Mercoledì 12 novembre 2025

     

    32.a settimana tempo ordinario

     

    Avvenne il 12 novembre…

    1918 – L’Austria diventa Repubblica.

    1927 – Lev Trockij espulso dal Partito Comunista dell’Urss: Stalin controlla l’Unione Sovietica.

    1942 – Inizia la battaglia navale di Guadalcanal tra le forze giapponesi e statunitensi.

    1989 – Achille Occhetto dà via allo scioglimento del Partito Comunista Italiano.

    2003 – Un attentato suicida a Nassirya causa la morte di 23 persone, fra cui 18 italiani.

    2019 – 2.a Acqua Granda storica a Venezia dopo quella del 1966: +187 cm sul livello del mare.

     

    Aforisma di Gesualdo Bufalino

    «In compagnia parlo e straparlo a dirotto. Non è che mi piaccia, ma non conosco altro modo per impedire agli altri di parlare.».

     

    Santo del giorno

    Emiliano nacque in Castiglia da una famiglia di pastori, e da ragazzo seguì le pecore al pascolo, riempiendo la solitudine con il suono di una rustica cetra. A 20 anni volle lasciare la vita pastorale per mettersi a una scuola di vita ascetica. Si pose infatti sotto la guida di un austero eremita, e si diede alla vita di penitenza e di preghiera. La sua fama si diffuse e per sfuggire ai devoti e ai curiosi, Emiliano si ritirò su un monte dove restò per 40 anni, diventando un personaggio leggendario. Il Vescovo di Tarazona, colpito dalla sua virtù, volle ordinare prete l’eremita e lo fece parroco.

    Il risultato però fu imprevisto: l’antico penitente si dette a soccorrere i bisognosi della parrocchia con tanta generosità da essere accusato di sperperare i beni della Chiesa, e il Vescovo dovette allontanarlo dalla parrocchia. Emiliano fu lieto di ritornare nella solitudine sul monte, ma lo seguì un tale di nome Asello umile e paziente come un asinello e pian piano si moltiplicò una comunità intorno al Santo che morì quasi centenario, nel 574.

     

    Preghiera Colletta

    Dio onnipotente e misericordioso, allontana ogni ostacolo nel nostro cammino verso di te, perché, nella serenità del corpo e dello spirito, possiamo dedicarci liberamente al tuo servizio. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen

     

    Parola di dio Luca 14,12-14

    Lungo il cammino verso Gerusalemme, Gesù attraversava la Samaria e la Galilea. Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza e dissero ad alta voce: «Gesù, maestro, abbi pietà di noi!». Appena li vide, Gesù disse loro: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono purificati. Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo. Era un Samaritano.

    Ma Gesù osservò: «Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?». E gli disse: «Alzati e va’; la tua fede ti ha salvato!».

     

    Riflessione frammenti di vita

    Era un famoso rabbino polacco dell’Ottocento di nome Hofez Chaim. Un uomo venne da lontano a consultarlo e rimase stupito perché la casa del rabbino conteneva solo libri, un tavolo e una seggiola. «Dove sono i tuoi mobili?», gli chiese. E il rabbino gli replicò: «E i tuoi dove sono?». «Ma io sono qui solo di passaggio». «Anch’io», concluse il rabbino. Dopo aver ascoltato questo racconto che ha per protagonista un rabbino dei Chassidim, i “pii” ebrei mitteleuropei, è facile far risuonare le parole dell’autore di quella solenne omelia che è la Lettera agli Ebrei: «Noi non abbiamo quaggiù una città stabile, ma andiamo in cerca di quella futura» (13,14).

    E ad esse si può accostare un brano di un’altra “lettera” cristiana, quella che un ignoto autore del II secolo indirizzava a un certo Diogneto: «I cristiani abitano ciascuno la loro patria ma come forestieri; partecipano a tutte le attività di buoni cittadini e accettano tutti gli oneri, ma come ospiti di passaggio. Ogni terra straniera è patria per loro, mentre ogni patria è terra straniera». Ecco, dunque, un appello serio e pacato contro ogni nazionalismo esasperato, contro l’attaccamento al possesso di idee e di cose, contro ogni tentazione di autodifesa esclusivistica. Il respiro del cristianesimo è di sua natura universale, essendo legato all’amore per ogni creatura e non solo per la propria tribù o nazione.

    Il suo anelito va oltre la prigione del tempo e dello spazio perché è aperto all’eternità e all’infinito a cui è chiamato. Il presente è, quindi, reale perché in esso viviamo, ma è transitorio. Le realtà materiali non devono essere ceppi che ci legano quaggiù, impedendoci il volo verso l’alto. Sì, perché anche se ovvia, ci dimentichiamo spesso di una semplice verità: «Se vedi un uomo arricchirsi, non temere: quando muore, non porta nulla con sé!» (Salmo 49,18).

     

    Intenzione di preghiera

    Preghiamo per tutti i sostenitori, benefattori collaboratori, volontari e amici del Patronato defunti.

     

    Don’t Forget! Storia dei martiri cristiani

    6.A PARTE L’ECUADOR OGGI

    Come si è visto per altri paesi dell’America Latina, la violenza è in aumento pressoché dovunque e l’Ecuador non fa eccezione. Anche questo paese infatti ormai da anni è entrato nei piani di espansione dei Cartelli Messicani di Sinaloa e di Jalisco Nueva Generación (tra i più pericolosi e determinati nell’ambito del narcotraffico) per la sua posizione invidiabile: l’Ecuador infatti ha sotto di sé il Perù, sopra la Colombia e vicino la Bolivia…insomma il triangolo della cocaina.

    Secondo quanto riferito dalla Direzione nazionale antidroga nazionale, dal 2018 i cartelli messicani si sono uniti a gruppi armati ecuadoriani come Los Lobos e Los Choneros per espandere la loro presenza e spiazzare i narcotrafficanti colombiani. Il Paese è stato per decenni un’oasi di pace in Sudamerica ma, a causa dei legami con i narcos, sta cambiando rotta. «Non solo nelle grandi città come Guayaquil o Quito, la capitale, ma anche nei piccoli paesini, la violenza avanza.

    Il racket è oramai una piaga larghissima e non risparmia nessuno, dai piccoli venditori ai grandi magazzini». A proposito di Guayaquil sono stati più di 100 i morti e 80 le persone ferite negli scontri del 2022 nel Penitenziario Litoral. Di questa nuova violenza senza regole sono in tanti a essere vittime e le persone di chiesa non fanno eccezione.

     

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