Giovedì 9 ottobre 2025

     

    27.a settimana tempo ordinario

     

    Avvenne il 9 ottobre…

    1000 – Leif Erikson, con la scoperta di Vinland, è il primo europeo a mettere piede in nord-America.

    1940 – La Luftwaffe nella battaglia d’Inghilterra, colpisce la cattedrale di S. Paul a Londra.

    1963 – Frana nel bacino del Vajont, provoca un’onda che distrugge Longarone: 1900 vittime.

    1967 – Che Guevara è giustiziato per aver incitato la rivoluzione in Bolivia.

    1982 – Attentato alla sinagoga di Roma: morto un bambino di 2 anni e ferite 35 persone.

     

    Aforisma dal Profeta Malachia

     “Ecco sta per venire il giorno rovente come un forno –dice il Signore- allora tutti i superbi e gli ingiusti saranno come paglia e quel giorno li brucerà. Ma per voi, che avete timore del mio nome, sorgerà con raggi benefici il sole di giustizia”.

     

    Santo del giorno

    Nato a Diecimo, nella Lucchesia, nel 1541 Giovanni Leonardi a 26 anni faceva il farmacista. Quando la prospera repubblica viene colpita da una grave crisi decise di dedicare la sua vita a soccorrere i poveri e l’esperienza lo portò a diventare prete nel 1572. Amava l’insegnamento, lo faceva prima con i bambini e poi con gli adulti.

    Nel 1574 fondò la famiglia religiosa dei «Chierici regolari della madre di Dio» e diventò un protagonista della riforma cattolica del Concilio di Trento. A Lucca cominciarono a non amarlo e così, nel 1584 mentre si trovava a Roma, venne bandito in perpetuo dalla sua città perché disturbava l’ordine pubblico e mancava di rispetto all’autorità costituita.

    A Roma, però, crebbe il suo prestigio e Clemente VIII lo mandò a riordinare congregazioni religiose e riformare monasteri e sempre a Roma pose le fondamenta del Collegio di Propaganda Fide e morì in pace in questa città nel 1609, sfinito dal peso delle sue fatiche. È stato  proclamato santo da Pio XI nel 1938.

     

    Preghiera Colletta

    Dio onnipotente ed eterno, che esaudisci le preghiere del tuo popolo oltre ogni desiderio e ogni merito, effondi su di noi la tua misericordia: perdona ciò che la coscienza teme e aggiungi ciò che la preghiera non osa sperare. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

     

    Parola di dio Luca 11,1-4

    In quel tempo, Gesù disse ai discepoli: «Se uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a dirgli: “Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da offrirgli”, e se quello dall’interno gli risponde: “Non m’importunare, la porta è già chiusa, io e i miei bambini siamo a letto, non posso alzarmi per darti i pani”, vi dico che, anche se non si alzerà a darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono.

    Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto. Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!».

     

    Riflessione don Arturo Bellini commenta don Bepo

    «Dopo il Padre Nostro la preghiera più bella è l’Ave Maria. Le parole sono tolte dal Vangelo e sono parole di Dio per bocca del Suo Messaggero.  Ave Maria: è l’impostazione della preghiera. È la presa di contatto. il contatto con le cose Sante e in modo particolare con la Vergine Maria. È una parola che è già come preghiera: e mormoran gli alti vertici ondeggianti: Ave Maria».  don Giuseppe Vavassori (prediche 28/4/1940).  

    Nel finale evoca una poesia di Giosuè Carducci scritta nel 1897 dopo aver visitato la chiesa medievale di Polenta nel borgo di Bertinoro, in Romagna e la collega alle figure di Dante e di Aroldo. La poesia esprime un forte legame sentimentale del poeta con il luogo e si chiude con gli squilli del campanile che invita a pregare l’Ave Maria. «Ave Maria! Quando su l’aure corre l’umil saluto, i piccioli mortali scovrono il capo, curvano la fronte Dante ed Aroldo».

    La poesia termina così: «Taccion le fiere e gli uomini e le cose, roseo il tramonto ne l’azzurro sfuma, mormoran gli alti vertici ondeggianti: Ave Maria». Tre anni fa, ho letto alcune pagine del Commento all’Ave Maria di Corrado di Sassonia, uno degli autori più letti del medioevo.  Nel saluto angelico Corrado coglie cinque affermazioni, in ognuna del le quali è inserito un pregio della Vergine. Maria infatti fu «purissima per l’assenza in lei della colpa; perfettissima, per l’abbondanza della grazia; sicurissima per la divina presenza in lei; degnissima, per il rispetto verso la sua persona; utilissima, per l’eccellenza del Figlio suo”.

    Papa Benedetto, visitando il santuario di Pompei, disse che il suo segreto è racchiuso nella preghiera del S. Rosario. “Questa preghiera – disse- ci conduce, attraverso Maria, a Gesù…Il Rosario è preghiera contemplativa accessibile a tutti: grandi e piccoli, laici e chierici, colti e poco istruiti”. E ancora: “Il Rosario è ‘arma’ spirituale nella lotta contro il male, contro ogni violenza, per la pace nei cuori, nelle famiglie, nella società e nel mondo”.  Parole che rispecchiano il sentire profondo di don Giuseppe Vavassori e di tanti fedeli ieri e oggi. 

     

    Intenzione di preghiera

    Preghiamo perché i colloqui di pace in Terra Santa producano un futuro più pacifico in questa terra martoriata dalle stragi e dalla violenza. 

     

    Don’t Forget! Storia dei martiri cristiani 1.A PARTE

    STORIA DELL’ECUADOR: L’IMPERO INCA

    L’espansione dell’imperatore Inca Túpac Yupanqui (immagine 1.a dx) a nord fu principalmente diretta alla zona andina, mentre con i popoli delle zone costiere essi si limitarono per lo più a transazioni commerciali coi gruppi residenti. L’Amazzonia ecuadoriana non fu conquistata perché ritenuta sacra da tutti i popoli andini, che entravano in quella zona solo per medicinali naturali introvabili al di fuori di essa. Le conquiste furono ottenute non solo con la guerra, ma anche con alleanze commerciali e matrimoniali.

    Gli Inca rifondarono la città di Tumibamba (attuale Cuenca – immagine 2.a), che elessero a centro amministrativo del nord del loro impero e dove nacque Huayna Cápac, figlio di Túpac Yupanqui e successore al trono del padre. Nonostante il regime Inca fosse autoritario e repressivo, apportò diversi benefici, costruì reti viarie, sviluppò l’agricoltura, l’allevamento e il commercio.

    Alla morte di Huayna Capac l’impero fu diviso tra i suoi due figli: mentre Atahuallpa (immagine 5.a), il primogenito, ricevette la parte nord, con capitale Quito, il fratello Huáscar (immagine 3.a) ricevette quella sud con capitale Cuzco (immagine 4.a). Nel 1530 Atahuallpa sconfisse il fratellastro Huascar e lo fece uccidere riunificando l’impero, ma i conquistadores spagnoli erano ormai alle porte. (immagine 5.a)

     

    Condividi questa!

    Informazioni sull'autore

    Potrebbe piacerti anche

    Nessun commento

    È possibile postare il commento di prima risposta.

    Lascia un commento

    Please enter your name. Please enter an valid email address. Please enter a message.

    WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com