Venerdì 12 dicembre 2025

     

    2.a settimana tempo di Avvento

     

    Avvenne il 12 dicembre…

    627 – Ninive: l’esercito dell’imperatore Eraclio sbaraglia le forze persiane, garantendo ai Bizantini la vittoria finale nella lunga guerra tra i due imperi

    1452 – Proclamazione unionista a Costantinopoli: ricomposto lo Scisma d’Oriente in S. Sofia.

    1531 – Apparizione di Nostra Signora di Guadalupe a Città del Messico.

    1969 – Milano: Strage di p.za Fontana nella Banca Nazionale dell’Agricoltura: 17 morti e 88 feriti

    2015 – Arabia Saudita: per la prima volta viene esteso il diritto di voto alle donne

     

    Aforisma di Madre Teresa di Calcutta

    “Se non sai riconoscere Cristo nei poveri, non potrai trovarlo neppure nell’eucaristia. Una sola identica fede illumina entrambe le cose.”

     

    Santo del giorno

    Una madre per tutti i popoli, che parla a ogni cultura: è così che ancor oggi si presenta la Vergine di Guadalupe, vero cardine spirituale del Centro e Sud America. Apparve tra il 9 e il 12 dicembre 1531 a un indio messicano forse già sessantenne, Juan Diego Cuauhtlatoatzin, santo dal 2002. A quel tempo il Messico era terra di conquista ma anche di sfregio alla dignità umana, perché spesso i conquistatori non avevano pietà per gli indios.

    Anche per questo l’apparizione di Maria è un segno di cura nei confronti degli oppressi e dei sofferenti di tutto il mondo. Al veggente Maria affidò il compito di fa costruire una basilica dedicata a lei ma non fu facile convincere il vescovo: ci volle un prodigio, con l’immagine della Madonna che apparve sul mantello del contadino. 


    Preghiera Colletta

    Rafforza, o Padre, la nostra vigilanza nell’attesa del tuo Figlio, perché illuminati dalla sua parola di salvezza, andiamo incontro a lui con le lampade accese. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per i secoli dei secoli. Amen

     

    Parola di dio Matteo 11,16-19

    In quel tempo, Gesù disse alle folle: «A chi posso paragonare questa generazione? È simile a bambini che stanno seduti in piazza e, rivolti ai compagni, gridano: “Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non vi siete battuti il petto!”. È venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e dicono: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e dicono: “Ecco, è un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori”. Ma la sapienza è stata riconosciuta giusta per le opere che essa compie».».

     

    Riflessione don Arturo Bellini commenta don Bepo

    «Vorrei consumare i miei ultimi giorni nel far amare Dio e in Dio il mio prossimo, ma forse amo me stesso superbamente. Non vorrei. Umiliami o Signore. Nell’umiltà c’è la verità». Don Giuseppe Vavassori (diario 1966-1975, 22-8-1974).

    Un lettore leggendo il pensiero di ieri mi ha inviato una favola istruttiva che volentieri condivido. È la storia di un ragno che un mattino, sceso da un ramo fiorito, s’era imbattuto in una folta siepe. Il luogo gli parve ideale per tessere con l’abituale precisione la sua tela. Lavorò sodo, e verso mezzogiorno la sua tela era finita. Esaminò la tensione dei fili, il ricamo degli appigli, l’elasticità degli incroci, insomma, verificò tutto per bene, ma ad un tratto si trovò fra le zampette un filo asimmetrico che saliva verso l’alto: che ci stava a fare quel filo senza senso, che non aveva alcuna relazione con la simmetria della sua tela? Detto fatto, zac, tagliò con un colpo netto quell’inutile filo.

    E subito tutta la tela cadde afflosciandosi e avvolgendo a nel suo manto il ragnetto. Il filo tagliato era proprio quello da cui era disceso al mattino, e che reggeva il suo piccolo capolavoro sulla siepe… Così avviene per l’orgoglioso che recide ogni legame col Signore e pensa che tutto dipenda da sé soltanto. La piccola storia insegna che se l’uomo si sgancia da Dio, se non si lascia guidare da Lui, percorrerà vie di morte che lo porteranno alla perdizione oggi nella vita terrena e un giorno nell’eternità. Chi non segue gli insegnamenti della sapienza, percorre vie di falsità e di menzogna; invece, chi segue la sapienza, chi la cerca, chi vive secondo i suoi insegnamenti, realizza una vita degna dell’uomo, degna di un cristiano.

     

    Intenzione di preghiera

    Preghiamo perché viviamo il tempo di Avvento in spirito di preghiera e intensificando la carità verso il prossimo e la pratica della vita buona.

     

    Don’t Forget! Storia dei martiri cristiani

    9A PARTE MARTIRI RECENTI

     

    21/07/1987: Vescovo ALEJANDRO LABAKA nato in Spagna il 19-4-1920, a Beizama, nei Paesi Baschi. Frate minore cappuccino, fu parroco a Pifo, Superiore della Custodia dei padri cappuccini in Ecuador; ancora Prefetto e poi Vicario Apostolico della Missione di Aguarico. Spese tutte le energie a favore della popolazione amazzonica degli huaorani. Il 21-7-1987 fu colpito a morte, insieme a Suor INÉS ARANGO, anch’essa missionaria cappuccina, dalle lance di coloro ai quali voleva annunciare il Vangelo. Nel suo diario ha scritto: “La società non si preoccupa dei piccoli popoli e si dimentica della gente che vive nella giungla. Però noi missionari, dobbiamo credere che Gesù si è preoccupato dei piccoli, degli abbandonati e così dobbiamo fare anche noi

    25/01/1999: Padre FABIO ROJAS, 41 anni, sacerdote francescano, è stato ferito a morte da colpi di arma da fuoco mentre cercava di fermare la rapina di una donna e dei suoi due bambini piccoli.
    06/12/2010: P. MIREK KARCZEWSKI, 45 anni, frate minore conventuale polacco è stato ucciso nella canonica di S. Antonio da Padova, in Ecuador. Il sacerdote doveva celebrare la Messa alle ore 19, ma non si è presentato, così i parrocchiani sono andati a cercarlo in casa e lo hanno trovato morto con diversi tagli sul collo e diverse altre parti del corpo. Gli aggressori, dopo averlo ucciso colpendolo con un grande crocifisso, hanno rubato il cellulare e il computer.

    29/12/2018: Padre ARTURO RENE POZO SAMPAZ, 62 anni, è stato trovato morto dal nipote nella sua casa nella zona nord di Quito, capitale dell’Ecuador. Era stato proprio il giovane, che da 5 anni dava una mano al parroco di S. Juan, l’ultima persona a vederlo in vita. Gli investigatori, al momento, escludono l’ipotesi della rapina violenta: cellulare, portafoglio e cassetta delle offerte erano al loro posto. Non ci sono segni di effrazione.

     

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