Una donna indiana andò da Ramakrishna con il bimbo di 10 anni e gli disse: «Maestro, mio figlio mangia troppi dolci e la sua salute peggiora di giorno in giorno. Il medico lo ha ammonito, ma lui non l’ascolta. Solo voi lo potete aiutare!».
Il guru rispose: «Lasciami il tempo di pensare e torna con tuo figlio fra un mese». Dopo un mese, la donna si ripresentò: il saggio fece sedere il bimbo accanto a sé e gli disse: «Ragazzo, la vera ricchezza è la salute. Perciò da domani non mangerai dolci e darai retta a tua madre!». Il ragazzo annuì e promise di fare quanto chiesto.
La mamma, rimasta sola col guru, gli chiese: «Maestro, perché non gli avete dato questi consigli un mese fa?». E lui: «Perché un mese fa anch’io mangiavo molti dolci: in questo mese non li ho più mangiati ed ho acquisito il diritto di consigliare tuo figlio». Il guru indiano credeva cioè a quel che dicevano gli antichi: «Verba volant; exempla trahunt!» (le parole volano; gli esempi trascinano).
Ma oggi? Se il presidente del Paese più potente del mondo in visita di affari ai suoi ricchi alleati accetta il «gadget» di un aereo di 400 milioni di dollari… Se un governo democratico per ottenere la libertà di 56 suoi concittadini ostaggi, prende in ostaggio un intero popolo, bimbi compresi, affamandoli…
Se tanti si danno da fare per far sedere al tavolo delle trattative i due responsabili di una guerra crudele, ma uno dei due li prende in giro non presentandosi, vuol dire che non solo le parole, ma neppure gli esempi sembra non valgano più niente.
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