Sabato 2 Agosto 2025

     

    17.a settimana tempo ordinario

     

    Avvenne il 2 agosto…

    216 a.C. – Canne: Annibale distrugge l’esercito di Lucio Emilio Paolo e di Gaio Terenzio Varrone. La sua azione è considerata uno dei capolavori della tattica militare.

    1902 – Regno d’Italia entra in vigore il regio decreto che elimina l’obbligo delle catene per i detenuti.

    1934 – Adolf Hitler diventa führer della Germania nazista.

    1945 – Si chiude la conferenza di Potsdam.

    1980 – Strage di Bologna: una bomba nella stazione Centrale provoca 85 morti e oltre 200 feriti.

    1990 – L’Iraq invade il Kuwait.

     

    Aforisma di Nicolas Gomez Dàvila

    “Chi denuncia i limiti intellettuali dei politici dimentica che tali limiti sono la causa dei loro successi.”

     

    Preghiera Colletta

    O Dio, nostra forza e nostra speranza, senza di te nulla esiste di valido e di santo; effondi su di noi la tua misericordia perché, da te sorretti e guidati, usiamo saggiamente dei beni terreni nella continua ricerca dei beni eterni. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen

     

    Santo del giorno

    Il primo vescovo del Piemonte nacque in Sardegna tra la fine del III e l’inizio del IV secolo. Durante gli studi ecclesiastici a Roma si fece apprezzare da papa Giulio I che verso il 345 lo nominò vescovo di Vercelli. Qui stabilì per sé e i suoi preti l’obbligo della vita in comune, collegando l’evangelizzazione con lo stile monastico.

    I vercellesi vennero conquistati dalla sua arte oratoria: non solo parlava bene, ma diceva ciò che sentiva dentro. Si attirò così l’ostilità degli ariani e dell’imperatore Costanzo che lo mandò in esilio in Asia insieme a Dionigi, vescovo di Milano. Venne torturato, soffrì la fame, ma nel 362 ebbe la fortuna di ritornare a Vercelli. Riprese l’evangelizzazione delle campagne, istituendo la diocesi di Tortona.

    Ma si spinse anche in Gallia, insediando un vescovo a Embrun. La tradizione lo considera anche fondatore dei due santuari di Oropa e di Crea. Nel 371 la morte lo colse nella sua città episcopale, che ne custodisce tuttora le reliquie nel Duomo..

     

    Parola di dio Matteo 14,1-12

    In quel tempo al tetrarca Erode giunse notizia della fama di Gesù. Egli disse ai suoi cortigiani: «Costui è Giovanni il Battista. È risorto dai morti e per questo ha il potere di fare prodigi!». Erode infatti aveva arrestato Giovanni e lo aveva fatto incatenare e gettare in prigione a causa di Erodiade, moglie di suo fratello Filippo.

    Giovanni infatti gli diceva: «Non ti è lecito tenerla con te!». Erode, benché volesse farlo morire, ebbe paura della folla perché lo considerava un profeta. Quando fu il compleanno di Erode, la figlia di Erodìade danzò in pubblico e piacque tanto a Erode che egli le promise con giuramento di darle quello che avesse chiesto. Ella, istigata da sua madre, disse: «Dammi qui, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista».

    Il re si rattristò, ma a motivo del giuramento e dei commensali ordinò che le venisse data e mandò a decapitare Giovanni nella prigione. La sua testa venne portata su un vassoio, fu data alla fanciulla e lei la portò a sua madre. I suoi discepoli si presentarono a prendere il cadavere, lo seppellirono e andarono a informare Gesù.

     

    Riflessione dal Mattutino di Mons. Ravasi

    È Dio che io invocavo / con il canto del mio flauto rustico. / Egli è venuto attraverso il dolce cammino dei campi. / Egli è venuto con il grano maturo dei cattolici. Si innamorò della campagna francese ove visse facendola diventare sostanza poetica nei suoi scritti. In essi intrecciò al fascino della natura la fede, nuovamente abbracciata nel 1905 con grande intensità, e nacquero così le Georgiche cristiane (1912), dal titolo emblematico.

    In questa giornata estiva abbiamo convocato il poeta Francis Jammes con una manciata di versi, per certi aspetti programmatici. Infatti, il flauto campagnolo e «rustico» dello scrittore intona una lode a quel Dio che non appare nell’epifania tremenda e grandiosa del Sinai, ma che s’avanza – come un semplice contadino – lungo «il dolce cammino dei campi». Attorno si allargano le distese biondeggianti di grano, che Jammes trasfigura nel messaggio di fede che Dio porta con sé e che il poeta aveva appunto ritrovato nel suo ritorno alla fede cattolica.

    Abbiamo perduto la capacità di stupirci davanti alla bellezza e alla vitalità del creato; complicati e difficili come siamo diventati, non ne gustiamo più la semplicità pura e serena. Per questo, vorrei lasciare ancora la parola a Jammes – il cui motto era «Essere semplici per esseri veri» – e a qualche verso della sua Preghiera per andare in paradiso con gli asini: «Quando sarà l’ora di venire da te, mio Dio, / prenderò il mio bastone e incamminato sulla grande strada, / agli asini, amici miei, dirò: / Io sono Francis Jammes e vado in paradiso… / Venite, dolci amici del cielo turchino, / poveri cari animali… / Fa’, mio Dio, che nel paese delle anime io assomigli a questi asini / che allora specchieranno la loro povertà umile e dolce / nella limpidezza dell’eterno amore».

     

    Intenzione di preghiera

    Perché l’indulgenza di S. Francesco ci aiuti a vivere con convinzione la nostra fede quotidiana.

     

    Don’t forget! Perdono di Assisi

    Alla Porziuncola S. Francesco ebbe l’ispirazione di chiedere al papa l’indulgenza la cui festa si celebra il 2 agosto. È il diploma di fr. Teobaldo, vescovo di Assisi, uno dei documenti più diffusi, a riferirlo. S. Francesco, in una notte del luglio 1216, mentre nella Porziuncola era in preghiera, vide uno sfolgorante chiarore rischiarare la chiesetta.

    Seduti in trono, circondati da angeli, apparvero Gesù e Maria. Il Redentore chiese al suo Servo quale grazia desiderasse per il bene degli uomini e Francesco rispose: “Poiché è un misero peccatore che Ti parla, o Dio misericordioso, egli Ti domanda pietà per i suoi fratelli peccatori; e tutti coloro i quali, pentiti, varcheranno le soglie di questo luogo, abbiano da te o Signore, che vedi i loro tormenti, il perdono delle colpe commesse”. “Quello che tu chiedi è grande – gli disse il Signore – ma di maggiori cose sei degno e di maggiori ne avrai.

    Accolgo quindi la tua preghiera, ma a patto che tu domandi al mio vicario in terra, da parte mia, questa indulgenza”. All’alba, quindi, Francesco, prese con sé frate Masseo di Marignano e si diresse a Perugia, dove si trovava il papa Onorio III, anziano ma buono e pio, che aveva dato ciò che aveva ai poveri. Il Papa, ascoltato il racconto di Francesco, chiese per quanti anni domandasse l’indulgenza.

    Francesco rispose che chiedeva “non anni, ma anime” e voleva “che chiunque verrà a questa chiesa confessato e contrito, sia assolto da tutti i suoi peccati, da colpa e da pena, in cielo e in terra, dal dì del battesimo infino al dì e all’ora ch’entrerà nella detta chiesa”. Il Papa fece notare al Poverello che “Non è usanza della corte romana accordare un’indulgenza simile”. E Francesco: “Quello che io domando, non è da parte mia, ma da parte del Signore nostro Gesù Cristo”. Nonostante, quindi, l’opposizione della Curia, il pontefice gli accordò quanto richiedeva (“Piace a Noi che tu l’abbia”).

    Alla Porziuncola di Assisi, si può lucrare l’indulgenza, per sé o i propri defunti, alle medesime condizioni, durante tutto l’anno, una sola volta al giorno. Mentre in tutte le chiese parrocchiali e le chiese francescane sparse nel mondo si può lucrare dal mezzogiorno del 1° agosto alla mezzanotte del 2 agosto.

    Confessione e comunione. Professione di fede (Credo). Preghiera per il Papa. Preghiera personale: Pater- Ave – Gloria ecc.

     

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