26.a domenica Tempo Ordinario
Avvenne il 29 settembre…
480 a.C. – Battaglia di Salamina: la flotta ateniese riporta una decisiva vittoria su quella persiana.
1066 – Guglielmo il Conquistatore invade l’Inghilterra.
1502 – Martin Lutero ottiene il titolo di cancelliere in sacra teologia ad Erfurt.
1911 – Ha inizio la guerra italo-turca.
1938 – Inizia la conferenza di Monaco tra Germania, Francia, Gran Bretagna e Italia.
1943 – Il generale Usa Dwight D. Eisenhower e il maresciallo italiano Pietro Badoglio, al largo della costa di Malta, firmano il cosiddetto “armistizio lungo”.
Aforisma di S. Bernardo
“Un’anima non è mai senza la scorta degli angeli, questi spiriti illuminati sanno benissimo che l’anima nostra ha più valore che non tutto il mondo.”
Preghiera Colletta
O Dio, che con ordine mirabile affidi agli angeli e agli uomini la loro missione, fa’ che la nostra vita sia difesa sulla terra da coloro che in cielo stanno sempre davanti a te per servirti. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen
Santo del giorno

Angeli Michele, Gabriele, Raffaele
La Chiesa commemora insieme i santi arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele. La Bibbia li ricorda con specifiche missioni: Michele avversario di Satana, Gabriele annunciatore e Raffaele soccorritore. Prima della riforma del 1969 si ricordava in questo giorno solo san Michele in memoria della consacrazione del celebre santuario sul monte Gargano a lui dedicato.
Il titolo di arcangelo deriva dall’idea di una corte celeste in cui gli angeli sono presenti secondo gradi e dignità differenti. Gli arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele occupano le sfere più elevate delle gerarchie angeliche. Queste hanno il compito di preservare la trascendenza e il mistero di Dio. Nello stesso tempo, rendono presente e percepibile la sua vicinanza salvifica.
Angelo di Dio che sei il mio custode, illumina, custodisci, proteggi e governa me che ti fui affidato dalla pietà celeste.
Parola di dio Vangelo: Giovanni 1,47-51
Gesù, visto Natanaele che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». Natanaele gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi». Gli replicò Natanaele: «Rabbi, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!». Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!». Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo».
Riflessione di don Arturo Bellini su don Bepo
«La Provvidenza c’è per tutti e governa uomini e cose con sapienza infinita. Sono perciò in errore e disonorano la Provvidenza quelli che la vorrebbero come umile ancella sempre pronta a venire in aiuto per soddisfare qualsiasi desiderio e sollevare dai pesi della vita quotidiana e non la vedono in quell’ordine delle cose create che donano, mantengono, ricreano la vita. È quello che si avvera nel mondo intero; è quello che si avvera al Patronato”. Don Bepo Vavassori (Bollettino PSV – luglio 1958). Don Bepo come al solito è chiaro: non vedere la mano provvidente di Dio nell’ordine delle cose create che donano, mantengono, ricreano la vita è disonorare la Provvidenza.
In realtà per chi non ha occhi solo per sé stesso c’è una fraternità diffusa. Lo ha fatto notare ieri sul quotidiano “Avvenire” Luigino Bruni, riferendo di un’amica in difficoltà nel pagare per via telematica una multa. Si è rivolta a una vigilessa che l’ha ascoltata e le ha risolto il problema. Ringraziandola, la mia amica le ha detto: «Come sarebbe bello se tutti lavorassero come lei!», e lei si è commossa. «Quella commozione dice molto di noi, perché immersi, ogni giorno, in un oceano di reciprocità, di solito non ci accorgiamo della rete fittissima di amore civile tra sconosciuti che ci preparano la colazione, ci curano negli ospedali, educano a scuola i nostri figli, producono le cose che usiamo, ci puliscono le strade e assistono i nostri anziani».
Il cemento che tiene insieme questo mirabile edificio etico è il lavoro, l’umile e feriale lavoro: ci incontriamo, ci serviamo, ci parliamo semplicemente lavorando. Lo vediamo ogni giorno nel lavoro di infermieri, dottori, maestre, muratori, tranvieri, spazzini, camerieri. Ogni mattina miliardi di persone dicono di no alla guerra dicendo di sì al proprio lavoro, alla cooperazione dei mercati, alla catena buona della reciprocità civile. Possiamo vivere il nostro lavoro come antidoto alla guerra, guardando negli occhi le persone che lavorano con noi e per noi, e magari iniziare a ringraziarli più spesso: nella loro dedizione commossa possiamo sperare. La fraternità il “principio dimenticato” della Rivoluzione francese ha trovato modo di svilupparsi nella nostra e in altre diocesi, grazie alla prossimità di preti e laici che hanno saputo dare concretezza alla fraternità, legame che nasce dalla fede nella paternità di Dio. Nei prossimi anni, computer e intelligenza artificiale ci presenteranno una nuova sfida.
Intenzione di preghiera
Perché i Santi angeli ci proteggano contro gli assalti del maligno (Michele); ci comunichino la Parola di Dio che rivela la sua volontà (Gabriele) ci guidino nel cammino non facile della vita (Raffaele).
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