Adorazione continua (h 24) al Patronato San Vincenzo

     

    «Inspice et fac sicut exemplar: Guarda e segui il suo esempio». Questo il motto di Santa Maddalena di Canossa citato da don Bepo Vavassori in una delle sue omelie. È un invito a imitare l’esemplare: Cristo Gesù. L’adorazione che il Patronato propone a partire da domani è un invito a ricordare che Gesù presente nell’eucarestia è il vero tesoro della chiesa e del cristiano. Solo nell’adorazione di questa sua presenza impariamo a riceverlo e a imitarlo. «SENZA DIO SIAMO TROPPO POVERI PER AIUTARE I POVERI»

     

    PER LA PACE
    Domenica 30 novembre, alle ore 12 nella chiesa della Casa Centrale del Patronato San Vincenzo prende il via l’adorazione continuata 24 ore per 24. Tre le finalità indicate da don Davide Rota: anzitutto la pace nel mondo in un tempo di sanguinosi conflitti. Senza l’altro non c’è “io”. Lo ha detto il papa al suo ingresso in Turchia per sottolineare che una società è viva se è plurale. Oggi le comunità umane sono sempre più polarizzate e lacerate da posizioni estreme, che le frantumano.

     

    PER LE VOCAZIONI

    A questa prima finalità segue una seconda: per il nostro Seminario e le vocazioni alla vita sacerdotale, alla vita consacrata nei monasteri, negli istituti religiosi e nelle forme di vita consacrata secolare. La messe attende operai: il mondo attende donne e uomini totalmente donati a Dio e per questo pronti a lavorare per modificare la traiettoria dello sviluppo e a riparare i danni già inferti all’unità della famiglia umana.

     

    PER IL PATRONATO

    La terza intenzione è strettamente legata al Patronato Sn Vincenzo che quest’anno ricorda il cinquantesimo della morte del servo di Dio don Bepo Vavassori e il prossimo anno – 2026/2027 – celebrerà i cento anni delle sue origini.

     

    CHI FINORA HA ADERITO
    La proposta dell’adorazione è stata fatta a tutte le componenti del Patronato: amici, benefattori, volontari e fedeli. Si sono attivati per informare e coinvolgere una volontaria della Casa centrale e le segreterie della scuola professionale di Bergamo, Endine e Clusone e la fondazione Resmini di Sorisole.

    La proposta ha ricevuto l’adesione di oltre 230 (duecentotrenta) fedeli che partecipano alla messa festiva al Patronato, e di venti ospiti africani. Inoltre hanno aderito il seminario e i monasteri della nostra diocesi, i monasteri di Monza, Seregno, Ghiffa, e Betlemme, dove l’adorazione è costitutiva del carisma, come anche gli Istituti religiosi delle Sacramentine di Bergamo e delle Adoratrici Rivolta d’Adda che, in forma diffusa, vivono l’adorazione che è il cuore del cristianesimo. Anche altri istituti e parrocchie hanno condiviso la proposta.

     

    L’AMORE ESIGE IL MASSIMO

    Un sussidio – con gli atti di dolore, di fede, speranza e carità e i misteri del rosario – accompagnerà la sosta orante davanti all’Eucarestia oppure si potrà stare semplicemente in silenzio meditando la Parola di Dio. Il tempo dato a Dio non solo non è mai tempo perso, anzi è necessario per mettere ordine nei molteplici problemi e impegni che riempiono l’agenda di ogni giorno. La tentazione di abbandonare la preghiera per impegnarsi nel sociale è alla porta in ogni ora. Madre Teresa di Calcutta e prima di lei tante donne e tanti uomini di Dio, don Bepo Vavassori compreso, ci insegnano invece una verità profonda: «senza Dio siamo troppo poveri per aiutare i poveri». La vita del Patronato e di ogni comunità cristiana non può nella preghiera accontentarsi del minimo, perché l’amore esige sempre il massimo.

     

    don Arturo Bellini

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