“MOLTA CONOSCENZA, MOLTO DOLORE” (Qoelet 1,18)
“Non immaginate neppure attraverso quali terribili vicende sia passato…”. Chi parla così sembra un brav’uomo, sensibile e attento come si definisce lui, preoccupato di collocare un giovane dell’est Europa dall’aria persa, raccattato chissà dove. “Mi ha fermato per chiedermi dei soldi e ho cercato di capire, ma lui niente; solo dopo molte insistenze sono riuscito a far breccia nel suo animo…e sono rimasto sconvolto”. Ci lascia il giovane e se ne va. “Era ora” fa lui che mette subito in chiaro di non avere nessuna intenzione di fermarsi da noi. “Che str…: gli ho chiesto due soldi e lui non mi molla più”. “Ma perché gli hai raccontato tutto, allora?” facciamo noi. “Macché! Ho raccontato quel che voleva sentire, nella speranza che scucisse qualcosa e invece…”. “Insomma hai detto un sacco di balle a chi si è preoccupato di te”. “Preoccupato? Per favore, non scherziamo: a quello lì non gliene frega niente di me; vuole solo stare in pace con se stesso. L’unica cosa che poteva darmi, non me l’ha voluta dare: due spiccioli. Ma ha avuto la faccia tosta di chiedermi ciò che potrei affidare solo all’amore di mia madre o della mia donna: la mia vita e il mio dolore”.
Nessun commento
È possibile postare il commento di prima risposta.