Quella poteva sembrare una mattina qualunque ma non per me. Era un lunedì speciale, il mio primo giorno di lavoro al Patronato San Vincenzo. Iniziava proprio quel giorno la mia prima esperienza di lavoro in campo umanistico. Negli anni precedenti avevo cambiato qualche lavoro, partendo come idraulico, passando dal geometra fino ad arrivare al venditore; poi la scelta di studiare psicologia ed ora arrivato all’ultimo anno di università mi si presenta l’opportunità di venire al Patronato come educatore. Ci ho pensato un paio di giorni e poi ho accettato.
L’agitazione mi accompagnava ormai da qualche ora, in tutta sincerità dalla sera precedente il mio arrivo, ma dopo una doccia fresca e un cambio pulito mi sono presentato come da accordi puntuale alle 9. L’arrivo al patronato è stato subito come un tuffo in un sacchetto di coriandoli. Una realtà, un contesto colorato; colorato dalle strutture ma soprattutto dalle persone presenti in struttura. Il primo approccio è stato un giro interno per prendere confidenza con la struttura ed i vari servizi presenti accompagnato dall’instancabile Isa, una volontaria storica del Patronato.
Fin dal primo momento in cui ho messo piede in struttura mi sono sentito accolto e accompagnato in questo percorso che è solo all’inizio ma che ogni giorno mi cattura sempre di più. Insieme a Simone, un attento collega che mi accompagna passo passo, lavoro nell’area dell’ospitalità italiani. È un esperienza unica che mi mette a diretto contatto con storie di vita difficili, spesso accompagnate da sofferenza ma dalle quali sto imparando molto. Il rapporto che si sviluppa con gli ospiti è esigente ma stimolante ed appagante. Questo posto mi fa sentire vivo.
Michele
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