33.a settimana tempo ordinario
Avvenne il 20 novembre…
284 – Sale al potere l’imperatore romano Diocleziano
1183 – Baldovino V di Gerusalemme viene incoronato re di Gerusalemme
1542 – Per migliorare le condizioni dei nativi americani sono promulgate le Leyes Nuevas.
1945 – Processo di Norimberga contro 24 criminali di guerra nazisti della 2.a guerra mondiale.
1947 – Elisabetta II del Regno Unito sposa il tenente Philip Mountbatten a Londra.
1962 – Fine Crisi dei missili di Cuba: dopo la decisione sovietica di rimuovere i missili da Cuba, il presidente John F. Kennedy cessa il blocco navale sull’Isola
1989 – L’assemblea generale ONU approva la convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia.
Aforisma di Lucio Anneo Seneca
«Merita di essere ingannato colui che, nell’atto stesso di dare, pensava già al contraccambio».
Santo del giorno

Angela Lloret Marti e le sue 14 compagne dell’Istituto delle Suore della Dottrina Cristiana, una congregazione fondata da Micaela Grau, furono assassinate a Valencia nel 1936. Avevano dedicato la loro vita a insegnare a bambini, operai e contadini analfabeti.
Quando il 19 luglio 1936, madre Angela Lloret Marti e le sue consigliere, madri Sufragio e María de Montserrat, dovettero lasciare la casa generalizia, insieme a diverse suore anziane che vivevano con loro e ad altre che provenivano da varie comunità e che, a causa di circostanze diverse e non potendo essere riunite coi loro parenti formavano un’unica comunità.
Due di loro, Maria del Refugio Rosat e Maria del Calvario Romero, furono assassinate il 26/9 nei dintorni di Claret (Valencia), dopo essere state condotte lì dall’appartamento di proprietà del loro Istituto in via Maestro Chapí, a Valencia, dove furono trattenute dai miliziani. Lì furono usate dai loro carcerieri per lavorare a maglia le maglie per i miliziani del fronte. momenti di difficoltà ed ogni volta che ne abbiamo la necessità.
Preghiera Colletta
Il tuo aiuto, Signore Dio nostro, ci renda sempre lieti nel tuo servizio, perché solo nella dedizione a te, fonte di ogni bene, possiamo avere felicità piena e duratura. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per i secoli dei secoli. Amen
Parola di dio Luca 19,11-28
In quel tempo, Gesù, quando fu vicino a Gerusalemme, alla vista della città pianse su di essa dicendo: «Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, quello che porta alla pace! Ma ora è stato nascosto ai tuoi occhi. Per te verranno giorni in cui i tuoi nemici ti circonderanno di trincee, ti assedieranno e ti stringeranno da ogni parte; distruggeranno te e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno in te pietra su pietra, perché non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata».
Riflessione Papa Leone XVI dal Presidente Mattarella
A proposito dell’accoglienza dei migranti che numerosi bussano alle porte della nostra società, sottolineo quanto sia prezioso, per ciascuno, amare e comunicare la propria storia e cultura, con i suoi segni e le sue espressioni: più si riconosce e si ama serenamente ciò che si è, più è facile incontrare e integrare l’altro senza paura e a cuore aperto.
C’è infatti una certa tendenza, in questi tempi, a non apprezzare abbastanza, a vari livelli, modelli e valori maturati nei secoli che segnano la nostra identità culturale, addirittura a volte pretendendo di cancellarne la rilevanza storica e umana. Non disprezziamo ciò che i nostri padri hanno vissuto e ciò che ci hanno trasmesso, anche a costo di grandi sacrifici.
Non lasciamoci affascinare da modelli massificanti e fluidi, che promuovono solo una parvenza di libertà, per rendere poi invece le persone dipendenti da forme di controllo come le mode del momento, le strategie di commercio o altro (cfr. il Cardinale Joseph Ratzinger, Omelia nella Messa pro eligendo Romano Pontifice, del 18-4-2005).
Avere a cuore la memoria di chi ci ha preceduto, far tesoro delle tradizioni che ci hanno portato a essere ciò che siamo è importante per guardare al presente e al futuro con consapevolezza, serenità, responsabilità e senso di prospettiva.
Intenzione di preghiera
Preghiamo perché riconosciamo che quanto c’è di buono e giusto nel mondo è segno della presenza e dell’azione salvifica di Dio nella nostra storia.
Don’t Forget! Storia dei martiri cristiani
7.A PARTE L’ECUADOR OGGI
LA CHIESA CATTOLICA IN ECUADOR

La Chiesa Cattolica in Ecuador conta circa 12 milioni di fedeli pari al 92% della popolazione ed è presente con 4 Arcidiocesi metropolitane, 12 diocesi suffraganee, 8 vicariati apostolici e 1’ordinariato militare. L’evangelizzazione del paese iniziò verso il 1534 col processo di conquista da parte della Spagna: nel periodo coloniale la chiesa fu attenta ai bisogni del popolo e alla promozione della dignità degli indigeni. Per il ruolo che svolse nel consolidamento della società e nella nascita di una unità culturale la Chiesa fu considerata “modellatrice del sentimento nazionale”.

Gli ultimi anni del periodo coloniale, per vari motivi (centralismo di tendenza regalista imposto dai Borboni, espulsione dei gesuiti nel 1767 e lo smantellamento delle loro missioni), la Chiesa visse un periodo di stanchezza e decadenza. Quando nel 1830 il paese si rese autonomo come República, la Chiesa pur avendo preso parte in prima linea al processo di indipendenza, dovette scontrarsi con le pretese repubblicane d’aver ereditato i diritti del patronato regio della monarchia spagnola; l’alternanza poi di governi liberali e conservatori fece vivere alla Chiesa momenti di tensione e insicurezza.
Durante il XIX sec. se con la Presidenza di Gabriel García Moreno (1859-’65 e 1869-’75) la Chiesa si ritrovò in una condizione di particolare privilegio, nell’ultimo ventennio del XIX secolo quando il massone Eloy Alfaro (1842-1912) divenne leader della Revolución liberal ecuatoriana scoppiata nel 1895, il suo governo provocò la rapida laicizzazione dello Stato con forti sfumature anticlericali che arrivarono alla persecuzione. La Revolución liberal ecuadoriana trovò piena espressione dei suoi intenti laicisti nella «Costituzione atea» del 1906. Le relazioni diplomatiche tra S. Sede e l’Ecuador, interrotte all’inizio della Revolución liberal, ripresero con la firma del Modus vivendi del 24 luglio 1937 con il quale il governo concesse alla chiesa una serie importante di riconoscimenti e di garanzie.








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