Venerdì 2 maggio 2025

     

    2.a settimana di Pasqua

     

    Avvenne il 2 maggio…

    1889 – Menelik II, imperatore d’Etiopia firma un trattato di amicizia con l’Italia con cui le riconosce l’occupazione dell’Eritrea e il protettorato sull’Etiopia.

    1940 – Per lo scoppio della 2.a guerra mondiale sono annullati i giochi della XII Olimpiade.

    1945 – La bandiera dell’URSS sventola sul Reichstag; termina così la battaglia di Berlino.

    1997 – Il leader del partito laburista Tony Blair diventa primo ministro del Regno Unito.

    1998 – È fondata la Banca centrale europea che definisce le politiche monetarie dell’Unione.

    2011 – Ad Abbottabad, in Pakistan, forze speciali USA uccidono Osama bin Laden.

     

    Aforisma di S. Atanasio

    “Il corpo non è fatto per muoversi da solo, ma per lasciarsi condurre e guidare da un altro, come il cavallo non si attacca da solo, ma si lascia dirigere da colui che l’ha ammaestrato.”

     

    Preghiera Colletta

    Dio onnipotente ed eterno, che hai suscitato nella Chiesa il vescovo sant’Atanasio, insigne assertore della divinità del tuo Figlio, fa’ che, per il suo insegnamento e la sua intercessione, cresciamo sempre più nella tua conoscenza e nel tuo amore.

    Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen

     

    Santo del giorno

    S. Atanasio

    Memoria di sant’Atanasio, vescovo e dottore della Chiesa, di insigne santità e dottrina, che nacque nel 296 da nobili e cristiani genitori. Giovane ancora, fece esperienza dell’austera e grande santità dei monaci d’Egitto; strinse relazione coll’eremita S. Antonio, alla cui scuola apprese l’esercizio della virtù e una magnanima fortezza d’animo.

    Questo lo sostenne quando ad Alessandria d’Egitto dai tempi di Costantino fino a quelli dell’imperatore Valente si trovò a combattere strenuamente per la retta fede e, subite molte congiure da parte degli ariani, quattro volte fu mandato in esilio, costretto a fuggire e a nascondersi per la sua fede nella divinità di Gesù; tornò infine alla Chiesa a lui affidata, dopo aver lottato e sofferto molto con eroica pazienza.

    Oltre che con la parola, difese la fede cattolica anche con gli scritti che sono numerosi. Morì pieno di meriti nel 373 a 76 anni di età, 46 dei quali trascorsi nella sede episcopale.

     

    Parola di Dio Giovanni 6,1-15

    In quel tempo, Gesù passò all’altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberiade, e lo seguiva una grande folla, perché vedeva i segni che compiva sugli infermi. Gesù salì sul monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli. Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei. Allora Gesù, alzati gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?».

    Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per compiere. Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo». Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: «C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?». Rispose Gesù: «Fateli sedere».

    C’era molta erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini. Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano. E quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto».

    Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d’orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato. Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, diceva: «Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo!». Ma Gesù, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo.

     

    Riflessione frammenti di vita

    Che la morte sia un grande mistero è ovvio, anzi scontato…ma solo a parole, perché nei fatti non lo è quasi mai. E neppure i Papi fanno eccezione: infatti non appena Papa Francesco morendo ha taciuto per sempre, i media hanno inondato gli ascoltatori di parole, discorsi, ricordi su di lui in programmi non stop, come ad esorcizzare quel silenzio così inquietante da parte di chi in vita era stato un grande comunicatore.

    È vero che mondo dei mass media ha regole che non prevedono la discrezione e bandiscono il silenzio, ma vale la pena di ricordare quel che fece la mamma dell’alpinista bergamasco Carlo Nembrini, morto il 23-11-1973 sull’Illimani (Bolivia) nel tentativo di recuperare il corpo di un’alpinista francese caduto giorni prima. Di fronte al chiacchiericcio di chi riempiva la stanza dove si vegliava la salma del figlio, questa donna, pure affranta dal dolore, impose il silenzio dicendo: “Mio figlio non ha bisogno di parole, ma di preghiere” e cominciò a recitare il Rosario.

    Il silenzio, la preghiera, il raccoglimento dei vivi permettono al defunto di continuare a parlare, comunicare e persino interagire con chi rimane, mentre la sovraesposizione mediatica serve soprattutto a chi sembra parlare del morto, ma in realtà parla di sé e usa persino il Papa per difendere le proprie idee e attaccare quelle altrui.

    Fra le decine di migliaia di persone in fila per l’ultimo saluto al Sommo Pontefice c’era anche Geneviève, la piccola suora dei giostrai che si è limitata a mandare da lontano un bacio al suo amico Francesco…Lei sì che ha capito tutto.     

          

    Intenzione di preghiera

    Preghiamo per i cardinali che entreranno nel Conclave perché nella scelta del nuovo Papa si lascino guidare dal Vangelo e dallo Spirito Santo.

     

    Don’t forget! Immagine a commento del frammento

    MARTEDÌ 22 APRILE – CITTÀ DEL VATICANO – ROMA

    Giornalisti davanti alla basilica di San Pietro

    AP PHOTO / ANDREW MEDICHINI

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