19.a settimana tempo ordinario
ASSUNZIONE DELLA B. V. MARIA
Aforisma dall’Apocalisse
“Un segno grandioso apparve nel cielo: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e, sul capo, una corona di dodici stelle”.
Preghiera Colletta
O Dio, che volgendo lo sguardo all’umiltà della Vergine Maria l’hai innalzata alla sublime dignità di madre del tuo unico Figlio fatto uomo, e oggi l’hai coronata di gloria incomparabile, fa’ che, inseriti nel mistero di salvezza, anche noi possiamo per sua intercessione giungere fino a te nella gloria del cielo. Per il nostro Signore. Gesù Cristo tuo Figlio che è Dio e vive e regna con te nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen
Parola di dio
Apocalisse 11,19; 12,1-6.10; Salmo 44; 1 Corinti 15,20-27; Luca 1,39-56
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo.
Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto». Allora Maria disse: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome; di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva detto ai nostri padri, per Abramo e la sua discendenza, per sempre». Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.
Riflessione Riflessioni sull’Assunta – Comunità di Bose
La storia che Maria riassume nel Magnificat è la storia dello sguardo di Dio sul suo popolo, sguardo di misericordia che fa emergere e innalza gli umili e sazia gli affamati, sguardo che sintetizza tutte le sue parole rivolte ad Abramo e ai padri d’Israele. La fede, come risposta alla parola di Dio, richiede l’ascolto, e come risposta allo sguardo di Dio, domanda l’ascesi del vedersi e accogliersi nella propria piccolezza, del sopportare e amare la propria nudità, la propria fragilità.
A differenza di Adamo che volle nascondere la propria nudità agli occhi del Signore. Lo sguardo del Signore, che è appello alla verità, a fare la verità in noi stessi, diviene così anche la trama della nostra vita spirituale: è sguardo che diviene vocazione come per Giacomo e Giovanni, Pietro e Andrea, è sguardo che diviene rimprovero per chi è duro di cuore come per i farisei di fronte al sofferente, è sguardo che suscita pentimento in chi, come Pietro, ha rinnegato, è sguardo che diviene compassione come di fronte alla folle stanche e affaticate, è sguardo che si fa incoraggiamento per chi con fede muta gli si avvicina intercedendo per il paralizzato, è sguardo che, di fronte alla morte, ancora dona vita e suscita comunione come per Maria e il discepolo amato sotto la croce, è sguardo che diviene promessa e apertura di futuro, anche dopo la morte: “Vi vedrò di nuovo e il vostro cuore gioirà” (Gv 16,22).
Gioirà il vostro cuore come nel Magnificat gioisce il cuore di Maria, esulta profeticamente il suo spirito, per aver accolto e creduto allo sguardo di Dio. Sguardo che trasfigura e trasforma il suo corpo di vergine in corpo di madre del Messia, sguardo che ha in sé la potenza della resurrezione, la forza di far passare dalla morte alla vita. Sguardo capace di generare alla vita. Sguardo che ci chiede di aprire gli occhi, di svegliare gli occhi del cuore per vedere le meraviglie di Dio nella nostra quotidiana vita. Infatti, la luce di Dio risplende nella notte e chi può vederla, se non un cuore che veglia?
Intenzione di preghiera
Preghiamo per don Alessandro Fiorina che ha dedicato tutta la vita ai poveri e agli ultimi, ha vissuto da povero e da povero è morto, affinché il Signore lo accolga nel suo Regno e gli doni la pace.
Don’t Forget! Patronato News – 15 agosto: S. Messa all’Avaro – Cusio
Nell’estate del 1928 (cioè un solo anno dopo la nascita del Patronato S. Vincenzo) don Bepo, per far trascorrere l’estate ai suoi ragazzi in un luogo salubre e fresco, decide di acquistare dal Comune di S. Brigida la vecchia canonica adiacente al Santuario della B. Vergine Addolorata che fino al 1925 era stata la parrocchiale del paese. Il santuario, edificato nel 1400 su precedenti strutture medievali, era stato consacrato da S. Carlo Borromeo nella visita pastorale del 1566, quando la parrocchia era una delle 7 che dipendevano dalla pieve di Primaluna in Valsassina e apparteneva alla diocesi di Milano.
Ogni anno, nella festa dell’Assunzione della B.V. Maria (15 agosto) don Bepo e i ragazzi ospiti della casa montana, salivano fino ai 2.000 metri del monte Avaro in territorio di Cusio per celebrarvi la Messa presso una rustica croce di montagna, su un altare improvvisato di pietre e di assi (cfr. foto: don Bepo celebra la S. Messa sull’Avaro con don Giuseppe Bracchi a sinistra. Col tempo l’usanza divenne cara a tutta la valle, con la partecipazione di valligiani e villeggianti e l’intervento del sindaco e delle autorità di Cusio. Anche i pastori che in estate riaprivano le malghe e conducevano i loro greggi a pascolare nella zona, prendevano parte alla processione che si snodava sul pianoro.
Dopo la proclamazione del Dogma dell’Assunta nell’Anno Santo 1950 don Bepo propose di erigere una santella alla Madonna nel punto che domina la valle: il parroco e il comune di Cusio accolsero l’invito, gli abitanti del luogo concorsero alle spese e i ragazzi del Patronato trasportarono in loco i materiali di costruzione: in meno di un mese fu completata la cappellina. La cappella fu benedetta il 15 agosto 1951 e da allora ogni anno si rinnova l’usanza a ferragosto di celebrarvi la Messa. Anche quest’anno don Dario Acquaroli coi ragazzi di Sorisole e quelli che vorranno celebrerà la Messa alle ore 10,00.
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