Giorni fa l’addetta alla portineria mi avvisa: «Una signora chiede di lei… ma stia attento perché non mi ispira fiducia». Infastidito del consiglio non richiesto, ho risposto di lasciarla passare, ma poco dopo ho dovuto ammettere che la portinaia aveva visto giusto.
Ciò mi ricordò un fatto successo anni fa nella Caritas parrocchiale: una signora aveva chiesto aiuto «perché –disse – sono costretta a dormire in una cabina telefonica». L’idea di una donna rannicchiata in uno spazio così angusto ed esposta al rischio di abusi, mi sembrò spaventosa e non potendo offrirle altro, le diedi senza fiatare la somma di denaro che aveva chiesto. L’addetta al centro di primo ascolto che aveva visto tutto, scambiò qualche parola con la signora in questione e mi disse: «Voi uomini e ancor di più voi preti non capite nulla di donne».
E con la pazienza di chi ha a che fare con un tonto mi spiegò: «Ha guardato bene quella donna? Così pulita, ordinata, ben vestita e truccata com’era, le pare possibile che abbia dormito in una cabina? Le ho anche chiesto dov’è la cabina in questione e ho capito che si tratta di un phone-center gestito da una connazionale che di notte le concede di dormire in un localino attiguo al bagno. È vero che non ha casa, ma per vari mesi un posto protetto e gratuito ce l’ha».
E ho capito che quanto a intuito le donne surclassano i maschi, ma soprattutto che non si può fare del bene senza mettere in atto un minimo di discernimento.
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