità, in verità io ti dico, se uno non nasce da acqua e Spirito, non può entrare nel regno di Dio.
Quello che è nato dalla carne è carne, e quello che è nato dallo Spirito è spirito. Non meravigliarti se ti ho detto: dovete nascere dall’alto. Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito».
Riflessione da Hans Urs von Balthasar
Tu senti il tempo, e questo cuore non senti? Percepisci la corrente di grazia che ti compenetra col suo rosso colore e calore, e non ti accorgi quanto sei amato? Cerchi una prova, e sei tu stesso la prova. Tu cerchi di prenderlo, lo sconosciuto, nelle maglie della tua conoscenza, e sei tu stesso preso nell’indistricabile rete del suo potere.
Vorresti afferrare, comprendere, e già sei afferrato. Vorresti dominare, e sei sopraffatto. Ti spingi avanti a cercare, e sei già da lungo tempo e da sempre trovato. Ti apri brancicando la strada attraverso mille vestiti verso un corpo vivente, ed affermi di non sentire la mano che tocca la tua anima nuda e senza veli? Ti agiti cercando tutt’attorno nella furia del cuore inquieto, e chiami tutto ciò religione, ma si tratta in realtà degli scossoni del pesce già finito nella barca da pesca.
Vorresti trovare Dio, pur fra mille dolori: ma che umiliazione venir a sapere che il tuo agire non era che un vuoto rito, perché Dio ti tiene da lungo tempo in sua mano. Metti il tuo dito sul polso vivente dell’essere. Avverti quel battito che nell’unico atto della sua creazione a un tempo ti sfida e ti libera. Nell’immenso sgorgare dell’esistenza esso definisce l’esatta misura che ti distanzia: lo devi amare come il più prossimo dei prossimi e insieme davanti a lui cadere come davanti all’altissimo.
Come egli con lo stesso atto per amore ti veste e per amore ti spoglia. Come egli, con l’esistenza, ti mette in mano tutti i tesori e il più prezioso gioiello: poterlo riamare, ridonare, e subito ti toglie ogni cosa donata (subito e non dopo, in un secondo atto, un passo più avanti), affinché possa amare non il dono ma il donatore, e possa sapere che anche donando sei solo un’onda del suo comunicare.
Nell’identico istante dell’esistenza tu sei vicino e lontano, hai avuto alla pari un amico e un maestro. Sei alla pari un bambino, un figlio, un servo. Non andrai oltre questo tuo stato primario. Vivrai nell’eternità come ciò che sei allora diventato: giacché dovesse pure la tua virtù, sapienza, amore innalzarsi oltre ogni misura, e tu sorpassare uomini e angeli in alto attraverso tutti i cieli, dal punto di partenza non ti allontani mai.
Ma niente è migliore di questo punto primo; lungo il pur lunghissimo arco del tuo sviluppo tu ti pieghi sempre all’indietro verso questa meraviglia dell’origine; perché inconcepibilmente meraviglioso è l’essere dell’amore».
Intenzione di preghiera
Preghiamo per i padri del conclave che dovranno eleggere il prossimo Papa.
Don’t forget! 1000 quadri più belli del mondo
PAUL SIGNAC: AU TEMPS D’HARMONIE
1893/’95 – pittura a olio su tela – 310 x 410 cm – Municipio di Montreuil – Francia
Au temps d’harmonie (o d’anarchie secondo il titolo originario) è una sorta di manifesto politico che racchiude le idee anarchiche del pittore francese impressionista Paul Signac (1863-1935). Obiettivo della anarchia secondo Signac è creare una società dove si possa vivere in armonia, in cui le persone possano trascorrere la propria esistenza in modo spensierato e facendo ciò che amano, e dove non ci siano differenze di ceto, censo, e quant’altro. Lo si vede bene nel dipinto di Signac: in primo piano un uomo, abbandonate a terra una falce e una pala, coglie un fico da un albero: è un autoritratto di Paul Signac.
Vicino a lui, una donna (sua moglie Berthe Roblès) dona un fico a un bambino. Più indietro, un uomo legge e a fianco altri due uomini giocano a bocce. Indietro, ci sono una coppia di innamorati che si abbracciano e una donna che sembra cogliere fiori da un cespuglio. In lontananza vediamo un pittore all’opera con tela e cavalletto, e nell’acqua un gruppo di ragazzi che si tuffano in mare. Sullo sfondo, macchine agricole falciano i campi e un gruppo di persone festanti ed esultanti improvvisa una danza attorno a un pino marittimo.
Il perché di quest’ultimo particolare è semplice: Signac vede il progresso tecnologico, rappresentato dalle macchine, come una liberazione, nel senso che le macchine possono compiere il lavoro al posto dell’uomo e lasciano quindi alle persone più tempo per dedicarsi alle loro attività preferite. Erano temi molto sentiti allora, e Signac voleva dimostrare che esiste un’alternativa al capitalismo che usa il progresso per accentrare la ricchezza nelle mani di pochi.
Signac propone quindi una forma di società in cui la ricchezza è adeguatamente ripartita e distribuita e, di conseguenza, dove non esiste prevaricazione e dove tutti partecipano…e vivono felici. Il dipinto di Signac è definito da molti critici come un dipinto che raffigura un’utopia: ma forse sarebbe il caso di parlare, più che di utopia, di società ideale in un’età ideale.
L’età dell’oro, come la chiama Signac nel titolo dell’opera: un’età in cui la vita trascorre all’insegna della semplicità e della spensieratezza, e lo si nota osservando questo dipinto che ci trasmette sensazioni di pace, calma, tranquillità. E a farci provare queste sensazioni contribuiscono anche i colori, caldi e luminosi come la luce mediterranea di Saint-Tropez dove il dipinto è ambientato.
Nel 1938, tre anni dopo la scomparsa di Signac, la sua vedova Berthe offrì il dipinto al municipio di Montreuil, cittadina nei pressi di Parigi: la proposta fu accettata di buon grado. Esporre l’opera in un edificio pubblico significa mostrarla a tutti i cittadini, che possono quindi emozionarsi e riflettere davanti al contributo di Signac per una società felice e non violenta, e per un mondo migliore.
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